Mister preferenze, donne, delfini e liste escluse: Emiliano ce la farà a concludere l’alleanza col M5S e ad aumentare la sua forza? I nomi che mancano al suo esecutivo

by Antonella Soccio

È attesa per la prossima settimana la proclamazione degli eletti nel Consiglio regionale della Regione Puglia, dopo la quale il governatore Michele Emiliano nominerà gli assessori mancanti della sua Giunta, già composta dall’assessore alla Sanità, l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, e dall’assessore all’Agricoltura Donato Pentassuglia.

27 o 29?

L’ufficialità della proclamazione non è un capriccio attendista da parte del presidente, dal momento che è ancora in ballo la sostanza del suo premio di maggioranza a 27, così come è stato computato attualmente, o a 29 come vorrebbe il centrosinistra. La strana legge pugliese impone che gli assessori eletti siano 8 e solo 2 gli esterni. La giurisprudenza non sembra essere dalla parte dell’ex pm: la somma delle poche liste della coalizione (Pd, CON e Popolari con Emiliano) che hanno superato il quorum del 4% non arriva al 40% del totale dei voti ragion per cui i resti vengono suddivisi tra le opposizioni, che hanno avuto 2 seggi in più, andati all’avvocato di Manfredonia Giandiego Gatta dirigente di peso di Forza Italia e al pentastellato tarantino Marco Galante, che con i suoi 2301 consensi è l’ultimo grillino tra gli eletti.

Dovrebbe risolversi con un nulla di fatto anche il ricorso dei pisicchiani di Senso Civico così come quello dei pizzarottiani di Italia in Comune. I primi hanno superato il quorum solo con la ripartizione in percentuale dei 114mila voti tributati al solo presidente e secondo alcune interpretazioni giurisprudenziali non dovrebbero poter eleggere nessuno. I secondi, stando ai conteggi, con il 3,8% hanno già raggiunto il loro massimo.

Gli esclusi

Ecco perché Michele Abbaticchio, sindaco di Bitonto e segretario regionale del movimento che ha per leader il primo cittadino di Parma Federico Pizzarotti, sta cercando una interlocuzione per una federazione con il possibile nuovo partito di sinistra di Nichi Vendola, anche in vista delle prossime Politiche dove il quorum potrebbe essere innalzato addirittura al 5% sul modello tedesco.

In questo turbillon di liste e voti che non hanno rappresentanza in Consiglio regionale si complica non poco lo schema che dovrà seguire il presidente Emiliano per dare forma al suo esecutivo, che dovrà essere, così come ha dichiarato, composto per metà da donne.

Sì ma quali tra le 8 elette (5 dem e 3 a Cinque Stelle) se da un lato Loredana Capone, dopo 15 anni da assessora, dovrebbe puntare a sostituire Mario Loizzo alla Presidenza del Consiglio e dall’altro la testarda dibattistiana Antonella Laricchia continua a dire no alla delega all’Ambiente?

Secondo più di un rumor barese, i vendoliani che hanno a cuore la delega al Turismo e alla Cultura (che Emiliano non vuole cedere perché preferirebbe consegnare loro il Welfare) vorrebbero bypassare la regola della nomina esterna femminile per indicare invece il segretario regionale di Sinistra Italiana Nico Bavaro, giunto secondo molto staccato dal rianimatore Felice Spaccavento e occupando così una casella maschile esterna. Per quella postazione però c’è anche la prof Laura Marchetti, candidata con Senso Civico, la quale, da profonda ecologista, potrebbe anche essere declinata per l’Ambiente.

C’è a Bari un forte senso di rivalsa nel mondo della cultura e del turismo, che ritiene che in questi anni l’asse del brand Puglia sia stato troppo spostato sul Salento dall’assessora Capone. Non c’è solo il foggianesimo garganico insomma sul tema.

Ma nel Pd barese degli eletti, tranne che per il fidato Domenico De Santis, non ci sono profili adatti ad un assessorato così strategico, figuriamoci oggi in tempi pandemici. E Sergio Blasi da Melpignano si sa è purtroppo fuori da tali dinamiche e sarebbe di nuovo un salentino allo stesso assessorato.

Dentro la maggioranza e in particolare nel Pd del resto c’è più di un imbarazzo: per lady preferenze Anita Maurodinoia c’è una indagine in corso, che ha toccato per voto di scambio anche un suo candidato alle scorse amministrative baresi, e continua anche l’indagine del campione di consensi della Bat Filippo Caracciolo.

