«La scuola luogo di democrazia contro la mafia a Foggia. I giovani vogliono occuparsi di beni comuni». Alla voce Cultura con l’assessore Massimo Bray

by Anna Maria Giannone

“Si può sconfiggere la cultura mafiosa a Foggia moltiplicando alcuni posti che ho visitato, luoghi dove si insegna ai bambini a tenere un orto sociale, dove si tiene aperta una struttura in cui dire con coraggio che tuteliamo la legalità contro tutte le forme di illegalità e di mafia. La scuola può svolgere un grandissimo lavoro contro la mafia, per questo credo che debba essere la prima grande infrastruttura che un Governo o una Regione dovrebbe porsi, perché è il luogo della democrazia, è il luogo della legalità”.

Così a bonculture l’assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Puglia Massimo Bray ha riassunto la sua prima visita a Foggia, terra di Quarta Mafia con un ex sindaco indagato per corruzione e tentata concussione e la commissione d’accesso per la verifica di infiltrazioni mafiose insediata dal 9 marzo nell’Ente.

Accompagnato dal vicepresidente regionale Raffaele Piemontese e ospitato da Peppino D’Urso, presidente del Teatro Pubblico Pugliese e padre nobile di Parcocittà, l’intellettuale salentino ex Ministro e già presidente della Treccani, ha colto l’occasione della presentazione del suo libro “Alla voce Cultura”, che racconta in forma diaristica la sua esperienza di Ministro dei Beni Culturali, per conoscere un pezzo del mondo culturale del capoluogo dauno e della Capitanata. Non solo Parcocittà, ma anche la Fondazione dei Monti Uniti col suo presidente Aldo Ligustro giunto quasi al termine del suo mandato quadriennale, l’Unifg rappresentata dal direttore del Dipartimento di Studi Umanistici Sebastiano Valerio, la redazione di Sfoggia, il gruppo Octavia, l’esperienza dell’ingegnere Marcello Salvatori imprenditore del vino e del vento con un forte interesse per il territorio dopo il recupero del rifugio nel cuore della faggeta della Foresta Umbra, patrimonio UNESCO.

In sala diversi operatori culturali. Da Marco Maffei e Pino Casolaro redattori del documento per superare la crisi causata dallo stop del Covid, sottoscritto da circa 150 artisti e addetti allo spettacolo live a Milena Tancredi dirigente della Biblioteca Magna Capitana. E ancora Gloria Fazia del Fai, Alessandra Benvenuto direttrice artistica del Premio I fiori blu, Michele Galante dell’ANPI, Luciana Stella di Mira, il sindaco di Mattinata Michele Bisceglia, alcuni amministratori di Monte Sant’Angelo, l’attore e regista Michele D’Errico, il presidente del Parco del Gargano Pasquale Pazienza.
Nel libro l’ex Ministro del Governo Letta ripercorre i suoi anni al Ministero, ricchi di incontri. Ci sono Hojjat e l’Angelo di Carditello che restituisce alla comunità una Reggia distrutta. Ci sono gli insegnamenti di Pierre Levy e della sua intelligenza collettiva riferita alle tecnogie digitali. C’è la ricchezza dei musei di Puglia, a cominciare dal MARTA di Taranto, scrigno della Magna Grecia.

“Il primo ringraziamento va a Raffaele Piemontese- ha detto in esordio l’assessore Bray- Enrico Letta cogliendo il mio modo di essere mi ha protetto dal mondo della politica, ebbene Raffaele fa lo stesso, c’è sempre qualcuno che mi protegge. Tutto il mondo che ho visitato di Parcocittà in una città che vuole credere nella legalità è di grande valore. Ho incontrato una rappresentazione del mondo largo della cultura per superare la crisi attuale. Il loro è un documento intelligente col quale hanno posto delle domande a tutti noi. Molte testimonianze sono apprezzabili. Questo non è un vero libro, io scrivo sempre. Raramente non trovo il tempo per prendere degli appunti. Quella del Ministero è stata una esperienza indimenticabile poi ho incontrato un gruppo di ragazzi, i quali mi hanno suggerito che la pubblicazione dei miei appunti sarebbe stata interessante. Ho avuto la fortuna di incontrare un’altra parte del Paese su cui bisognerebbe lavorare per avere il Paese che avremo. Le associazioni curano il restauro, quasi sempre non sono istituzionalizzate, ma riconoscono il valore della cultura”.

Anche nel suo intervento pubblico Bray ha sottolineato il ruolo della scuola soprattutto quando la pandemia sarà finalmente alle nostre spalle.

“La scuola è un tema importante: per ricostruire un Paese dopo la pandemia serve dare molta forza alla scuola e ai suoi protagonisti e a chi insegna ai nostri figli.
Negli ultimi anni con la cultura aziendalista abbiamo tolto dignità agli insegnanti perché pensavamo che non producevano abbastanza, ma vanno rimessi al centro perché nelle loro mani si costruiscono i cittadini del futuro come diceva Aldo Moro”.

Il riferimento ad Aldo Moro non è scontato a suo avviso, è lui che ha voluto l’articolo 9 della Costituzione, ha evidenziato l’assessore, ed è stato sempre il politico barese a riflettere sulla introduzione dell’educazione civica nelle scuole. “Siamo consapevoli che si sono create molte fratture sociali, ma io ho avuto l’impressione che non siamo come nel nostro dopoguerra. Alfredo Reichlin chiese alla Treccani di organizzare 10 seminari sul dopoguerra. Mi colpiva come quella generazione aveva una visione di 15 anni di anticipo, era quella che inventò lo Stato sociale, per costruire le condizioni per una reale pari opportunità. Oggi dovremmo chiederci: come sarà questo paese nel 2030? Come sarà il Paese dei nostri figli? Mi piacerebbe che la loro storia non fosse preordinata ma che potessimo costruire le forme in cui tutti fanno bene per affermare le loro volontà”.

Rivolto ai tanti ragazzi e ragazze presenti in sala ha delineato alcune tendenze, citando PolisPolitics una piattaforma Instagram gestita da giovanissimi.

“C’è nella vostra generazione la voglia di occuparsi dei beni comuni. È una generazione che capisce che gli scenari non potranno limitarsi agli stati nazionali”.

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