In Giunta con Emiliano: sì o no? I turbamenti del M5S e quella ipotesi di accordo a Manfredonia

by Antonella Soccio

“Le parole pronunciate nella campagna elettorale sono impegni presi con i cittadini e, quando si cambia idea, ci si scioglie da questi, dimettendosi e tornando al voto, esponendo l’idea diversa”.

La visione dell’ex candidata presidente della Regione Puglia del M5S Antonella Laricchia è talmente netta da risultare più che purista. Di una irremovibilità adolescenziale. Ma assai più condivisibile oggi rispetto alla sua chiusura pre elettorale, che l’ha condotta a rifiutare l’accordo suggeritole dal premier Giuseppe Conte e consigliatole come uno stalking da tanti opinion leader, il giornalista Andrea Scanzi su tutti.

La scissione nel mondo pentastellato ormai è nei fatti. E con essa la perdita di una delle due ali, quella destra, ma forse anche quella sinistra, che con un accordo col Pd così organico potrebbe preferire altri movimenti più radicali.

Il mantra “non siamo né di destra né di sinistra” è ormai un ricordo sbiadito. Così come l’essere alternativi al sistema, così caro al barricadero Alessandro Di Battista, l’altro leader.

“Entrare in maggioranza per il M5S non si tratterebbe neppure di impegno di responsabilità per dare un Governo alla Regione: a Emiliano basta firmare le nomine, forte del premio di maggioranza.

Sarei curiosa di scoprire, se tornassimo al voto, dicendo che se vince Emiliano il M5S fa l’inciucio con lui, quanti di noi 5 Stelle sarebbero rieletti”, ha scritto sui social Laricchia.

La sua tesi appare corretta, se si considera che le due alleanze organiche tra Pd e M5S, in Umbria e in Liguria, sono state entrambe bocciate, con un MoVimento molto più debole in coalizione che da solo.

Che fare dunque? Stando agli umori pugliesi più diffusi tra portavoce e meetup, l’accordo tra Michele Emiliano e i 4 consiglieri regionali è già chiuso così come l’ingresso della foggiana Rosa Barone in Giunta, con l’assegnazione della pesante delega all’Ambiente, che sarebbe per la terra della Quarta Mafia, con discariche e inchieste di monnezza riversata nei campi agricoli più pregiati d’Europa, un bel colpo. Si attende solo il Sì del capo politico Vito Crimi e se davvero ci fossero troppi tormenti la ratifica della piattaforma Rousseau, che mai ha smentito le decisioni già prese dall’alto.

Non mancano già le tesi più disparate di fantapolitica. Un assessorato a Barone nella Giunta emilianista aprirebbe le porte ad una alleanza più strutturata sopratutto in Capitanata anche nei vari Comuni che andranno al voto nel prossimo futuro. E in particolare i due sciolti per mafia: Manfredonia e Cerignola.

Già a Monte Sant’Angelo (altro Comune sciolto per mafia) il M5S quando si tornò al voto non fu belligerante nei confronti dei dem, lastricando la vittoria del giovane piddino Pier Paolo D’Arienzo.

Si rincorrono le ipotesi, nella città del Golfo che, pur avendo avuto una marea di candidati nella competizione del 20 e del 21 settembre, ha eletto gli stessi consiglieri regionali di sempre, l’azzurro Giandiego Gatta e l’ex capogruppo regionale del Pd Paolo Campo, nonostante la presunta voglia di cambiamento dopo lo smacco dello scioglimento del consiglio. Una città pressoché immobile sul piano politico e che ha un fortissimo esponente in Parlamento nell’onorevole Michele Bordo, ex segretario regionale degli allora Ds, tra i più importanti referenti del leader ed ex Ministro Andrea Orlando e che ancora esprime la classe dirigente imprenditoriale della provincia, con Damiano Gelsomino presidente di Camera di Commercio e Gianni Rotice a Confindustria.

Il Pd e il M5S saranno alleati a Manfredonia? “Quien sabe”, risponde con una battuta Gatta.

Sono molti coloro che cominciano ad organizzare le loro piattaforme civiche. È tutto un pullulare di comitati, vecchi e nuovi, con nomi noti della politica locale della città partito ex Pci, dietro cui emergono giovani desiderosi di dire la loro. Dal Molo 21 ispirato dall’ex sindaco Gaetano Prencipe a Città Protagonista di un altro amministratore di lungo corso, Tonino Prencipe, fino a Pop del creativo Saverio Mazzone, passando per Città Nuova di Magno a CON tenuto insieme dall’ex sindaco Angelo Riccardi e rappresentato dalla dipendente Sanitaservice e giornalista Maria Teresa Valente. Senza dimenticare il progetto cattolico che si rispecchia nelle parole del Vescovo Moscone e i Cinquestelle della parlamentare Francesca Troiano, fedelissima di Giuseppe Conte, che potrebbe puntare sull’ex Forza Italia, l’avvocato Vanni Salcuni, suo collaboratore, come prossimo candidato sindaco, con l’appoggio del Pd.

“Noi vogliamo stare con chi si assume l’onere del cambiamento vero e autentico, ci mettiamo la faccia, e vogliamo farlo in un nuovo centro-sinistra, sulla base di una piattaforma programmatica. Non possiamo andare con il centro destra, ma tutte le altre strade sono aperte”, rileva a bonculture Valente di CON, che oggi in occasione dell’apertura ufficiale della sede in corso Manfredi n. 201, organizza un pubblico incontro con il presidente della Regione Puglia ??????? ???????? ???? ??? 19, trasmesso in diretta streaming sulla pagina fb della testata giornalistica ??????????? ???, in una puntata speciale di Vertigo in cui saranno coinvolti i rappresentanti di varie categorie cittadine (ristorazione, sanità, palestre, spettacolo, ecc).

In mezzo, dentro questo magma di interessi e di istanze, ci sono tutti i delusi del M5S, rappresentati dal parlamentare Antonio Tasso.

“Il M5S che ha realizzato un’opposizione durissima alla scorsa amministrazione – decisiva per la sua caduta – rappresentato dagli allora consiglieri Massimiliano Ritucci e Gianni Fiore e dal sottoscritto come responsabile della comunicazione, non farebbe MAI un accordo con quelli che furono i principali antagonisti, che consideriamo i responsabili del penoso stato in cui versa Manfredonia. Prova ne sia che quando ci fu l’accordo governativo del Conte 2, Ritucci si allontanò dal Movimento, argomentando in tal senso. Non conosco chi fa parte del meetup locale e se è rappresentato dalla mia collega deputata e neanche se costituiscono un soggetto politico interlocutore, perciò non ne ho idea. Certo, anche qui, sono molto curioso di assistere agli sviluppi, anche se non mi sorprenderei di nulla, dal momento che il M5S si è mostrato tanto rigido nei miei confronti (arrivando anche a non rispettare il proprio regolamento, nella mia vicenda) quanto permissivo verso l’applicazione dei principi e delle regole in vigore”, rileva alla nostra testata il deputato espulso da Luigi Di Maio.

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