Al voto tra incertezze e speranze 

by Micky De Finis

Chiusi i giochi delle varie congreghe, è partita la corsa elettorale settembrina che le forze politiche hanno allestito attraversando un mare di difficoltà. 

Non è stato facile impacchettare le liste perché tutti hanno dovuto fare i conti con il taglio dei parlamentari che ha lasciato in dote un obitorio di esclusi,una vera requiem!

Considero però grottesca l’idea di aver ridotto il numero dei prossimi inquilini di Palazzo Montecitorio senza aver rivisto la legge elettorale, giusto per dire che la partita maschera il trucco di sempre.

Ma questa è l’anomalia tutta italiana che grava come un macigno sulla nostra democrazia in cui si è voluto strozzare quel metodo proporzionale che, non solo dal mio modesto punto di vista, rimane l’unico sistema che favorisce una vera rappresentatività e limita l’egemonia dilagante dei partiti nel Parlamento.

Come che sia ho già espresso e confermo la sensazione che il centrodestra abbia maggiori chances per far proprio il match. Troppo impari la gara ai nastri di partenza per come si sono chiuse le coalizioni che descrivono una maggiore coesione tra le formazioni di destra e conservatrici rispetto a quelle progressiste e di sinistra, entrambe chiamate ad ostacolare l’operazione moderata del Terzo Polo che cercherà comunque di sottrarre voti a destra e manca.

E tuttavia questa previsione, tutt’altro che azzardata, dovrà misurarsi, almeno in Puglia, con altri fattori : dal valore aggiunto e dall’identità delle persone chiamate a raccogliere il consenso e dalle candidature di alcune personalità esterne che hanno provocato l’esclusione di personaggi di un significativo peso elettorale, cosa accaduta dovunque tranne che nel Pd, mantenutosi lontano dal catapultare in Capitanata proposte blindate dall’alto.

In Puglia saranno assegnati 27 seggi alla Camera e 13 al Senato, calcolo che deriva dalla suddivisione disegnata su base regionale in collegi uninominali e  plurinominali. In definitiva le urne dovranno promuovere in tutta la regione  40 parlamentari.

Interessante la partita che si preannuncia nel collegio camerale plurinominale di Foggia, Cerignola e Andria dove si misureranno, tra gli altri, tre big come come Mara Carfagna, Giuseppe Conte e Raffaele Piemontese. 

Va detto che Il vice presidente della Regione parte con i favori della vigilia non solo per quella doppia candidatura che lo vedrà protagonista pure nel collegio camerale uninominale 2 di Cerignola ma anche per il grande lavoro già messo in opera per la Regione e per la Capitanata con un dinamismo ed una modernità innegabili. 

E difatti la sfida di Piemontese continuerà in Capitanata nel collegio camerale uninominale 2 dove incrocerà Gian Diego Gatta, schierato da Forza Italia nel tentativo di sbarrare la strada al giovane leader del Pd, risultato alle recenti regionali il più suffragato di tutta la Puglia. 

Suscita poi molta attenzione la corsa che si svilupperà a Foggia, San Severo, Lucera e sui Monti Dauni nel collegio camerale uninominale 1 dove il Pd punta su Valentina Lucianetti, avvocato, una delle poche vere novità, un volto nuovo che richiama per storia ed impegno i principi di legalità e la tradizione riformista, liberale e laica dell’intera coalizione.

Sarà questa una sfida avvincente anche per la presenza di Marco Pellegrini, pentastellato uscente, Nino Danaro per il Terzo Polo e Maria Roccella, bolognese con un passato politico radicale, poi finito nel centrodestra. Se sia o meno attrezzata sui temi territoriali, rimane un mistero della fede !

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Fanno ancora notizia, inutile nasconderlo, alcune mancate candidature come quella di Gian Nicola De Leonardis, punto di riferimento per gli elettori di Fratelli d’Italia. Non da meno, pesano i malumori generati dai veti che hanno sbarrato la discesa in corsa di Antonio Potenza, scaricato da Forza Italia e del leghista Raimondo Ursitti, la cui candidatura era data per scontata.

Altra storia quella per il Senato dove i seggi del plurinominale sono stati quasi tutti destinati ai maggiorenti di partito. A Foggia, nel collegio uninominale 1 per il Senato si fronteggeranno Anna Maria Fallucchi (Fratelli d’Italia) per il centrodestra, Gisella Naturale (Movimento 5 Stelle), Teresa Cicolella (Pd) per il centronistra e Lorenzo Frattarolo (Italia Viva)per il Terzo Polo.

E a proposito del Terzo Polo non va sottovaluto il ruolo che reciteranno Calenda e Renzi. L’intesa raggiunta con Massimo Cassano, messo in lista alle spalle di  Mara Carfagna nel collegio camerale plurinominale di Bari e Molfetta è un segnale chiaro che potrebbe riservare sorprese, vista la capacità elettorale di Cassano, campione di consensi con i suoi popolari nel bacino pugliese.

Ovviamente le tensioni non mancano. 

Mario Draghi ha rilanciato dal meeting di Rimini l’importanza fondamentale di mantenere fermi i principi di coesione nazionale, quale che sia l’esito delle urne. Lo ha fatto con la saggezza che il Paese gli riconosce, mettendo da parte l’irresponsabilità consumata sul suo Governo, per meri interessi di bottega, da Conte, Salvini e Berlusconi, cui andrebbe conferito un premio Strega per lo sfascio , perché il vero dramma che sta per abbattersi è dato dall’allarme gas, che mette a rischio oltre 100 mila imprese, una tempesta perfetta.

Dunque, una sfida non priva di colpi di scena anche per le aspettative deluse che si registrano in quasi tutti i partiti. Nel Pd per quel che è accaduto, prima per l’abbandono di Conte dal campo largo svanito nel nulla, poi da Calenda che ha capovolto i termini di un accordo che sembrava già bello e fatto.

È anche vero che nel centrodestra c’è pochino per cui gioire. Basta guardare i volti dei  suoi protagonisti di oggi che sono quelli di ieri. Una vera ribollita. 

L’unico augurio possibile corre in una doppia speranza : intanto andare a votare e soprattutto scegliere bene le persone,uomini e donne, capire chi sono e quel che rappresentano in termini di valori e competenze.

Non è poi così difficile. Basta pensare, riflettere e decidere. 

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