Maria Aida Episcopo, la prima sindaca di Foggia. Tra ordinaria amministrazione e visione

by Antonella Soccio

Dopo due anni di commissariamento straordinario causato dallo scioglimento per infiltrazioni mafiose, Foggia, la città della quarta mafia, ha la sua sindaca. La prima donna sindaca della città del grano e dell’agricoltura, è Maria Aida Episcopo, ex dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, figlia d’arte del democristiano moroteo Gigetto Episcopo.

Il compito della prima cittadina è arduo. Foggia, dove si può morire ammazzati dopo l’estate per pochi spiccioli o per il ricatto di una licenza e dove ogni lunedì l’azienda di nettezza urbana non riesce a svuotare per intero i cassonetti accontentandosi di prendere con le mani pochi sacchi di monnezza alla volta per restituire un minimo di decenza e decoro, ha perso ogni fondamentale.

Civico, sociale, culturale.

La sua coalizione, il campo largo, non deve mai dimenticare l’ambizione di risollevare un capoluogo macchiato dall’onta dello scioglimento. I suoi spin doctor sono convinti che la ex preside, come una insegnante con la bacchetta d’altri tempi, saprà tenere tutti in riga. Senza farsi intimidire da dispetti, allusioni, piccoli cabotaggi, appetiti poltronistici, interessi particolari.

Del resto i giorni delle buste regalo piene di banconote distribuite, secondo le inchieste e le testimonianze, nell’ufficio di gabinetto dovrebbero essere lontani. Sono lontani.

Il centrosinistra allargato, che va dai calendiani alla sinistra delle anime belle fino agli emilianisti e alla solidità di Pd e M5S, ha vinto con Maria Aida Episcopo, che per la legge della elezione diretta del sindaco, è colei che dovrà governare le tante diversità e complessità della sua maggioranza.

Lei e solo lei, senza eterodirezione barese o romana. Senza quella tentazione tutta aulica ed elitaria di parlare come un Franco Battiato qualunque in Sentimento Nuevo.

Ordinaria amministrazione o visione? Secondo molti maggiorenti partitici Maria Aida Episcopo farà già tanto se ricondurrà la città, come già iniziato a fare con i commissari e con Cardellicchio in particolare, nei binari della normalità, dedicandosi all’ordinario per ripristinare quel minimo di regole, servizi, vivibilità e legalità.

Per altri invece la sindaca dovrà sterzare con forza verso una nuova visione, un nuovo immaginario per Foggia, che potrà nascere attraverso un nuovo brand, una nuova suggestione. Come quella culturale di un teatro stabile nel Teatro Giordano col quale mettere in rete tutti i teatri storici e non della Capitanata.

Commossa, la sindaca ha dedicato il giorno del suo insediamento ufficiale e del passaggio di consegne con il commissario straordinario Vincenzo Cardellicchio alle due medaglie d’oro della città, bombardata nell’estate del 1943 durante la Seconda Guerra Mondiale.

«L’emozione penso si sia manifestata con la sua esplosione e la sua chiarezza quando c’è stato il passaggio di testimonio tra il commissario Cardellicchio, il Prefetto e la mia gestione. Abbiamo fatto il primo punto di verifica contabile unitamente ai revisori e al dirigente preposto», ha detto dopo la consegna della cassa la neo sindaca di Foggia Maria Aida Episcopo.

«Io ricordo quando avevamo il consiglio junior, che si partiva sempre dalle due medaglie d’oro della città, al valor civile e al valor militare- ha proseguito- Rimane un nostro modello civile, sociale e culturale di riferimento. Dobbiamo fare tanto, dobbiamo partire dalla sicurezza, dalla trasparenza e dobbiamo partire anche da un rinnovato senso civico. Se vogliamo una città che sia a dimensione casa e la vogliamo ordinata, luminosa, pulita, attrattiva e confortevole dobbiamo contribuire a renderla tale. Ci saranno degli obiettivi materiali e degli obiettivi immateriali nella gestione amministrativa della casa comunale. E quelli immateriali sono di tipo valoriale e legalistico in senso pieno».

«Coraggio, speranza e impegno massimo. Questa città dimentichi una pagina oscura che ha condotto a un verdetto insopportabile, indegno, quello dello scioglimento per infiltrazioni mafiose. Io ci sarò per tutti. Il mio primo pensiero va ai cittadini che hanno meno fortuna di altri, anche a quelli distanti da casa. Penseremo a chi vedrà in Foggia il luogo di investimenti futuri. La dignità del lavoro è il primo fattore umanizzante di un essere umano. Lotteremo per questo, uniti e con il cuore. Grazie Foggia». Con queste parole invece si è insediata davanti a quasi tutti gli eletti della sua maggioranza e a tanti amici, supporters, dirigenti politici.

Per la Giunta ci vorrà un po’ di tempo. Almeno 15 giorni, dopo la proclamazione degli eletti in aula.

La sindaca sgombra da sé la possibilità, come vuole qualcuno, che il suo esecutivo sia formato solo da tecnici. «Nelle liste ci sono tante competenze», è il suo commento. Non sembra neppure fondato il desiderio di chi vorrebbe nelle varie caselle gestionali solo figure mai nominate prima in CdA e altre strutture di sottogoverno.

«Seguiamo le evoluzioni, siamo work in progress, aspettiamo anche gli esiti del consiglio comunale, ci sono conteggi e verifiche. Siamo all’unisono per le personalità e l’identikit», ribatte la prima cittadina. .

Ebbene, la prima riunione di coalizione sarà dopo le festività di Ognissanti e dei Defunti, poi Episcopo incontrerà, in delle consultazioni bilaterali, le liste.

È quasi confermato in Azione Tempi Nuovi lo slittamento in Consiglio di Carmen Russo, figlia dell’ex assessore all’Ambiente Pasquale Russo. La sindaca vuole Paolo Frattulino al suo fianco.

Più complicata la questione all’interno del Pd, a cui spetterebbe la vicesindacatura. Per l’alternanza di genere potrebbe essere un uomo il vicesindaco. Davide Emanuele, che da primo degli eletti in città, si candida in maniera naturale al ruolo di presidente del Consiglio, potrebbe anche essere scelto per il ruolo di vicesindaco. Ma non è escluso che la sindaca possa sorprendere tutti affidando l’incarico al più giovane eletto, Mario Cagiano.

Alla presidenza dell’aula quindi potrebbe andare una persona adatta al ruolo, individuabile tra Lia Azzarone o il decano Pasquale Dell’Aquila.

Sorprese anche sul fronte tecnostruttura. Episcopo potrebbe tenere almeno 4 dei sovraordinati scelti e selezionati nel corso del commissariamento per supervisionare gli atti. Anche la segretaria generale, la dottoressa D’Ambrosio potrebbe restare al suo fianco. È a scadenza di contratto invece l’ex dirigente ai servizi sociali Silvana Salvemini.

Quanto al programma, ci sono moltissime idee sul suo tavolo. Non ultima quella della candidatura del Teatro Giordano a Teatro Stabile, capace di inglobare nella propria governance tutti i teatri di Capitanata.

È quasi sicuro che insieme a dei project manager Episcopo tenterà di recuperare qualche progettualità da inserire nei finanziamenti del PNRR.

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