Tre percorsi e tre distinte sale parto al Policlinico di Bari contro il Covid. La prof Vimercati: “Il supporto psicologico per le future mamme è un aiuto prezioso”

by Michela Conoscitore

In questo anno di pandemia, tutti abbiamo compreso che il Covid-19 ha travolto ogni ambito della vita umana. Gli ospedali, ovviamente, sono stati il fulcro di questo stravolgimento, logistico e psicologico, che ha investito anche il momento del parto. Partorire ai tempi del Covid sta preoccupando numerose gestanti, e l’unica rassicurazione per loro e le proprie famiglie è la conferma da parte del personale medico di un ambiente sicuro e dell’assistenza medica adeguata.

bonculture ha intervistato la professoressa Antonella Vimercati, ginecologa e referente del Punto Nascita Covid del Policlinico di Bari “Giovanni XXIII”.

Professoressa Vimercati, con il Covid com’è cambiato il suo lavoro e quello dei suoi colleghi nel reparto di ginecologia del Policlinico di Bari?

Con la recente pandemia da Covid-19 il mio lavoro come quello di tutti i colleghi e operatori sanitari della UO di Ginecologia e Ostetricia e Neonatologia del Policlinico Universitario di Bari è stato realmente stravolto: in tempi rapidi si è dovuta riorganizzare tutta l’assistenza sanitaria, trasferendo interi reparti e ambulatori al fine di creare nuovi e distinti percorsi in sicurezza, con enormi difficoltà e disagi, soprattutto nella fase iniziale. La paura di contagiare e contagiarsi, i turni triplicati, il carico emotivo enorme anche per sostenere le ansie e paure delle gestanti isolate dai propri cari, le barriere interpersonali e la difficoltà di vivere in scomode tute che ti separano completamente dal mondo circostante,  sono state superate solo grazie alla professionalità, al sacrificio  e “umanità” di tutto il personale medico e paramedico che ha consentito al Policlinico di Bari di rappresentare un importante punto di riferimento per la gestione della emergenza Covid in Ostetricia.

Quale organizzazione avete approntato in reparto per evitare i contagi tra partorienti?

Premetto che le donne in gravidanza sono in genere a maggior rischio di sviluppare infezioni delle vie respiratorie con complicanze gravi. In considerazione dell’elevata contagiosità di SARS-CoV-2 e dell’assenza di immunità verso questo virus nella popolazione, è altamente raccomandata nel percorso Nascita l’adozione di tutte le norme igieniche e dei dispositivi di sicurezza per la prevenzione della trasmissione dell’infezione. Gli ospedali e gli ambulatori territoriali rappresentano una possibile via di diffusione dell’infezione: ogni azione deve essere implementata per contenere al minimo laccesso e permanenza in questi luoghi di assistenza e cura così da ridurre il rischio di contagio per la popolazione e gli operatori sanitari. In considerazione, pertanto, dellevoluzione della pandemia, e della necessità di assicurare l’assistenza a tutte le donne in gravidanza in sicurezza e in maniera sostenibile, è stato necessario distinguere nel nostro Punto Nascita tre percorsi e tre distinte Sale da Parto.

Quali sono gli specifici percorsi di bio-contenimento che avete approntato?

La paziente che accede al nostro servizio di Pronto Soccorso Ostetrico-Ginecologico viene accettata in area dedicata per triage, effettuato da personale protetto da DPI (dispositivi di protezione individuali, ndr.) secondo raccomandazioni dell’ISS, che provvede all’identificazione dei fattori di rischio, come sintomi e contatti stretti per Covid-19. La gestante necessitante di ospedalizzazione viene sottoposta in tempi rapidi a tampone nasofaringeo per la ricerca di Sars-Cov-2, qualunque sia il grado di urgenza della condizione riscontrata, permanendo in attesa del risultato nella cosiddetta area “grigia”. Qualora il tampone risulti positivo la gestante sarà trasferita in area “rossa” con un percorso completamente separato, mentre, se il tampone risulta negativo la gestante seguirà il normale iter in area “bianca”. Se poi una gestante si ricovera in fase attiva e avanzata di travaglio di parto e non si dispone ancora del risultato del tampone naso-faringeo per covid-19, è prevista la possibilità di espletamento del parto anche in Area Grigia. Tutte le pazienti che abbiano una confermata positività COVID-19 già documentata con referto di tampone nasofaringeo eseguito per sintomi o contatti stretti o in sede di pre-ospedalizzazione, e che necessitino di ospedalizzazione vengono avviate verso il Pronto Soccorso Ostetrico, programmando preferibilmente il ricovero.

Quanti parti Covid avete avuto nel vostro reparto tra prima e seconda ondata?

La prima ondata pandemica, in realtà, ci ha coinvolto ben poco mentre con la seconda ondata e precisamente dal mese di settembre sono aumentati in modo esponenziale i riferimenti di gestanti Covid positive. Ad oggi risultano afferite oltre 100 gestanti: 86 i parti espletati, oltre 15 i casi di aborto e altri 10 i casi riferiti per ulteriori fattori di rischio materno-fetale associati al Covid. Fortunatamente i dati ad oggi raccolti dimostrano che nelle donne in gravidanza l’evoluzione dell’infezione è generalmente lieve-moderata, similmente a quella delle donne che non sono gravide; ugualmente per neonati e bambini l’evoluzione sembra benigna, anche se un approccio prudenziale è conveniente. È stata riscontrata sintomatologia nel 55% delle gestanti, solitamente di lieve entità; nel 10% dei casi si sono evidenziate problematiche respiratorie e febbre, mentre nel 4,5 % la sintomatologia grave ha richiesto il ricovero in Terapia Intensiva.

