“Servono zone benefiche per rigenerarsi dal tempo liquido della didattica online”. Nell’Unifg lo sportello della psicoterapeuta Giovanna Celia

by Antonella Soccio

Studenti, docenti, personale sanitario e amministrativo, circa 15.000 persone, dell’Università di Foggia con l’emergenza pandemica del Coronavirus e le misure di distanziamento sociale sono stati costretti a rispondere, con grande flessibilità e come tutti senza altra scelta, a nuove necessità di adattamento del proprio modo di partecipare alla vita accademica e ospedaliera. Il Magnifico Rettore Pierpaolo Limone ha suggerito e invitato la psicologa e psicoterapeuta Giovanna Celia ad attivare uno sportello on line a disposizione del personale particolarmente provato dalle restrizioni della libertà imposte per evitare il contagio.

Noi di bonculture abbiamo intervistato la docente a qualche settimana dall’avvio della sperimentazione.

Professoressa, è quasi certo che ci sarà una proroga delle misure di distanziamento sociale per il mondo scolastico ed accademico. Quali problemi avverte tra le persone che la stanno consultando allo sportello on line? 

Sì l’isolamento si prolunga ed è senz’altro necessario per la salute di tutti noi osservarlo. Lo sportello è partito da poco e le richieste sono già numerose ciò testimonia che il nostro Rettore ha presto ravvisato nella comunità accademica, di cui con sensibilità ed attenzione si occupa, il bisogno di supporto. Ed io sono felice ed onorata di offrire il mio contributo scientifico e clinico per tutti gli studenti, pregevolissimi colleghi e tutto lo straordinario personale della nostra università.     

In molti hanno scritto in questi giorni che il telelavoro in Italia non ha mai funzionato molto perché nel nostro Paese è ancora importante la “sorveglianza” aziendale. Esiste un problema relativo proprio a questo rilassamento? Le stanno comunicando di non riuscire a lavorare senza controllo? 

Personalmente non sono molto d’accordo che il lavoro agile non mai funzionato, infatti nel 2018 in Italia già il 56% delle grandi aziende aveva avviato iniziative strutturate di smart working, più lento è stato il processo nelle pubbliche amministrazioni nel 2018 solo l’8% delle amministrazioni lo aveva adottato. Ma dal 2018 ad oggi molto è stato fatto in questo senso e oggi con l’evento che ha colpito il nostro paese e l’intero mondo, il processo di lavoro agile si è dovuto velocizzare ed estendere praticamente a quasi ogni ambito. Le persone che si sono sempre impegnate nel loro lavoro in presenza continuano a farlo anche a distanza, nelle proprie case con la stessa serietà e senso di responsabilità.

Come cambia l’equilibrio tra sonno-veglia, non ci si ritrova immersi in un tempo da lavoro senza sosta?

Uno degli effetti collaterali è proprio questo, la differenza tra il lavoro svolto nel proprio ufficio e/o studio è cadenzato da orari ed elementi di confine che aiutano a mettere un limite quanto meno temporale, la propria abitazione invece no. Il tempo diventa liquido e dunque è molto difficile fermarsi al momento giusto, comprendere che è necessario avere delle pause che sono benefiche per rigenerare il nostro cervello, la nostra memoria, la nostra capacità attentiva e anche i nostri occhi sottoposti a continui stimoli e stress. Ciò può comportare un’alterazione del ritmo sonno-veglia siamo sottoposti a troppi stimoli e ciò mantiene il nostro cervello in una modalità sempre attiva è come se non riuscissimo a metterci su OFF. Per cui anche chiudendo gli occhi continuano a scorrere immagini, informazioni registrate durante tutta la giornata dai tanti dispositivi utilizzati (smartphone, pc, tablet)

Molti insegnanti delle scuole secondarie stanno lamentando l’assenza ormai di separazione tra lavoro e vita familiare. Come si possono tenere distinte le due situazioni, mantenendo equilibrio? 

