Posologia di una gestazione: come nasce un’idea. Il Parco di Madre Natura e il Teatro della Fecondazione

by Roberto Pertosa

_ sottotitolo _

Istruzioni per l’uso: come combattere l’irreversibilità.

IL PARCO DI MADRE NATURA . Teatro della Fecondazione, Foggia . Italy

© [ Ark! frequency ] architects | Arch. Roberto Pertosa

PROLOGO

Il sogno!

Io preferisco un sogno metafisico per la definizione di un nuovo spirito in Architettura.

Di seguito progetto un’identità: traduco le aspettative culturali oltre che funzionali.

Per quanto difficile, il mio obiettivo è il concepimento di un Primitivismo generato come un percorso dell’Evolutismo (vedi periodizzazione). E lo intendo come un’evoluzione più evoluta dell’Evolutismo.

Lo spazio non lo “misuro”. Tento di costruire la luce sovrapponendo orizzonti sfalsati, guardando in alto, e zigzagando lungo la linea.

Fondamentale e imprescindibile è il senso estetico in qualsiasi attività intrapresa.

Concepisco macro qualità ma con infinite qualità puntuali. E’ un’intenzione. Il percorso può essere inverso.

Nello specifico, punto alla disintegrazione delle forme, disgregandole per poi ricomporle, eliminando qualsiasi consolidato referente spaziale; blocco i singoli istanti, li fisso e li porto in successione, creando un continuum disordinato.

Semplicemente, io sogno frammenti di città che si “muovono”, con “spaventose” impronte ossimoriche, asimmetrie di un non-finito spaziale!

Era un giorno assolato di inizio estate quando mi recai sul sito.

Per la verità, detto tra noi, in quel luogo c’era poco da osservare, ma ebbi immediatamente la sensazione che ci fosse assolutamente molto da capire.

Il terreno aveva una strana conformazione a croce, con un’ala discendente più pronunciata, risultante, come al solito, da avanzi di un’edificazione selvaggia e casuale.

Presi coraggio, e riproducendo con gesto rituale ciò che mi accingevo a esplorare, attraversai il luogo con la stessa cautela con cui si attraversa un campo minato; dopodiché scelsi attentamente un punto preciso, e decisi di sostarvi per qualche minuto.

Mi guardai intorno con la consueta diffidenza, e sconsolato, mi voltai sulla via del ritorno, consapevole del compito gravoso che mi attendeva. Ma lo feci non secondo una strada abituale e riconoscibile, bensì seguendo un percorso tortuoso, alternativo, fuggendo altrove, il più lontano possibile, e camminando per ore come di solito mi accade quando sono alla ricerca di spunti di riflessione.

Capita a tutti, credo, e non solo ai nostalgici come me, in taluni momenti, di ripescare nei ricordi di tempi passati in modo da rapportarli a ciò che ci accade nel presente. Questo mi aiuta spesso ad affrontare inconsciamente problematiche antiche con acquisita esperienza.

E, non certo casualmente, come nulla in questi casi è casuale, all’improvviso le suole roventi delle scarpe sull’asfalto inondato di sole mi riportarono alla memoria le lunghe e frenetiche passeggiate con mio padre, da bambino, artefici, per mia fortuna, delle mie nerborute gambe ma al tempo stesso snelle, e del mio splendido fisico scultoreo.

Passeggiare con lui significava andare in avanscoperta, scovare luoghi nuovi e inesplorati, avendo la sensazione di perdersi nel tempo e di vivere in uno spazio a dimensioni multiple. E fu proprio allora, certamente grazie a mio padre, che appresi definitivamente il significato della parola “percorrenza”.

Ma improvvisamente, senza che me ne rendessi conto, mi accorsi di essere ritornato a casa, all’origine, di aver ritrovato il mio universo, dopo aver girovagato per mondi paralleli.

Compresi di aver avuto una qualche recondita intuizione, ma di essere purtroppo ancora molto lontano dal tradurla.

Infatti, quel giorno pieno di sole drammaticamente per me si tramutò in notte buia e nient’affatto rassicurante; e ne ebbi piena consapevolezza quando, a letto, chiudendo gli occhi, cominciai a sentire le voci:

.. 2:50 a.m. Perquisisco la mia mente ricercando una visione, l’origine della follia! … “guarda sempre in alto se vuoi conoscere intimamente un luogo; non avere orizzonti prestabiliti. Sono sufficienti pochi semplici tratti, come per uno scambio. Appena un’impressione fatta di minuscoli gesti, ma per dire molte cose”.

Annullo la mia coscienza! … “solo l’unicità è il vero successo. E poi, sono troppo freddo e avventato per aver paura di osare .. l’ordine, io lo detesto .. tende sempre a riemergere”.

Allora annullo anche la mia anima! … “maledetta casualità, troppo ardua da riprodurre. Però la Bellezza è solo l’intuizione di un visionario, e non può essere decisa a maggioranza”.

Quella notte fu dannatamente lunga! … “percorrere .. scoprire .. sequenza .. propagazione .. dinamismo”.

Non riesco a respirare! …“concepire .. concepire .. fecondazione .. origine .. VITA!”

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