La trasmissione del virus tra madre e bambino si è verificata spesso? Qual è solitamente la sua incidenza?

Ad oggi non si sono riscontrati casi di trasmissione materno-fetale; alla nascita tutti i neonati sono risultati negativi e in generale è molto improbabile, dai dati della letteratura, la trasmissione al neonato nella vita intrauterina o al parto.

Riguardo l’allattamento da mamme positive, ci sono controindicazioni o è consigliato?

Qualora possibile, va sempre privilegiata la gestione congiunta della madre e del neonato al fine di facilitare l’interazione e l’avvio dell’allattamento materno. In tutti i neonati di puerpera con sospetta o accertata infezione da Covid-19 viene eseguito il tampone oro e naso-faringeo per la ricerca del SARS-CoV-2: se il tampone neonatale risulta negativo sarà consentito, previo consenso informato della mamma e se le condizioni cliniche e la situazione logistica della struttura ospedaliera lo consentono, l’allattamento al seno. Ovviamente andranno adottate tutte le adeguate misure di sicurezza: la culla sarà distanziata a circa due metri dal viso della mamma, che provvederà a indossare la mascherina chirurgica, i guanti monouso e al lavaggio delle mani, ogniqualvolta accudirà o allatterà il neonato (protocollo Neonatologia e Utin, diretta dal prof. Nicola Laforgia, ndr.). Non vi sono attualmente evidenze scientifiche che sconsiglino l’allattamento con latte materno. Se, invece, la madre presenta una sintomatologia Covid-19 correlata, mamma e neonato vengono transitoriamente separati e potrà essere utilizzato il latte spremuto raccolto col tiralatte dedicato, se le condizioni cliniche lo consentono

La procedura durante la quale assistete le pazienti durante il parto si è arricchita di particolari accortezze?

L’infezione da SARS-CoV-2 al momento del parto non rappresenta, in sé, una indicazione al parto con taglio cesareo e, difatti, il tasso di taglio cesareo primario non è aumentato rispetto alle gestanti No Covid. Ovviamente anche durante l’espletamento del parto gestante e personale dovranno indossare i dispositivi di protezione idonei.

Può descriverci come le future mamme grazie al vostro supporto affrontano un momento così importante per loro in un periodo così difficoltoso?

Il supporto psicologico per le future mamme rappresenta realmente un aiuto prezioso in un periodo così delicato e importante; l’ansia legata al primo riscontro di positività, il timore di una malattia che può avere conseguenze sia materne che fetali, il sentirsi “abbandonata” dal ginecologo di riferimento, il non poter accedere al proprio Punto Nascita No Covid, l’assenza di indicazioni precise, il non sapere cosa fare, quali  controlli e dove, sommati alle normali preoccupazioni della gravidanza rendono queste gestanti particolarmente vulnerabili; un grande elogio va fatto in questo contesto alle  ostetriche e infermiere  della sala parto “rossa”, che con grande umanità e sacrificio hanno assistito le gestanti Covid, anche dal punto di vista emotivo. Infine, particolarmente delicata è risultata la gestione di quei casi già riferiti per alto rischio materno o fetale: un 15% con ad esempio ipertensione grave, patologia placentare, malformazione fetale, aritmia fetale, che al ricovero hanno aggiunto alla già nota patologia la positività da Covid.

Qual è il percorso post parto che attende le mamme positive al Covid?

Sono previsti i normali controlli del post parto e dopo la dimissione la presa in carico della puerpera dal Medico Curante, strutture del territorio e Dipartimento di Prevenzione; solitamente alla negativizzazione segue la visita specialistica di controllo. Va specificato che qualora dopo il parto la donna risulti positiva e ricoverata in un Ospedale No Covid, se asintomatica non è necessario il trasferimento in struttura ospedaliera Covid, mentre si consiglia una dimissione precoce a domicilio, per evitare inutili e ulteriori disagi e ansie in donne già tanto provate.

Dal suo osservatorio speciale, può dirci qual è il bilancio della gestione della pandemia in Regione e, nello specifico, in provincia di Bari?

Come referente della gestione ostetrica Covid posso fare solo un bilancio relativo alla mia realtà e quindi al nuovo modulo di Ostetricia e Neonatologia Covid del Policlinico di Bari affidato rispettivamente al Direttori delle UUOO di Ginecologia e Ostetricia professor Ettore Cicinelli e Neonatologia prof. Nicola Laforgia, che hanno saputo in sinergia e con il massimo impegno e  professionalità di tutto il personale medico e paramedico offrire un importante punto di riferimento per la seconda ondata pandemica, quando molte Strutture del territorio erano ancora impreparate, garantendo percorsi in sicurezza per le gestanti Covid positive. Contestualmente è stato sempre possibile garantire l’assistenza ai tanti riferimenti per patologia della gravidanza in gestanti Covid negative. L’afferenza, invece, delle gravidanze fisiologiche, risultata inizialmente e durante la fase di riorganizzazione inevitabilmente ridotta, mostra attualmente un significativo trend in aumento grazie all’adozione di un percorso “Bianco” oramai completamente separato e sicuro.

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