I dubbi lavori di restauro del Palazzo Ducale di San Marco la Catola sui Monti Dauni. A rischio la memoria storica quattrocentesca del borgo

by Antonella Soccio

La comunità intellettuale di San Marco La Catola sui Monti Dauni Settentrionali, che vive nel piccolo comune o che vi ritorna nei mesi estivi, è molto preoccupata dall’iter dei lavori di restauro che stanno interessando il Palazzo Ducale, dall’aspetto quattrocentesco, vero gioiello del borgo antico, la cui prima edificazione potrebbe risalire al Medioevo e ai tempi del regno del Puer Apuliae Federico II.

Conosciuto anche come Palazzo Pignatelli per la proprietà della struttura fino al 1821, fu poi venduto a Nicolangelo Cipriani, per essere acquistato in tempi recenti dalla famiglia Ferrara che lo ha restaurato e lo ha conservato fino ad oggi. Il Palazzo è il simbolo identitario del paese, per anni feudo, prima con la Comunità Montana e poi con i tanti lavori di dissesto idrogeologico, del parlamentare socialista Lello Di Gioia, oggi strenuo renziano. Sotto al Palazzo si tiene il tradizionale torneo equestre della Giostra della Jaletta ogni 20 agosto, un evento molto sentito dalla cittadinanza e da tutti i vacanzieri di ritorno nei Monti Dauni.

Negli ultimi anni il Palazzo Ducale versava in uno stato di abbandono e il Comune insieme alla Regione, grazie alla interlocuzione dell’assessore regionale Raffaele Piemontese, lo ha inserito, partecipando al bando, nel piano pugliese di Community Library insieme ad una serie di interventi come i lavori di messa in sicurezza del centro abitato in area Palazzo Ducale, su cui sta lavorando in questi giorni l’ingegnere foggiano Alfredo Ferrandino. È anche previsto un intervento di qualificazione di una porzione del complesso edilizio denominato Palazzo Ducale con relativa area di pertinenza per delle attività di aggregazione socio-ludico-culturale.

Attualmente la struttura è proprietà di privati cittadini, ed è stata concessa in comodato d’uso ventennale al Comune con opzione di acquisto da parte di quest’ultimo in caso di finanziamento pubblico per la sua ristrutturazione e ridestinazione.

Ebbene i lavori per la community library, approvati nel 2017, ma entrati oggi nel vivo, valgono circa 1,5 milioni di euro. Il progetto per la realizzazione di una biblioteca multimediale Cluster- Community Library Useful to Strenghten Territorial Enpowerment and Resilience prevede la ristrutturazione di una parte dell’Antico Palazzo ducale.

Nel 2018 al bando di gara parteciparono 5 imprese, la Cetola Spa di Pietramontecorvino, l’Ati Santoro Rent e Fratelli Paolucci di Campobasso, l’Ati Cedis srl e Favellato Claudio Spa di Isernia, la Picciuto srl della provincia di Benevento e l’Ati Tancredi Restauri Lm Impianti srl di Altamura.

Sempre nel 2018 vinse la gara l’impresa Picciuto srl con sede in San Bartolomeo in Galdo per il Consolidamento, recupero e riadattamento del Palazzo Ducale per la realizzazione appunto di una biblioteca multimediale Cluster- Community Library Useful to Strenghten Territorial Enpowerment and Resilience.

Cosa succede però in questi giorni? I cittadini stanno assistendo a quello che appare come un vero e proprio scempio del loro monumento del cuore.

L’impresa ha quasi del tutto smantellato le mura del Palazzo e la ricostruzione, laddove avviene con le pietre originarie sta prevedendo l’utilizzo di cemento armato in barba alle più elementari tecniche di restauro. Il timore è che con l’abbattimento parziale si possano demolire e cancellare le testimonianze e le ricchezze culturali celate nel Palazzo.

Ai cittadini non è stato comunicato se le murature consistentemente degradate lo sono solo superficialmente oppure no e se quindi è inefficace la solidità muraria. La conservazione totale del manufatto è perseguibile sia dal punto di vista strutturale sia da quello storico, si o no? O l’impresa sta sostituendo le pietre in maniera arbitraria?

La facciata di pietra richiede interventi di tipo conservativo- consolidativo, ma quelli attuati oggi sono giusti? I dubbi sono tanti per i cittadini che vedono sgretolarsi i muri del loro maniero storico nel centro del paese. La memoria storica di San Marco la Catola è a rischio. Ogni pietra, ogni sua collocazione sul muro, ogni incastro rappresenta un segno, che potrebbe essere perduto per sempre.

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