Antonella Vincenti: “La doppia preferenza di genere è una vittoria. Candidare Elena Gentile è un dovere visto il suo amore per la politica”

by Andrea Tedeschi

Abbiamo intervistato Antonella Vincenti coordinatrice delle donne democratiche di Puglia.

Antonella Vincenti, la conversione in legge del decreto sulla doppia preferenza di genere in Puglia sana una situazione che era rimasta unica in Italia. E’ una vittoria o una sconfitta per la Puglia?

Sicuramente una vittoria, se è vero che nella vita, e la politica non fa eccezione, conta il risultato. La doppia preferenza di genere è un punto a favore della democrazia paritaria, un mattone nel cantiere della parità. Ma l’obiettivo raggiunto non allevia l’amarezza per le difficoltà del percorso di approvazione, che ha dovuto chiamare in causa i poteri sostitutivi del Governo dopo la pioggia di emendamenti che ha smascherato le esitazioni del Consiglio regionale. Ha vinto la prospettiva. Hanno perso le trincee dei pregiudizi. Ha perso il desiderio reazionario di una classe politica riluttante al cambiamento.

Come giudica il comportamento del Consiglio regionale in questo frangente?

Sono molto dispiaciuta perché è venuto fuori il contrasto tra il senso e i valori della politica e le sue peggiori interpretazioni. Al di là di alcune condivisioni, si è assistito a un atteggiamento strisciante sfociato in un argine preordinato. Un atteggiamento che chiama in causa i sedimenti più speculativi della politica, quelli che hanno paura della competizione elettorale e pensano bene di mettersi di traverso a una legge dello Stato. Mi spiace che la doppia preferenza non faccia sponda con l’obbligo di quota all’interno delle liste. Ma, considerate le premesse e le resistenze, rimane un traguardo storico. Da ascrivere alla lotta delle donne, ai movimenti e alle associazioni costituiti con questo obiettivo, alla sensibilità del Governo e alla fermezza spesa nel merito dal ministro Francesco Boccia.

Basterà una legge a far cambiare la mentalità a una politica ancora troppo maschilista?

Certo che no. Una legge non basta ma ha il dovere di intervenire laddove vi siano ritardi di civiltà. Guardi, è un processo semplice. I cambiamenti culturali hanno bisogno di tempo, a volte di molto tempo, di generazioni capaci di trasmettere visioni del mondo differenti. Una società cambia anche grazie all’indirizzo dello Stato e delle sue leggi, per questo una regola diventa col tempo una realtà accettata. Pensi ai progressi delle donne nella storia, alle mille conquiste, agli spazi di emancipazione resi possibili dallo Stato democratico e sociale. Tuttavia, restano incrostazioni culturali, rigurgiti di maschilismo anche nell’opinione pubblica più insospettabile, che i processi sociali devono consentire di rimuovere.


La questione di Elena Gentile candidata alle primarie per la presidenza e poi esclusa dalle liste del Pd di Foggia grida vendetta. Lei che ne pensa?

In qualità di coordinatrice delle donne democratiche di Puglia, ho partecipato a una petizione a sostegno della candidatura di Elena Gentile col Pd. Dunque, la mia posizione è chiara. Tengo a precisare che la candidatura di Elena Gentile non debba essere un atto di riconoscenza ma una scelta legata al suo linguaggio politico, potente e propositivo, improntato a una profonda umanità. Il suo è un esempio di amore per la politica, di disponibilità al confronto, di impegno, come dimostrano alcune battaglie di civiltà, tra le quali la legge regionale 19/2006, la prima in Italia ad estendere i diritti delle famiglie tradizionali a ogni altro tipo di unione.

Il Pd di Lecce sembra voler aprire alla candidatura della Gentile nel Salento. Un ripescaggio curioso, che sarebbe un bel segnale da un lato, ma una sconfitta per il territorio dall’altro.

Colpisce il bel segnale, mi fermerei qui. Le sconfitte presentano il conto a chi le ha determinate. La Federazione di Lecce non è l’unica a proporre la candidatura, in queste ore potrebbero esserci novità, perché la sua attività, prima da assessore regionale e poi da parlamentare europea, è stata apprezzata da ogni parte della regione. Per questo non parlerei di ripescaggio, la politica non mette le bandierine sui territori. Oltre le delusioni e le polemiche, rimane la disponibilità di Elena Gentile e del suo contributo di idee per la Puglia, per quel terreno ricco e complicato che sono le politiche sanitarie e il welfare.

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