Senza dì di festa, la protesta di Michela e delle altre “piega” la politica

by redazione

Foggia-Roma. Prima il diritto alla casa.

Nella Capitale, lo sgombero all’ex istituto agrario di Via Cardinal Capranica, nel quartiere Primavalle di 340 persone, di cui almeno 80 minori, con un ingente schieramento di forze dell’ordine, senza aver concordato e condiviso prima con gli abitanti una soluzione alternativa dignitosa e rispettosa della vita dei nuclei familiari interessati.

“Stiamo assistendo ad una continua campagna elettorale fatta di atti violenti, repressione e rabbia sulla pelle di chi non ha niente, tranne un po’ di forza per resistere e la solidarietà di tutti coloro che ogni giorno combattono al loro fianco, come possono, per fermare tutto questo”, hanno evidenziato quelli di Roma Città Grande.

A Foggia, in Puglia, dopo due settimane di afa insopportabile, si alza la protesta delle mamme dei container, che si erano recate a Bari sotto la nuova sede del Consiglio della Regione Puglia. Domenica, quando tutta la città era al mare o a sonnecchiare, le mamme stressate dalle blatte e dall’emergenza sanitaria che si vive nei container, hanno bloccato la strada, spargendo i rifiuti sull’asfalto rovente.

“Mi son fatta prendere dall’esasperazione, dopo l’invasione di blatte nel container. Ho chiamato la polizia, era domenica, ma presa dall’esasperazione ho bloccato la strada per avere voce”, spiega la giovane madre Michela Paciolla, che insieme alle altre donne leader, Tonia Ianzano e Giulia Frascolla, ha indotto il sindaco della città Franco Landella a dare seguito alle sue promesse elettorali.

Blatte, topi e bisce hanno invaso lo slargo dei container, protagonista di innumerevoli trasmissioni televisive nazionali di denuncia in questi mesi tanto che 5 famiglie con situazioni più drammatiche sono state già allontanate dalle lamiere, con l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale popolare in Via Lucera dalla Regione Puglia.

Ma gli altri nuclei familiari? Le mamme sono stanche di attendere, non vogliono stare nei container un minuto di più. C’è chi ha anche pensato di bruciare quelle case prigioni.

Intanto l’amministrazione- sollecitando ancora una volta la Regione Puglia, a dare una risposta chiarificatrice e definitiva circa le intenzioni del governo regionale rispetto alle proposte, a cominciare dal programma di Housing sociale- ha stabilito di allocare temporaneamente in strutture alberghiere le famiglie dei container di via San Severo, nelle more dell’espletamento del servizio di disinfestazione partito ieri dopo l’emergenza sanitaria determinata dalla presenza di blatte nelle strutture abitate. 
“Il completamento della disinfestazione, infatti, si è rivelato complicato e dai tempi non proprio rapidissimi vista l’estensione dell’area e la necessità per Amiu Puglia SpA di procedere in modo efficace e preciso.
Condanno fermamente le modalità con le quali le famiglie di via San Severo hanno manifestato ieri la loro protesta, perché una legittima richiesta non può mai tramutarsi in azioni che infrangano le regole. Tuttavia comprendo il loro stato d’animo e la loro esasperazione. Fattori che dimostrano ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, quanto sia acuto e grave il dramma legato all’emergenza abitativa nella nostra città. Un dramma che riguarda evidentemente anche l’ambito sanitario e che rischia sempre più spesso di coinvolgere la sfera dell’ordine pubblico”, ha specificato il primo cittadino.

Resta una protesta tutta femminile, con gli uomini muti, spesso disoccupati, inermi e con vite difficili alle spalle.

«Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari…»

[Articolo 25, Dichiarazione universale dei diritti umani]

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