La bella Milano, chiusa e confinata dal Covid, piange silenziosamente lacrime amare

by redazione

Da nove mesi non è più la stessa Milano. Né per i milanesi né per i tanti che da tutta Italia la scelgono per una vita migliore. La città che sale, operosa, viva, veloce, contaminata di esperienze plurime da tutto il mondo, la città globale, tra le più importanti e ricche d’Europa, la città più in sella di tutte, con le nuove metro e i nuovi quartieri gentrificati del business, della moda, della cultura e del design, è lo specchio del Paese e del confinamento da Covid.

Se ce la fa Milano, la vera capitale d’Italia insieme a Napoli, ce la fa l’Italia.

Dentro di lei vive e alberga il vuoto che ognuno di noi deve fare attorno a sé per evitare il contagio.

Dalle 23 del 22 ottobre la Lombardia è corsa ai ripari con un coprifuoco duro e deciso. Tutti i locali dovranno chiudere e non potrà esserci libertà di circolazione, se non per motivi strettamente necessari legati al lavoro e alla salute. Il Covid è ritornato a minacciare le nostre vite e la bella Milano sembra piangere silenziosamente lacrime amare. La nuova ondata del virus spaventa forse più della prima, i commercianti sono esasperati, il fatturato è un disastro, la gente decide di rimanere a casa lasciando ristoranti e locali al proprio destino, gli amici rimandano incontri conviviali a tempi migliori. In questo scenario caratterizzato dal terrore di non farcela, Milano cerca di aggrapparsi a quelle che sono da sempre i suoi punti di forza, promuovendo app che elargiscono sconti stracciati e aumentando sempre più l’offerta di lavoro, come se si volesse chiudere un occhio ed immaginarsi in tempi di luce.

Nella grande provincia della città metropolitana e nelle città sorelle della Brianza, il clima è anche peggiore.

”Io eviterei di vederci in un locale vista la situazione. Rinviamo tra di noi a giorni migliori per un aperitivo con calma e serenità”, dice Giacomo. Beppe invece presta servizio di volontariato presso un’associazione che si occupa di ragazzi con disagi. Lui non ha tempo di frequentare locali, oggi più che mai vuole rendersi utile per il sociale. Ciro a sua volta, sta vedendo poco a poco il suo futuro da receptionist svanire, quest’anno il turismo della stagione invernale è in forte discesa. Simone ha trovato l’amore proprio in quest’ultimo periodo e la sua paura più grande è quella di una totale chiusura che gli impedisca di vedere la sua ragazza.

Il diario di un soprano

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