Mare d’Amare, in spiaggia a Zapponeta le persone con disagio psichico sono risorse per tutta la comunità

by redazione

“La comunità terapeutica si presenta come una comunità e non un agglomerato di malati. Come una comunità organizzata in modo da consentire il movimento di dinamiche interpersonali fra i gruppi che la costituiscono e che presenta le caratteristiche di qualsiasi altra comunità di uomini liberi”, scriveva Franco Basaglia in Che cos’è la psichiatria.

Cosa c’è di più libero e vivo di una spiaggia da calpestare, pulire e respirare? Parte da questo assunto “Mare d’Amare”, l’idea progettuale della referente dottoressa Giovina Aghilar, che ha visto coinvolti gli ospiti della Crap di Zapponeta, con l’intervento del C.S.M. di Manfredonia, l’amministrazione comunale di Zapponeta e la scuola elementare della cittadina costiera. Non solo integrazione. La finalità del progetto punta tutto ad una reale valorizzazione degli ospiti visti come una risorsa dal contesto comunitario. Guidati e seguiti da una equipe multi professionale, gli ospiti sono stati coinvolti ad un livello progressivamente crescente di partecipazione, attraverso delle interazioni programmate che sono state realizzate con ruoli ben precisi.

Le giornate dedicate al mare e alla conoscenza delle risorse botaniche naturali e delle attitudini colturali del territorio con vari laboratori (foto, disegno, pittura a soggetto ecologico naturalistico) hanno consentito un processo progressivo di partecipazione di associazioni ed enti o gruppi di solidarietà civile. Non è usuale che persone affette da disagio psichico siano coinvolte in esperienze di vita, insieme ai ragazzi e ai cosiddetti “sani”. È più facile che la malattia mentale diventi stigma umano e sociale, in percorsi ghettizzanti o paternalistici, dentro recinti concettuali e sociali. È contenzione anche quella relazionale, coatta ed escludente. Programmata.

Mare d’Amare infrange questi tabu, perché le persone con disagio psichico sono state inserite in un contesto che non li ha emarginati, ma li ha immersi in una natura di cui prendersi cura.

Destinatari il Comune di Zapponeta appunto, gli studenti delle scuole della città, la Crap Il Girasole della Cooperativa Spes, i servizi di Manfredonia, le associazioni di volontariato, le istituzioni e la cittadinanza.  

Sono state ben quattro le giornate ecologiche che hanno permesso una riflessione sulla costruzione dell’immagine sociale del diverso.

Mi sento un po’ come il mare

abbastanza calma per intraprendere

nuovi rapporti umani

ma periodicamente in tempesta per allontanare tutti,

per starmene da sola.

Alda Merini

La sintonizzazione ecologica del resto è alla base dell’ecopsicologia, nata a Berkeley negli anni Novanta. I percorsi nella natura si propongono di facilitare la connessione col mondo interiore con un processo di maggior introspezione che accompagna a ritrovare un rapporto più profondo con la natura. Si parla di green mindfulness, ma nel caso di Mare d’Amare si è dentro un progetto più ampio e allo stesso tempo più concreto, in cui è stato possibile mettere al centro la relazione. Con la natura e il mare, insieme set scenografico, contesto e senso dell’iniziativa. Il “fare comunità” del servizio territoriale può concretizzarsi quando, come in Mare d’Amare, si fanno emergere strutture di senso nella vita delle persone, rendendo visibili a tutti, adulti e bambini, le esistenze negate.

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