La cittadinanza attiva è l’antidoto al degrado di Foggia, le associazioni e quella voglia di “riprendersi la piazza”

by Nicola Saracino

Chissà se qualcuno dei Commissari del Comune di Foggia è presente tra gli stand della XIV edizione della ‘Festa del volontariato’ promossa dal Csv Foggia dove oltre 30 associazioni locali stanno dando vita ad un weekend all’insegna di promozione, confronto e voglia di “riprendersi” una città che non deve abbandonarsi a se stessa. Avrebbe ricevuto più di un segnale che molti Foggiani non si rassegnano, a partire proprio dalle associazioni. Perché una delle ricette della legalità può e deve essere la cittadinanza attiva, in cui il terzo settore funge da motore propulsore.

Di buone pratiche si è discusso nell’incontro “La cittadinanza attiva e responsabile come antidoto al degrado della convivenza civile. Modelli positivi in Capitanata”, che ha visto la partecipazione di Rita Amatore del coordinamento di Parcocittà, Zelinda Rinaldi della consulta delle associazioni di San Severo, Brunella Pelosi della Caritas Diocesana di San Severo e Antonio Cocco di Rete Oltre. L’incontro è stato moderato da Annalisa Graziano. Un incontro utile a capire che dalle idee – e dalle sinergie – si può fare tanto. Segno, come ha spiegato Laura Pipoli del Csv Foggia, “che il volontariato non si è mai fermato ma ha continuato a lavorare anche cercando forme innovative di impegno. Ora è il momento di riprendersi la piazza e il dialogo”.

Se si parla di “modelli positivi” a Foggia non si può non citare Parcocittà. “È giusto ogni tanto raccontare le proprie esperienze. Il nostro è diventato un esempio in città, operiamo in una zona particolare di Foggia. Siamo partiti in un contesto difficile, teatro di spaccio e degrado. E lo abbiamo trasformato in un luogo di incontro. Perché lo abbiamo fatto? Perché nella vita bisogna inseguire i sogni e noi lo abbiamo fatto”, ha affermato Rita Amatore che ha poi sottolineato il ruolo della rete: “È importante la rete con i cittadini ma anche con le istituzioni. Parcocittà è diventato una rappresentanza di antimafia sociale, ma c’è ancora tanto da lavorare. Obiettivi futuri? Sarebbe bello, seguendo il nostro esempio, recuperare altri luoghi degradati a Foggia. Mettendo insieme magari associazioni, istituzioni e imprenditori attorno a una co-progettazione. La cittadinanza attiva è questa: far vivere i luoghi della città”.

Da Foggia a San Severo, un bell’esempio di come si mettono in pratica le sinergie è la Consulta delle associazioni che riunisce ben 70 realtà locali.

“La festa del Volontariato da’ voce alle cose belle che accadono in questo territorio – ha spiegato Zelinda Rinaldi -. Mi trovo a capo di 70 associazioni dopo essermi formata nella vita di tutti i giorni, che mi ha segnato molto. C’è stato un percorso basato sulla cura delle relazioni nella nostra città, insieme alle associazioni e alle persone. Non è stato semplice perché il passaggio da collaborazione a competizione è sottile. Ma in questo caso c’è stata la volontà di mettersi a disposizione della Comunità per la cura comune”.

Concetto ribadito anche dall’Assessore alle Politiche Sociali Simona Venditti, in collegamento da San Severo dove solo qualche ora fa c’è stata una sparatoria: “Non stiamo vivendo un momento facile ma il territorio sta reagendo con grande orgoglio e spirito di coesione. Stamattina i ragazzi hanno organizzato un corteo per la non violenza per creare momenti di dialogo con le istituzioni e le forze dell’ordine, mostrando grande maturità e consapevolezza. La comunità serve a questo: agire per creare una ossatura di convivenza civile”.

Restando a San Severo, forte è l’impegno anche della Caritas diocesana che con i suoi volontari e i suoi progetti dà speranze a tanti indigenti. Così la volontaria Brunella Pelosi: “Essere volontari fa parte della propria vita, tante persone vorrebbero farlo ma non sanno come. Noi diamo un metodo e diamo dignità a chi è in difficoltà. Attualmente abbiamo una trentina di indigenti che usufruiscono di iniziative come la spesa solidale. Spesso vengono cittadini che chiedono cosa poter offrire a chi ha bisogno. E abbiamo creato anche una sala di formazione aperta a tutti per conoscere meglio la nostra realtà e quello che facciamo”.

Anche a Cerignola c’è chi non si rassegna che tutto andrà sempre nello stesso modo e mette in campo idee per favorire il riscatto sociale di una comunità. Come la Rete Oltre, che riunisce diverse realtà proprio per far crescere il territorio. “Abbiamo bisogno di stimoli che ci aiutano a caricarci e ripartire con più energia in quello che facciamo – ha affermato Antonio Cocco -. La nostra esperienza è partita un paio di anni fa con il progetto ‘La strada’ nel Comune di Cerignola dove sono stati destinati 7 ettari di terreno sottratti alla mafia a una Ats. L’idea della rete è proprio questa: riannodare i legami anche tra chi fa cose differenti”. Tra le iniziative anche un terreno dedicato a Michele Cianci, ucciso a Cerignola il 2 dicembre del 1991 per essersi opposto ad un tentativo di furto nel suo negozio. “Michele deve continuare a stare in mezzo a noi, e il racconto della sua testimonianza è un modo per non dimenticarlo. La legalità deve entrare nel nostro dna quotidiano”, ha concluso Cocco.

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