Il “racconto comunitario” per Mattinata di Michele Bisceglia e “Noi:Comunità”, per andare oltre la mafia

by Antonella Soccio

Un cammino “condiviso e paritetico, plurale ed inclusivo” è quello che promettono gli animatori di Noi: Comunità, il gruppo di attivisti, che dall’esperienza di PacificAzione, dopo lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose a Mattinata, hanno deciso di elevare il loro sguardo dal particolare al collettivo, affinché il percorso di legalità avviato nel paese garganico possa diventare prassi amministrativa di una classe dirigente matura e accorta.

Front man di questa ambizione culturale, sociale e politica nella città della Montagna Sacra, dilaniata dall’omertà e da pratiche mafiose, è l’imprenditore Michele Bisceglia, genero di uno dei più importanti artigiani del gusto di Puglia, divenuto il brand dei gelati Gabrielino.

Noi Comunità vuole essere “un argine civile al colpo di coda della mafia”, un progetto esteso, capace di guardare avanti.

Noi di bonculture abbiamo intervistato il candidato sindaco alle prossime amministrative del 20 e il 21 settembre, le prime dopo il provvedimento governativo e prefettizio, Michele Bisceglia.

Bisceglia, che tempo è stato il lungo commissariamento del Comune di Mattinata? Lo scioglimento per mafia non è stato forse un po’ troppo rimosso da pezzi della collettività mattinatese?

Il tentativo di rimozione della verità è in atto ancora adesso, a fronte di un periodo fervido di iniziative alle quali ha partecipato buona parte della popolazione mattinatese- all’incontro col procuratore Ludovico Vaccaro c’erano più di 300 persone, tante presenza anche per Ti mangio il cuore di Giuliano Foschini o col Comandante dei Carabinieri Aquilio- con una crescita esponenziale della consapevolezza, si sta provando a rimuovere quello che è stato fatto in questi due anni. Noi abbiamo portato in paese la politica con la P maiuscola, quella che interviene in favore della Polis. Siamo partiti con la logica di raccontare Mattinata con un approccio sincero, fatto di relazioni normali, ma subito ci siano dovuti scontrare col becero discredito. C’è chi ancora attua una strategia del terrore, fatta di lettere anonime, esposti in Procura che mal si conciliano con la realtà e che non fanno altro che provocare nella vittima di volta in volta una perdita di fiducia nel rapporto con le istituzioni con un allontanamento sistematico delle persone dalla dialettica democratica. Il tutto per agire una distruzione preventiva del potenziale avversario politico. Io avevo alle spalle il mio percorso, noi non siamo i professionisti dell’antimafia, come qualcuno ci ha etichettato.

Non è questo il più facile cliché da costruire attorno ad una esperienza di legalità?

Certo, ma è un cliché che io mi faccio scivolare addosso, noi non siamo stati i decantatori della nostra comunità tout court, questi anni sono stati una altalena emotiva per tutti i mattinatesi. Era facile rinchiudersi nel proprio guscio ed evitare percorsi di elaborazione del lutto, molto complesso invece quello che un gruppo di cittadini ha cominciato a vivere: noi abbiamo avuto dalla nostra parte l’Azione Cattolica, la Caritas, le associazioni di escursionisti. Per molti la legalità è stata solo un divertissment, gli unici a lavorare concretamente siamo stati noi di Noi Comunità, un gruppo molto vasto che si allarga giorno dopo giorno. Al comitato tanti nostri concittadini ci testimoniano vicinanza, c’è un grande fermento. Ma dall’altra parte c’è il tentativo di spostare l’attenzione su altri temi, come il turismo. Si dice che serve mettere su una lista di persone di esperienza, di imprenditori turistici. Si stanno riaffacciando tanti ex amministratori.

Come è cambiato lo sguardo dei mattinatesi nei confronti dello Stato? Durante la prima estate dopo lo scioglimento c’erano posti di blocco delle forze dell’ordine ovunque, si respirava un clima molto pesante.

Nella realtà concreta abbiamo avuto la possibilità di guardare lo Stato in una maniera nuova, con la consapevolezza di essere parte dello Stato. Poi è arrivato il presidio di Libera, la cittadinanza ora è diventata collaborativa, si è rinnovata la fiducia nello Stato. Lo Stato se viene aiutato, c’è eccome. Alcuni imprenditori hanno provato ad avviare percorsi diversi, noi li stiamo accompagnando, i segnali sono incoraggianti.

Quante denunce ci sono state sinora?

È un dato che non so dare. Noi accompagniamo le persone in una fase psicologica legale, poi non sappiamo se questo percorso formativo produrrà oppure no una denuncia da parte loro. Sappiamo che un cittadino che noi abbiamo accompagnato ha denunciato un tentativo di estorsione da parte di una giovane madre che lo taglieggiava.

Prima hai detto che le realtà cattoliche sono state al vostro fianco, in terra di Quarta Mafia non è mancato troppo spesso il presidio della cristianità? Non sono mancati i preti antimafia in questo pezzo di Puglia e di Sud?

Questi nostri due anni coincidono con l’arrivo del Vescovo Franco Moscone, con lui sono cambiate tante cose. Lui mette a sistema la dottrina sociale di Papa Francesco, aiuta gli ultimi, ascolta i diseredati e lotta contro il malaffare in prima persona. Lui è vicino ai processi di legalità qui da noi a Mattinata, ma anche a Vieste, a Monte, sta facendo molto per Manfredonia, altro comune sciolto per mafia. C’è un nuovo protagonismo sociale nella Chiesa, è venuto fuori grazie a lui e fa il paio con la presenza dello Stato. Franco Moscone è un grande pastore per tutti noi.

