MAD – Memorie Audiovisive della Daunia, l’archivio digitale di Luciano Toriello, che attraverso la storia studia i processi di cambiamento sociali

by Antonella Soccio

Prendersi cura della memoria, recuperarla e consegnarla alle nuove generazioni diventa sempre più importante. Perché la memoria non solo è utile per capire il passato e sistematizzare il presente, ma rende chiaro anche il futuro.
È da questa consapevolezza che parte la seconda vita di MAD – Memorie Audiovisive della Daunia, l’archivio digitale fondato da Luciano Toriello – che raccoglie documenti audiovisivi relativi alla storia e alle tradizioni etno-antropologiche del territorio della Daunia dal secondo ’900 ad oggi – risultato tra gli Organismi Culturali e Creativi aggiudicatari di un finanziamento dell’Unione europea-Next Generation EU, nell’ambito del progetto TOCC-Transizione digitale del PNRR. Grazie a questo progetto MAD, che è l’archivio più grande dell’audiovisivo in Puglia, continuerà a crescere con la digitalizzazione e la catalogazione di nuovi fondi, cui farà seguito la messa on line di una digital library.

Noi di Bonculture dopo i nuovi eventi di Lucera abbiamo intervistato Luciano Toriello.
Luciano, avete già 15mila ore di girato, come sarà fruibile questo patrimonio? Sarà in Mediateca? Diventerà un fondo della Magna Capitana? Avete in mente una sede fisica e se sì come si connetterà col progetto di Lucera Capitale della Cultura?

L’archivio MAD nasce a Lucera nel 2018 e ad oggi conta numerosi Fondi al suo interno e continuerà a risiedere dove è nato e dove ogni giorno lavoriamo alla sua digitalizzazione. Il pnrr e la transizione digitale ci stanno aiutando a rendere nel tempo questo patrimonio fruibile online, attraverso la creazione di una digital library.
Collaborare con enti pubblici e privati è sicuramente possibile, come lo è già stato in passato per il progetto Biblioteca contro le mafie con La Magna Capitana o come lo è stato per varie produzioni audiovisive.

Avete prodotto Matria eppure parlare di immateriale e di radici significa anche riscoprire un patriarcato quasi morente …cosa avete scoperto nel villaggio mondo della cultura contadina?

Lo studio della nostra storia è fondamentale per capire e favorire i processi di cambiamento sociali. La guerra, la negazione dei diritti, i riti, le tradizioni aiutano il processo di comprensione.
In Matria riscopriamo, proprio attraverso l’archivio e le radici, il valore fondamentale della propria lingua madre, dando la possibilità ai giovani protagonisti della comunità francoprovenzale di Faeto di comprendere meglio l’unicità del loro patrimonio immateriale.

Gli archivi di famiglia cosa raccontano? Ci sono contenuti inediti non previsti?

Gli archivi di famiglia documentano i cambiamenti sociologici relativi ad usi e costumi della nostra società e lo fanno in maniera veritiera perché non nascono con l’intento di costruire dei prodotti.

Qual è il prossimo passo per Mònde 2024? Ci sono temi ancora inesplorati?

L’edizione del 2024 sarà quella dell’anno di Monte Sant’Angelo Capitale pugliese della Cultura e arriverà, inoltre, al termine di un percorso di residenze cinematografiche che si terranno da inizio anno con i ragazzi delle scuole. I temi da esplorare sono sicuramente molteplici e l’obiettivo è approfondire sempre più i temi del viaggio.

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