Una crasi tra virtuale e reale col Covid-19. Lo psichiatra Mendolicchio: “Ci sarà un raggelamento emotivo, ma lo stress darà fondo alle nostre risorse”

by Antonella Soccio

L’essere delle cose è, dunque, il tempo, perché il tempo rende conto del concreto processo di costituzione e di permanenza dell’essere. L’identificazione dell’essere oggettivo con il tempo consente la riabilitazione spirituale della storia.

Giuseppe Semerari

La Società italiana di Psichiatria ha diffuso sette regole per far fronte all’ansia e all’insecuritas da Coronavirus, che con l’autoisolamento e il distanziamento sociale contro il contagio fa scoprire in ognuno di noi sentimenti di minaccia, di paura per l’altro, di sospetto, di vergognoso autoritarismo fascistoide insieme a quelli opposti di solidarietà, coesione e attaccamento alla vita.  Il Covid-19 sta scavando nel nostro profondo un istinto di sopravvivenza che ha a che fare col fare spazio attorno al corpo. Prima eravamo intoccabili perché invulnerabili, oggi tale inviolabilità, un tempo ricca di possibilità materiali ed immateriali, si è spostata tutta sul corpo, divenuto limitato e confinato in un metro e mezzo di spazio.  Uno spazio in cui vita routinaria e affettiva e tempo lavorativo per molti si stanno mescolando o perdendo.

Noi di bonculture abbiamo rivolto alcune domande allo psichiatra lacaniano Leonardo Mendolicchio, direttore di Villa Miralago a Varese, ospite fisso di Piazza Pulita su La7.

Dottor Mendolicchio, il sociologo De Masi in una sua riflessione critica aspramente l’incapacità degli italiani ad adeguarsi al telelavoro. Perché è così necessaria la separazione tra casa e lavoro a livello psichico?

Casa e lavoro non sono due parole che vanno d’accordissimo, nell’immaginario collettivo c’è l’idea che uno che possa lavorare nel luogo di lavoro e che a casa possa fare tutto ciò che non è lavoro, ossia riposarsi, avere hobbies. È pur vero nella società odierna i tempi si sono mescolati, c’è una strana alchimia tra il tempo impiegato per lavorare e il luogo di lavoro rispetto a quello del riposo. È usanza di molti di portarsi il lavoro tra le mura domestiche. C’è da un lato una tendenza a non confondere il momento del lavoro col momento della vita casalinga e dall’altro persone con una certa responsabilità e con ruoli apicali che hanno sempre confuso la vita domiciliare col lavoro. Quello che fa strano è essere obbligati a confonderli: sì, noi non abbiamo una cultura del lavoro in casa e questo è uno dei momenti confusivi e traumatici che stiamo vivendo.

Il dottor Leonardo Mendolicchio

Quali patologie potranno acuirsi con il Covid-19?

Sicuramente questo è uno dei momenti più difficili per alcune categorie professionali: ci saranno i medici e gli infermieri che hanno vissuto in prima linea l’emergenza che avranno disturbi correlati allo stress perché sono stati fisicamente sotto stress ma soprattutto perché stanno vivendo momenti molto cruenti e traumatici. Gli echi che arrivano dagli ospedali non sono confortanti e sono sempre collegati ad immagini difficili da gestire. Ci sarà una categoria di persone appartenenti al mondo della salute che svilupperà dei disturbi post traumatici da stress. Ovviamente è un momento traumatico per tutti, d’angoscia. E l’angoscia può prendere le più disparate forme sintomatiche a seconda dei contesti, delle storie e delle sensibilità. Approfitterei di questa domanda per fare una sottolineatura. Come bisogna veicolare certi messaggi nei bambini? C’è una fragilità emotiva e psicologica da tenere in considerazione. Consiglierei a tutti di non esporre i bimbi a troppe immagini sul Covid-19 e su questa emergenza e a tutti i genitori di parlare il giusto sia rispetto ai tempi dedicati a questo tema sia soprattutto rispetto ai toni nel dire qualcosa ai figli sull’emergenza- perché non dire sarebbe peggio di dire- ma quando si decide di dire non si deve né troppo calcare drammaticamente né trascorrere troppo tempo a discuterne.

Tanti si stanno industriando a fare sedute di ginnastica in casa, letture, teatro dal salotto, musica sui balconi, tanto cinema sulle piattaforme. Vedendo un film o dei videoclip si potrebbe però vivere uno sfasamento: nei film accade quello che per noi ora è solo un ricordo. Gli assembramenti e le folle sono solo sullo schermo. Finirà l’entusiasmo per l’arte a distanza?

Questo momento è caratterizzato da una crasi tra reale e virtuale. In molte scene che vediamo in tv riecheggiano scene che vivevamo fino all’altro ieri e che oggi non viviamo più. Davvero c’è un momento di confusione tra ciò che è immaginario e ciò che è reale, ciò che abbiamo vissuto fino a ieri e ciò che invece è solo sullo schermo. Devo dire però che questo confondimento in questa fase è fondamentale, perché avere troppa contezza di quella che è la realtà potrebbe essere troppo drammatico e pericoloso. Rifugiarsi nel virtuale e nell’immaginario serve. Rispetto alle attività che dall’esterno si portano in casa, tutti si adatteranno, è opportuno che ci si adatti. Lo spirito di adattamento è la cifra di questo periodo e probabilmente aiuterà molte persone a superarlo.

C’è una dimensione onirica che potrà “tutelarci”?

Più che una dimensione onirica, penso che ci sarà una dimensione dissociativa: di fronte a situazioni molto stressanti, cruente, minacciose, traumatiche, la nostra psiche attiva uno dei meccanismi di difesa più potenti, quello della dissociazione, ossia alienarsi dalla realtà e non sentire le forti emozioni che l’angoscia, la paura, il terrore possono portare. Ci sarà un diffuso raggelamento emotivo, probabilmente ci sarà una maggiore capacità di concentrazione e di discernimento- propedeutici a non commettere errori- sono tutti meccanismi che la psiche attiva nei momenti di maggiore trauma e stress. Questo è un momento molto interessante: noi siamo una generazione di persone abituate a vivere stress poco acuti ma diluiti nel tempo e questo fa molto male perché crea una serie di alterazioni psicofisiche e somatopsichiche- perché gli stress prolungati sul nostro corpo e sulla nostra mente per molto tempo sfiancano e fanno degenerare gli aspetti psicofisici- invece gli stress acuti e intensi elicitano da un lato le difese psichiche ma soprattutto elicitano a far fronte alle avversità, facendo leva sulle proprie capacità. Probabilmente questo shock può stimolare le risorse di ognuno di noi in modo acuto, rapido e anche questo è un inedito in questa circostanza. E può dare fondo a tutte le nostre risorse. Di fatto quello che sta accadendo negli ospedali ce lo dimostra, infermieri, medici, eroi che arrivano a fare anche doppi e tripli turni per salvare la vita umana. Questa è la cifra del nostro tempo: riuscire ad impattare su situazioni molto acute che sovvertono gli equilibri, ma che in realtà danno la possibilità di mettere in campo risorse importanti.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.