L’ingegner Marcello Salvatori e il sostegno al Premio I fiori blu per Foggia. «I libri possono aumentare il livello diffuso di civismo, di responsabilità e di libertà»

by Antonella Soccio

Il Premio letterario nazionale I fiori blu, giunto alla quinta edizione, oltre alle istituzioni e al favore dei lettori e delle lettrici, ha al suo fianco da sempre un gruppo di imprenditori di Capitanata, attenti alle dinamiche sociali e culturali.

Senza citare Adriano Olivetti, secondo cui la « virtù rivoluzionaria della cultura dona all’uomo il suo vero potere», anche per alcune imprese pugliesi i libri e la letteratura sono un modo per aprire la mente.

Insegue da sempre un radicale cambiamento di mentalità l’ingegner Marcello Salvatori, patron di Sistemi Energetici e di moltissime altre realtà imprenditoriali nei segmenti del vino, del buon vivere e della natura, e sponsor del Premio.

Noi di bonculture lo abbiamo intervistato.

Ingegner Salvatori, segue il Premio I fiori blu dall’inizio. Credeva in una tale durata e nell’autorevolezza registrata di edizione in edizione?

Cercando di tornare con la memoria alla prima e alla seconda edizione, certamente io guardavo a questa esperienza come ad una esperienza importante, particolare, di grande coraggio, che in qualche modo andava per me nella direzione giusta che è quella di immaginare e provare a vedere con occhi diversi la nostra città e il nostro mondo, come un mondo di persone capaci di fare anche delle belle e grandi cose, come nel caso dell’associazione I fiori blu, di Alessandra Benvenuto e di tutti coloro che hanno lavorato in questi anni. Facendo una riflessione di più ampio respiro, a volte facciam fatica a guardare il mondo come potrebbe essere, invece questa operazione dell’essere in potenza e pensare a quello che la nostra città potrebbe essere e diventare in realtà è il passaggio fondamentale per agire e costruire insieme ad un gruppo di persone quello che poi è il nostro futuro. L’associazione I fiori blu ha dimostrato, con una esperienza splendida, come il sogno, la speranza e la voglia di vedere un mondo diverso in un’area particolare quale è quella della cultura e della letteratura possano essere la spinta fondamentale per l’azione di un gruppo e di una organizzazione. Se forse qualche anno fa potevo essere scettico, mostrando anche un po’ la mia limitatezza nel saper comprendere i sogni degli altri e nel saper aver fiducia, oggi sento che i sogni degli altri possono avere grande ambizione. Il confermarsi anno dopo anno della realtà de I fiori blu ci dice che si può lavorare seriamente e si possono costruire degli edifici bellissimi.

Da imprenditore illuminato con tante diversificazioni in settori ricettivi, culturali ed enogastronomici, quale crede sia il valore delle cultura per un territorio difficile e minato dalle mafie come il nostro? La cultura, la lettura sono ancora elementi di emancipazione sociale?

Leggere è sicuramente uno strumento di emancipazione, aiuta a comprendere mondi diversi dal proprio, aumenta la complessità del pensiero e aumenta l’autonomia e in definitiva la libertà. Si può decidere avendo più strumenti a disposizione. Io direi che leggendo si può essere anche più felici perché con le emozioni e le sensazioni si possono esplorare dei mondi che altrimenti sarebbero inesplorati e lontani dalla propria esperienza di vita. È uno strumento che può aiutare fasce di popolazione che sono emarginate, aumentando il livello diffuso di civismo, di responsabilità, di autonomia decisionale e di libertà.

Il suo è stato per diversi mesi un nome spendibile per il campo largo progressista per le scorse amministrative comunali. Che consiglio si sentirebbe di dare ad Alessandra Benvenuto e all’assessora alla Cultura Alice Amatore per Foggia?

In tutta sincerità penso che Alessandra, Alice e anche Maria Aida (Episcopo sindaca di Foggia ndr) siano persone che abbiano serietà e competenza. Nella lettura hanno competenze superiori alle mie, non credo di poter dare loro nessun consiglio. Posso fare però un paio di osservazioni. La prima è che sto notando con piacere che la dimensione della lettura sia stata portata a vari livelli e nei quartieri dove si legge di meno. Si sta facendo un lavoro con le scuole per la valorizzazione dei libri e dell’importanza di leggere. Questo è assolutamente giusto e corretto perché c’era un po’ il rischio che il premio potesse rimanere in un ambito elitario di persone colte, tra virgolette. La seconda riflessione è che sarebbe anche bello che non passassero dei messaggi impliciti del tipo che chi non legge è un ignorante o roba del genere. Alla fine ci sono persone che non leggono per mille motivi, insomma attenzione a non far diventare la lettura stessa e la possibilità di leggere o l’esercitarlo un elemento di discriminazione. Va fatta anche una riflessione a mio avviso sull’uso del corpo, le braccia, le gambe. Il corpo è stato trattato con sufficienza dalla cultura con la C maiuscola, come se i lavori manuali fossero di serie b rispetto ai lavori di natura intellettuale.

Foggia è anche la città dei venti, da imprenditore green ha mai pensato ad un Festival del Vento?

È una bella suggestione, vista la grande rilevanza dei temi della transizione ecologica si potrebbe pensare ad una sessione di letteratura che guardi alla saggistica nel campo della transizione e dei nuovi modelli sviluppi e alle possibili soluzioni della crisi climatica ed energetica di dimensioni planetari che dovrebbe cambiare i nostri paradigmi di pensiero e di vita. E su questo la letteratura dovrebbe agire un ruolo trainante che forse non ha del tutto. Quelle esperienze importanti che pure ci sono dovrebbero essere valorizzate per diffondere questa dimensione culturale. Il vento è solo una delle aree della rivoluzione verde, ci occupiamo di vento, di sole, di biogas, di biomasse, di economia circolare. I cicli delle materie e dell’energia sono tutti temi che dovrebbero rientrare perché no in un festival della letteratura green.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.