“Il profumo di mio padre”, l’onorevole Fiano spiega ai Gd l’attualità della battaglia antifascista. «I suoi torturatori nel lager non li ha perdonati»

by Gabriele Rana

Siate ribelli. Non accontentatevi delle verità rivelate. Conquistate le verità delle cose in cui credete. Non adulate mai una persona, un leader, un capo. Gli uomini non sono dei. Non lasciatevi ammantare da ideologie assolutistiche che spiegano tutto e pretendono fedeltà assoluta. Battagliate, senza armi. Come unica arma mettete la vostra lingua, la vostra parola e la vostra influenza. E, infine, non siate indifferenti: non pentitevi domani per una volta che sapevate di essere di fronte a un’ingiustizia e non avete parlato”.

È con queste parole, esposte con calma e compostezza, che venerdì scorso l’onorevole Emanuele Fiano ha concluso l’incontro online organizzato dai Giovani Democratici di Foggia e trasmesso in diretta Facebook. L’appuntamento è l’ultimo di una serie di webinar organizzati a scopo divulgativo dai GD e moderati proprio dal segretario della giovane compagine politica Gabriele Cela. Nell’incontro precedente si era parlato della storia del Partito Comunista Italiano, in occasione del centesimo anniversario della sua fondazione, con lo storico Miguel Gotor e l’ex senatore del PCI Orazio Montinaro.

Giungendo al termine del Mese della Memoria, e approfittando dell’uscita del libro “Il profumo di mio padre” (Piemme) scritto dallo stesso Fiano e pubblicato il 19 gennaio scorso, nell’incontro virtuale che ha concluso la rassegna si è parlato di Shoah, della diffusione ancora dilagante del razzismo e dei modi possibili per arginarlo. Durante la diretta, iniziata con il tema di “Schindler’s list” composto da John William per l’omonima pellicola che ripercorre gli aspetti più tragici di questa pagina della storia contemporanea, il moderatore e l’onorevole si sono scambiati domande e risposte di cui riportiamo una selezione.

Suo padre ha mai perdonato quanto è accaduto nei campi di sterminio?” ha domandato Gabriele Cela all’onorevole Fiano, visto che nel libro si parla proprio del rapporto con suo padre e della sua vita di figlio in una famiglia che si trascinava un’eredità di orrori impossibili da cancellare.

No, credo di no – ha risposto Fiano – Non ha avuto nulla contro nuove generazioni di tedeschi, ma i suoi torturatori nel lager non li ha perdonati”.

Quando Fiano si è sentito chiedere come si distrugge il fenomeno fascista, l’onorevole non ha avuto dubbi e ha esposto la sua ricetta: diffusione della cultura, della storia e di un’etica comune.

Ci sono ancora persone che condividono ideali di estrema destra o, addirittura, persone che negano l’esistenza di quei campi. Noi che ci occupiamo di quel ricordo, abbiamo qualche colpa? Dobbiamo metterci più energia?”

No, certamente non sbagliate ha concluso Fiano – Bisogna spiegare l’attualità di questa battaglia antifascista. Noi non lo facciamo per uno scopo storico. Noi lo facciamo perché potrebbe riaccadere”.

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