Bisogna porre e porsi dei confini per salvaguardare il proprio equilibrio. Spegnere il cellulare ad una certa ora e riaccenderlo ad un orario legittimo in modo da non essere raggiunti da richieste o stimoli a tarda sera o peggio ancora in piena notte o troppo presto al mattino. Se spegnerete pc e smartphone alle 21 di sera nessuno potrà rimproverarvi, tanto meno se lo riaccenderete alle 8 del mattino. Probabilmente qualcuno leggendo questo consiglio penserà che chieda cose impossibili ma vi garantisco che è essenziale per disintossicarsi dalla dipendenza dei dispositivi elettronici e salvaguardare il proprio equilibrio psico-fisico.

Per molti lo smart working, così come la didattica a distanza, rappresenta un modo importante per ancorarsi alla realtà e per non lasciarsi andare all’angoscia. Cosa resterà di questa esperienza? 

Senza dubbio le tecnologie hanno reso questa esperienza di isolamento più sopportabile, immaginate se fossimo stati tutti costretti nelle nostre case e senza la possibilità di vedere i nostri cari dalle webcam o mantenere il nostro lavoro e la possibilità di un momento di socialità con i nostri amici lontani. Ho visto in queste settimane video di persone che a distanza ballavano, cantavano insieme, facevano giochi di società, hanno continuato a sentirsi utili per la comunità con il loro lavoro.

Si rischia di assuefarsi allo schermo? Si rischiano sintomi di labili psicosi? Come delle proiezioni extracorporee o anche delle allucinazioni vere e proprie? Come fermare questi fenomeni? 

L’isolamento, insieme all’ansia che la situazione attuale produce inevitabilmente, l’incertezza per il futuro, l’eccesso di utilizzo di dispositivi elettronici sono tutti elementi che aumentano il rischio di slatentizzare nuclei patologici sommersi tra cui anche la psicosi. E’ bene che ciascuno trovi i suoi appigli per cercare di mantenere l’equilibrio, organizzare bene il tempo, cercando di impiegarsi in attività intellettuali per un po’, in attività fisiche per un po’ in attività creative e ricreative e infine una giusta dose di riposo. Qualora qualcuno avvertisse emergere una eccessiva angoscia, o depressione o pensieri intrusivi e opprimenti è bene che chieda aiuto a qualche professionista psicoterapeuta on line. Gli ordini professionali degli psicologi, i comuni le Asl hanno messo a disposizione molti validi professionisti gratuitamente.

Per gli studenti qual è la maggiore opportunità e la peggiore minaccia di uno studio completamente individuale, che non si ancora alle percezioni emotive?  

Le lezioni on-line che abbiamo attivato garantiscono il confronto con il docente e anche tra gli studenti ciò proprio per garantire il confronto e l’apprendimento cooperativo. Nelle aule virtuali c’è spazio anche per raccogliere le emozioni e i vissuti degli studenti per aiutarli oltre che didatticamente anche emotivamente a superare il momento e cogliere in questo cambiamento uno stimolo a migliorare e crescere.

Crede che in questo periodo si accumulerà rabbia e stress? E se sì come liberarsene? 

Credo si possa acculare frustrazione, paura, incertezza, ansia. È possibile, dopo questo lungo periodo di isolamento, che le persone avranno difficoltà ad uscire, potranno presentarsi sintomi agorafobici, ipocondrici, schizoaffettivi. Potremo avere difficoltà a toccare, abbracciare gli altri con disinvoltura.

Infine il linguaggio: c’è il rischio che gli studenti più fragili ed emotivi abbiano dei problemi cognitivi, di articolazione del linguaggio legati a forme depressive?

 Il servizio di consulenza on-line è una delle possibilità che Unifoggia mette a disposizione affinché ogni studente possa avere uno spazio per parlare di sé e di quello che prova, possa fare sentire la sua voce a chi è preparato ad ascoltarlo in modo attivo. E’ necessario che insieme trasformiamo questa crisi in una opportunità di cambiamento positiva, in questo modo tutti questi disagi, paure e difficoltà ci saranno serviti a diventare migliori.

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