Cosa proponete per Mattinata? La farfalla bianca non ha nulla da invidiare ad altri luoghi turistici pugliesi blasonati eppure l’impressione dall’esterno, nonostante alcune iniziative culturali apprezzabili, è che nessuno abbia mai investito davvero sulla sua bellezza e sulla sua tipicità, al di là ovviamente della spiaggia coi ciottoli. Oltre il Corso e le leccornie del tuo Gabrielino e di Ciangularie c’è poco altro. Perché?

Vogliamo costruire insieme un laboratorio di idee, noi immaginiamo una Mattinata che torni ad essere una comunità. Vogliamo lavorare sull’unità e sulla natura empatica dei cittadini, Mattinata deve tornare ad essere attrattiva per il suo capitale umano. È da lì che dobbiamo immaginare un’idea di rilancio turistica. Dobbiamo far sì che Mattinata diventi una destinazione turistica, ma per far questo serve un racconto comunitario. Siamo una città dell’olio, abbiamo una gastronomia incredibile, ci sono chef importanti sul nostro territorio. Serve un sistema comunicativo che faccia conoscere queste nostre eccellenze, con questo non voglio dire che Mattinata può competere con le destinazioni top del turismo meridionale, perché ne uscirebbe tramortita, ma dobbiamo fare una scelta unitaria, uno sforzo autentico per emancipare Mattinata dal passato. Non dobbiamo vendere fumo, ma dire le cose concrete, raccontabili, proponibili. Da questo nasce il concept della melagrana. Abbiamo lavorato ad una idea di logo che rappresentasse un “simbolo” per tutta la Comunità. Originale ma al tempo stesso di facile comunicabilità. Comprensibile da tutti e in grado di parlare a tutti, capace di tenere assieme la nostra forte identità popolare con la pluralità di ogni pensiero e punto di vista. Un simbolo di condivisione e di protezione. In più abbiamo scelto di far intravedere la silhoutte di una farfalla, così come storicamente è stata nel tempo descritta la nostra Mattinata, evidenziando nel mezzo il simbolo della Pace creato da Gerald Holtom nel 1958.

Ci sono delle cose che vanno risolte a Mattinata con concretezza. Una su tutte la fogna della piana, se non risolvi quel problema non puoi dire di avere un mare meraviglioso. Solo se risolveremo la questione della fogna potremo riavviare il percorso per la bandiera blu.

C’è anche molto abusivismo sulla collina e sulla spiaggia.

Occorre ripartire da una riqualificazione dell’esistente, cercando di far capire che se ti regolarizzi fai il bene di tutti e ti metti in una vicenda complessa che ti consente di godere dei plus della regione e di altri enti. Anche in termini abitativi a Mattinata tanti sono andati a vivere nelle contrade, dobbiamo invitarli a tornare in centro in modo da avere anche un altro gettito nelle casse comunali. Il contorno di Mattinata è molto cambiato, non è più quello che era negli anni Settanta. Da farfalla è diventata polpo. Non ha più la forma della farfalla.

Qual è adesso la vostra road map da qui alle elezioni? Le regionali non potrebbero essere un limite per il vostro progetto civico? Ospiterete i candidati consiglieri e presidente sul vostro palco?

Cercheremo di ascoltare i cittadini con dei forum tematici, quanto alle regionali non daremo indicazioni, la nostra proposta affonda le radici nel civismo, ci unisce l’idea di comunità, per il rispetto che dobbiamo ai nostri concittadini non ci schiereremo. Chiediamo la responsabilità di tutti, al di là dei colori politici dei partiti. Se vinceremo avremo il diritto e il dovere di interloquire con la coalizione che vincerà in Regione.

I FORUM TEMATICI di NOI: COMUNITA’

lunedì 6 luglio ore 19.30 FORUM E) Cultura e Protagonismo sociale, Sport, Terzo Settore, associazionismo e partecipazione democratica alla vita di Comunità

venerdì 10 luglio ore 19.30 FORUM A) Lavoro e Innovazione, Giovani, Inclusione sociale, Post Covid-19

venerdì 17 luglio ore 19.30 FORUM D) Turismo sostenibile e strategia territoriale protesa alla creazione di una “Destinazione” turistica, Piano delle Coste e Tutela del Mare, sviluppo in area Parco Nazionale del Gargano

venerdì 24 luglio ore 19.30 FORUM G) Agricoltura e Zootecnia, Ambiente ed Economia Circolare, Green economy, gestione Rifiuti Urbani, Servizi cimiteriali

lunedì 27 luglio ore 19.30 FORUM H) Sviluppo urbanistico e infrastrutturale, Attività economiche, Piano del Commercio e Antiracket

martedì 28 luglio ore 19.30 FORUM C) Legalità, Trasparenza ed efficienza dei processi amministrativi, Finanza Locale e Bilancio comunale

venerdì 31 luglio ore 19.30 FORUM B) Salute pubblica, Disabilità, Terza Età e servizio sanitario di prossimità

lunedì 3 agosto ore 19.30 FORUM F) Sicurezza e antimafia sociale, Mobilità, Benessere, vivibilità e cura del Paese

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