Fitto punta sul “pumo” per vincere, tra tradizione e scaramanzia la scelta del candidato del centrodestra. Che Salvini continua a ignorare

by Andrea Tedeschi

Se gli porterà fortuna, lo sapremo il prossimo 21 settembre, all’indomani delle elezioni regionali, sempre che Michele Emiliano si decida a convocarle (spetta al presidente della Regione l’incombenza ufficiale). Raffaele Fitto ha svelato il simbolo sotto il quale correrà la sua lista del presidente, una scelta certamente inedita a cui fino adesso nessuno aveva mai pensato: quella del “pumo”, uno dei prodotti storici dell’artigianato di Grottaglie, svelato in maxi dimensioni sul molo San Nicola di Bari, quello da cui ogni anno (a parte il 2020 in piena emergenza Covid) si imbarca la statua del vescovo di Myra durante la sagra di maggio.

A molti è venuto da pensare che se nessuno lo ha mai adottato un motivo ci sarà, ma sembra evidente il significato scaramantico di un oggetto che viene spesso regalato per augurare buone cose a chi lo riceve. I colori, verde e blu, richiamano un po’ quell'”Oltre con Fitto” che cinque anni fa sostenne la corsa (infruttuosa) di Francesco Schittulli contro Michele Emiliano. Certo è che Fitto crede molto nella sua corsa, annunciando anche nuovi ingressi in coalizione nei prossimi giorni.

Difficilmente si riferirà a nuovi partiti, al netto delle liste “personali” che affiancheranno Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e UDC nel rettangolo dedicato a Fitto sulla scheda elettorale a settembre. Più probabilmente ad altri esponenti politici “borderline” che si schiereranno con lui. A tal proposito, Fitto ha ribadito che “c’è differenza tra trasformismo e adesione a un progetto politico: il trasformismo c’è quando uno si fa eleggere con un simbolo e poi passa dall’altra parte, invece se cambia schieramento prima del voto è un atto più che legittimo”.

Resta il fatto che alla presentazione del simbolo fittiano non c’era il pubblico delle grandi occasioni, né una grande presenza degli alleati delle altre forze che lo sosterranno alle elezioni. Neanche il capogruppo di FDI alla Camera Francesco Lollobrigida, pur presente in Puglia per la campagna elettorale, si è fatto vedere sul molo San Nicola. E intanto Matteo Salvini ha chiuso il tour elettorale in Basilicata e nel centrosud della Puglia non nominando quasi mai Fitto e facendo sapere che per lui “conta la squadra, più dei nomi”.

E poi, immancabile, arriva anche il fuoco amico. Perché se Forza Italia ha deposto le armi contro Fitto, “reo” qualche anno fa di aver sfidato nientemeno che Silvio Berlusconi, Adriana Poli Bortone invece sembra decisa a dare battaglia fino all’ultimo all’uomo di Maglie che punta a tornare in sella alla Regione Puglia dopo 15 anni. E non a caso l’ex ministra, sindaca a Lecce, senatrice e assessore a Matera è tra le sponsor principali di Pierfranco Bruni, il sesto candidato alla Presidenza della Regione, autodefinitosi “intellettuale” del redivivo MSI-Fiamma Tricolore.

Per Fitto non è certo il momento di sedersi sugli allori, né tanto meno sul pumo.

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