Lady Mastella, “l’irresponsabile Renzi” e quel gabinetto di guerra contro i policromi lockdown italiani

by Enrico Ciccarelli

Lo shit storming nei confronti di Matteo Renzi e di Italia Viva scatenato dalle centrali propagandistiche di regime con la compiacente collaborazione dei boccaloni da social network (cui non pare vero di avere qualcuno con cui prendersela, in questo momento di paura e di rabbia) ha il trasparente scopo di far passare come necessario e provvidenziale l’arruolamento di Lady Mastella e altri parlamentari a stampella del Governo Conte, in modo da risolvere la crisi con un maquillage ed eventualmente qualche prebenda. Magari funziona e dura, magari funziona ma non dura, magari non funziona.

Di sicuro, a parte il divertente spettacolo di Di Maio che supplica Forza Italia e di Travaglio che fa inversione a U sul vincolo di mandato, è un’architettura del tutto inutile. L’obiezione sui trasformismi poteva infatti avere un senso nel tempo delle appartenenze di partito, non in quello di forze politiche ridotti a tram da prendere all’occorrenza; trovava fondamento nel quarto di secolo del maggioritario, con i poli organizzati in coalizioni e la flagrante immoralità dei ribaltoni.

Oggi di cosa si parla? Dei Cinquestelle passati dall’antisistema all’accordo con tutti purché Casalino mantenga il suo posto? Del Partito Democratico o dello stesso Renzi, che hanno chiesto i voti agli elettori in contrapposizione ai Cinquestelle e ci governano insieme? Della Lega che lo ha già fatto, con il placet degli alleati di centrodestra? Su, cerchiamo di conservare un minimo di serietà. Altrimenti continuiamo con questa pagliacciata per cui la realtà viene continuamente e ridicolmente ribaltata, con “l’irresponsabile” Renzi che molla le poltrone e vota tutto ciò che è necessario votare per non aggravare il dramma del Paese, e il “responsabile” Zingaretti che è pronto a precipitare l’Italia nel caos di un’elezione anticipata in piena pandemia se non gli lasciano il cicisbeo a Palazzo Chigi.
A me sembra tutto grandemente lineare e logico: Renzi pone dei problemi politici, il cui merito molti dichiarano di condividere. Li usa, senza alcun dubbio, anche con l’intento di rompere il disegno franceschiniano dell’alleanza strutturale Pd-5S nel nome di Conte; ed è comprensibile che, per ragioni simmetriche, il Pd voglia dichiararlo interdetto e sostituirlo con soggetti più malleabili.

La mia soggettivistica opinione è che si tratti di un disegno flebile, perché non credo che Di Maio e Casaleggio si faranno sfilare la loro gallina dalle uova d’oro dal cosiddetto “avvocato del popolo”, né credo che il simbolo creato da Grillo potrà mai apparire in una “finestra di coalizione” con altri simboli, perché ne verrebbero snaturate le ragioni costitutive, la “proteina Spike”.

Non mi nascondo le difficoltà che Renzi e gli altri riformisti di buona volontà incontreranno per salvare la legislatura e il Quirinale e dare al Paese una speranza diversa rispetto allo sconcio populista: ma non credo sia una strada che abbia possibili alternative, e dobbiamo percorrerla con tanto maggiore determinazione ora che il mondo, con il cambio dell’inquilino della Casa Bianca, sembra avviarsi a guarire dalla pericolosa sbronza populista. Soprattutto, temo che le ragioni di Renzi e di Conte, quelle di Zingaretti e Di Maio, e anche quelle di Salvini e Meloni, siano, come le invettive verso l’uno o l’altro di loro, materiale di intrattenimento, esercizio ludico, quisquilia o pinzillacchera. Perché è ragionevole ritenere che l’arrivo della terza ondata, micidiale e previsto, prova provata che al virus i policromi lockdown italiani ed europei non fanno neanche il solletico, ci costringerà per amore o per forza a fare quello che avremmo dovuto fare dall’inizio: un “gabinetto di guerra” presieduto da una figura di alto profilo (Draghi, Cartabia o pochi altri) totalmente dedicato al contrasto dell’emergenza (sanitaria ed economica), appoggiato o almeno non osteggiato da tutti i gruppi politici presenti in Parlamento.

Dal mio punto di vista si tratta di un dies certus an incertus quando: uno sviluppo inevitabile di cui si ignora solo il momento. Si tratta di capire quante vite umane e quanti punti di Pil e quanti posti di lavoro dovremo perdere prima che lo si faccia. Ma voi continuate pure a berciare contro Renzi. Gente allegra, il ciel l’aiuta. Magari anche in pandemia.

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