L’essere delle cose è, dunque, il tempo, perché il tempo rende conto del concreto processo di costituzione e di permanenza dell’essere. L’identificazione dell’essere oggettivo con il tempo consente la riabilitazione spirituale della storia.
Giuseppe Semerari
La Società italiana di Psichiatria ha diffuso sette regole per far fronte all’ansia e all’insecuritas da Coronavirus, che con l’autoisolamento e il distanziamento sociale contro il contagio fa scoprire in ognuno di noi sentimenti di minaccia, di paura per l’altro, di sospetto, di vergognoso autoritarismo fascistoide insieme a quelli opposti di solidarietà, coesione e attaccamento alla vita. Il Covid-19 sta scavando nel nostro profondo un istinto di sopravvivenza che ha a che fare col fare spazio attorno al corpo. Prima eravamo intoccabili perché invulnerabili, oggi tale inviolabilità, un tempo ricca di possibilità materiali ed immateriali, si è spostata tutta sul corpo, divenuto limitato e confinato in un metro e mezzo di spazio. Uno spazio in cui vita routinaria e affettiva e tempo lavorativo per molti si stanno mescolando o perdendo.
Noi di bonculture abbiamo rivolto alcune domande allo psichiatra lacaniano Leonardo Mendolicchio, direttore di Villa Miralago a Varese, ospite fisso di Piazza Pulita su La7.
Dottor Mendolicchio, il sociologo De Masi in una sua riflessione critica aspramente l’incapacità degli italiani ad adeguarsi al telelavoro. Perché è così necessaria la separazione tra casa e lavoro a livello psichico?
Casa e lavoro non sono due parole che vanno d’accordissimo, nell’immaginario collettivo c’è l’idea che uno che possa lavorare nel luogo di lavoro e che a casa possa fare tutto ciò che non è lavoro, ossia riposarsi, avere hobbies. È pur vero nella società odierna i tempi si sono mescolati, c’è una strana alchimia tra il tempo impiegato per lavorare e il luogo di lavoro rispetto a quello del riposo. È usanza di molti di portarsi il lavoro tra le mura domestiche. C’è da un lato una tendenza a non confondere il momento del lavoro col momento della vita casalinga e dall’altro persone con una certa responsabilità e con ruoli apicali che hanno sempre confuso la vita domiciliare col lavoro. Quello che fa strano è essere obbligati a confonderli: sì, noi non abbiamo una cultura del lavoro in casa e questo è uno dei momenti confusivi e traumatici che stiamo vivendo.

Quali patologie potranno acuirsi con il Covid-19?
Sicuramente questo è uno dei momenti più difficili per alcune categorie professionali: ci saranno i medici e gli infermieri che hanno vissuto in prima linea l’emergenza che avranno disturbi correlati allo stress perché sono stati fisicamente sotto stress ma soprattutto perché stanno vivendo momenti molto cruenti e traumatici. Gli echi che arrivano dagli ospedali non sono confortanti e sono sempre collegati ad immagini difficili da gestire. Ci sarà una categoria di persone appartenenti al mondo della salute che svilupperà dei disturbi post traumatici da stress. Ovviamente è un momento traumatico per tutti, d’angoscia. E l’angoscia può prendere le più disparate forme sintomatiche a seconda dei contesti, delle storie e delle sensibilità. Approfitterei di questa domanda per fare una sottolineatura. Come bisogna veicolare certi messaggi nei bambini? C’è una fragilità emotiva e psicologica da tenere in considerazione. Consiglierei a tutti di non esporre i bimbi a troppe immagini sul Covid-19 e su questa emergenza e a tutti i genitori di parlare il giusto sia rispetto ai tempi dedicati a questo tema sia soprattutto rispetto ai toni nel dire qualcosa ai figli sull’emergenza- perché non dire sarebbe peggio di dire- ma quando si decide di dire non si deve né troppo calcare drammaticamente né trascorrere troppo tempo a discuterne.
Tanti si stanno industriando a fare sedute di ginnastica in casa, letture, teatro dal salotto, musica sui balconi, tanto cinema sulle piattaforme. Vedendo un film o dei videoclip si potrebbe però vivere uno sfasamento: nei film accade quello che per noi ora è solo un ricordo. Gli assembramenti e le folle sono solo sullo schermo. Finirà l’entusiasmo per l’arte a distanza?
Questo momento è caratterizzato da una crasi tra reale e virtuale. In molte scene che vediamo in tv riecheggiano scene che vivevamo fino all’altro ieri e che oggi non viviamo più. Davvero c’è un momento di confusione tra ciò che è immaginario e ciò che è reale, ciò che abbiamo vissuto fino a ieri e ciò che invece è solo sullo schermo. Devo dire però che questo confondimento in questa fase è fondamentale, perché avere troppa contezza di quella che è la realtà potrebbe essere troppo drammatico e pericoloso. Rifugiarsi nel virtuale e nell’immaginario serve. Rispetto alle attività che dall’esterno si portano in casa, tutti si adatteranno, è opportuno che ci si adatti. Lo spirito di adattamento è la cifra di questo periodo e probabilmente aiuterà molte persone a superarlo.
C’è una dimensione onirica che potrà “tutelarci”?
Più che una dimensione onirica, penso che ci sarà una dimensione dissociativa: di fronte a situazioni molto stressanti, cruente, minacciose, traumatiche, la nostra psiche attiva uno dei meccanismi di difesa più potenti, quello della dissociazione, ossia alienarsi dalla realtà e non sentire le forti emozioni che l’angoscia, la paura, il terrore possono portare. Ci sarà un diffuso raggelamento emotivo, probabilmente ci sarà una maggiore capacità di concentrazione e di discernimento- propedeutici a non commettere errori- sono tutti meccanismi che la psiche attiva nei momenti di maggiore trauma e stress. Questo è un momento molto interessante: noi siamo una generazione di persone abituate a vivere stress poco acuti ma diluiti nel tempo e questo fa molto male perché crea una serie di alterazioni psicofisiche e somatopsichiche- perché gli stress prolungati sul nostro corpo e sulla nostra mente per molto tempo sfiancano e fanno degenerare gli aspetti psicofisici- invece gli stress acuti e intensi elicitano da un lato le difese psichiche ma soprattutto elicitano a far fronte alle avversità, facendo leva sulle proprie capacità. Probabilmente questo shock può stimolare le risorse di ognuno di noi in modo acuto, rapido e anche questo è un inedito in questa circostanza. E può dare fondo a tutte le nostre risorse. Di fatto quello che sta accadendo negli ospedali ce lo dimostra, infermieri, medici, eroi che arrivano a fare anche doppi e tripli turni per salvare la vita umana. Questa è la cifra del nostro tempo: riuscire ad impattare su situazioni molto acute che sovvertono gli equilibri, ma che in realtà danno la possibilità di mettere in campo risorse importanti.