La provincia più giovane di Puglia per essere rappresentata in Giunta ha un’unica possibilità e cioè la tranese dem Debora Cilento o in alternativa se l’alleanza col M5S va in porto l’eletta Grazia Di Bari, comunque osteggiata da Caracciolo. Per la provincia di Brindisi è in pole Fabiano Amati.

I sindaci boys

Ai Trasporti è quasi certa la nomina del salentino Alessandro Delli Noci esperto di mobilità e fortemente voluto dal sindaco di Lecce Carlo Salvemini, che come il Pd di Capitanata dell’assessore al Bilancio e allo Sport, che viaggia per la riconferma, Raffaele Piemontese, rema contro l’alleanza pentastellata.

L’altro delfino, Mister 23.007 preferenze Francesco Paolicelli, uomo di Antonio Decaro, dovrebbe prendere il posto del sipontino Paolo Campo come capogruppo del Pd. Per lui si parla di una ipotetica candidatura come successore del sindaco di Bari e di certo il ruolo politico invece che quello assessorile di gestione lo aiuterebbe ad avere le mani libere. Stesso discorso per Capone presidente del Consiglio, che meglio potrebbe lavorare ad una sua capolistatura per le Politiche del 2023 o di quando sarà.

Nei giorni scorsi c’è stata anche una indiscrezione simpatica del dorso regionale Corsera, che ha raccontato di uno schiaffo in pieno volto in pubblica piazza ai danni di Massimo Cassano e lanciatoda Gianni Stea a cui sarà preferito il solo Sebastiano Leo.

M5S sì o M5S no?

Quanto all’ingresso in Giunta di almeno un pentastellato (meglio se donna) tra Cristian Casili e Rosa Barone, la trattativa è in corso. Le percentuali di successo sono uguali a quelle di fallimento.

Emiliano continua a crederci, come dimostra il colloquio avuto col Ministro Luigi Di Maio in Fiera e la grande intesa col premier sangiovannese Giuseppe Conte sancita anche a Taranto col Cis. Continua a sperare nonostante i veti di alcuni pesanti dem, anche perché avere il M5S in Giunta significa per lui: a) avere una maggioranza più larga qualora si chiuda a 27 e non a 29; b) essere meno ostaggio delle poche forze giunte in consiglio (leggi Pd e cassaniani) che insieme alla pletora bulimica di liste hanno cannibalizzato le tre forze “minori”.

A Foggia l’attuale feroce dialettica in corso tra Rosa Barone e Raffaele Piemontese sull’affaire voto di scambio e sull’indagine di Digos e Procura, che sembrerebbe interessare un candidato fittiano del pumo non eletto (il giovane consigliere comunale foggiano Danilo Maffei che ha collezionato nel solo capoluogo 4mila preferenze), è letta da alcuni pentastellati come un modo utilizzato dall’assessore regionale per frenare ogni ambizione di Barone, chiamata più volte prima della chiusura delle liste da Emiliano, anche in virtù del suo rapporto con l’ex candidato sindaco foggiano battuto Pippo Cavaliere, per riportare alla ragione Laricchia. La farmacista, nipote dell’ex parlamentare di An e PdL oltre che ultimo presidente della Provincia eletto Antonio Pepe ed espressione di un mondo altoborghese cattolico, d’altronde, non è del tutto disinteressata all’idea di una delega. In particolare quella all’Ambiente, dove il M5S locale ha ingaggiato una battaglia sul Parco Nazionale del Gargano proprio col Pd.

Ma oggi è proprio la giovane ex candidata presidente di Adelfia la migliore alleata del Pd nel porre dei veti all’alleanza. Tuttavia nel M5S la sua chiusura è ormai molto poco tollerata, dopo il risultato ottenuto e le divisioni consumatesi il 20 e il 21 settembre. Come dice più di un pentastellato di vertice qualora si andasse a votazione (non si sa ancora se sulla piattaforma Rousseau o con un altro strumento) l’ingresso in Giunta avrebbe un risultato bulgaro di consensi. E Laricchia dovrebbe arrendersi o lasciare il MoVimento.

Infine c’è il tema della tecnostruttura, i bene informati dicono che cambieranno molte cose nei Dipartimenti. Le voci sono tante, è difficile che l’assessore Pentassuglia confermi il docente Unifg beneventano Gianluca Nardone all’Agricoltura, supportato dalle lobbies confindustriali. Non è escluso che l’ex parlamentare Colomba Mongiello possa ritagliarsi un ruolo da tecnica. C’è chi vede un avvicendamento anche in PugliaPromozione, ma il manager Luca Scandale dal suo canto sembra certo del suo rapporto fiduciario col governatore.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.