“Sarà fondamentale il ruolo di filtro delle banche”. Gli istituti di credito, vero fulcro del Decreto Liquidità contro l’impoverimento da Covid-19

by Antonella Soccio

L’impoverimento diffuso del ceto medio con l’emergenza epidemiologica, nonostante le tante misure governative in atto, insieme all’azzeramento del patrimonio imprenditoriale di intere comunità locali, è un rischio molto alto che il Mezzogiorno turistico, agricolo e deindustrializzato potrebbe trovarsi ad affrontare. Il 40 per cento delle attività produttive è chiuso per ridurre il contagio, una misura che ha annientato il reddito di intere fasce di popolazione, che non sempre hanno accesso ai supporti del sistema di welfare.

Insieme all’Inps e ai Comuni, al centro del poderoso intervento statale- la “potenza di fuoco”, come l’ha chiamato il premier Giuseppe Conte– ci sono le banche, chiamate a dare il loro supporto ad imprese e privati, sia col Cura Italia sia col nuovo decreto che introduce la garanzia statale della Sace per i prestiti di liquidità alle imprese. I prossimi eroi del post emergenza Covid-19 potrebbero essere proprio i bancari, da anni interessati da tagli al personale nei diversi istituti grandi medi e piccoli e da un rimescolamento spinto delle loro mansioni occupazionali.

Un dirigente d’area Sud di una banca, che ha chiesto l’anonimato per ragioni aziendali, ci ha aiutato a capire il momento critico che il Paese sta attraversando.

“Nella sostanza stiamo anticipando una serie di processi su cui già stavamo lavorando. Uno su tutti la digitalizzazione, tutto quello che si era verificato, a cominciare dalla riduzione del personale fino agli ATM evoluti e all’automazione, ci sta salvando perché questi strumenti ci consentono di ridurre al minimo la quantità di contatto fisico coi clienti. La digitalizzazione si sta accelerando non solo nelle operazioni di cassa, ormai diventate residuali, ma anche su tutto il discorso con la relazione delle imprese con la banca, ormai dialoghiamo solo in digitale con le imprese”, spiega il top manager bancario a bonculture.

Le imprese con la firma digitale possono inviare le varie richieste di finanziamento direttamente con la pec e le si certificherà. Solo al perfezionamento del contratto potrebbe prevedersi la relazione fisica tra banca e cliente. Ma non è escluso che possa essere bypassata anche quella.

IL RUOLO DELLE BANCHE

“Noi stiamo certificando tutti i clienti, comprese le imprese, che hanno già la firma digitale, on line e stiamo chiedendo ai privati di acquisire la firma digitale. In Puglia le Camere di Commercio ti danno la firma a distanza, cosa che non fanno altre Camere di Commercio meridionali, dove ancora lavorano per appuntamento”.

Secondo il Decreto Liquidità, la Sace garantirà per un importo complessivo di 200 miliardi di euro, di cui almeno 30 miliardi destinati a supporto di piccole e medie imprese ivi inclusi autonomi e liberi professionisti titolari di partita Iva, che abbiano pienamente utilizzato la loro capacità di accesso al fondo.

“Noi banche seguiremo il doppio canale, da un lato il Cura Italia e dall’altro il Decreto Liquidità. Al di là della sospensione dei mutui, lo Stato ha ampliato le condizioni del fondo per il medio credito centrale, ora ha aggiunto le condizioni di garanzia della Sace. Almeno 30 sono per le Pmi, sotto i 5mila dipendenti e 1 miliardo e mezzo di fatturato. Il fondo di garanzia già c’era da diversi anni, col Cura Italia hanno ampliato le condizioni di utilizzo del fondo di garanzia, ampliando gli score dei rating. In più c’è la misura dei 25mila euro ai piccoli artigiani, privi di valutazione di merito creditizio. È questa a mio avviso la misura più importante per molte aree del Mezzogiorno, le aziende più strutturate hanno le spalle forti per resistere e per attutire i danni, il grosso dei problemi sta nelle micro imprese, tra gli artigiani, i commercianti e tutti quelli che si sono visti l’attività chiusa. Molti di loro già stavano sul filo del rasoio, questa boccata di ossigeno di liquidità, senza valutazione, è una buona misura. Anche la Sace per quei 30 miliardi e ai professionisti, ha previsto una modalità semplificata, anche se ad oggi dal punto di vista esecutivo non abbiamo ancora niente di scritto, non abbiamo ancora delle procedure concrete esecutive, che ci indichino come rendere operativa la garanzia dello Stato”.

CORSA AL BENEFICIO

Dinanzi ad alcune posizioni politiche, il dirigente è netto. “Circolano notizie di banche che si rifiutano di sospendere le rate dei mutui, diciamo subito che noi banche insieme ai clienti siamo quelli che hanno più interesse che un cliente non vada in difficoltà e che aderisca subito ai benefici delle misure governative. A nessuna banca può interessare il default del cliente, del resto in questo momento gli impieghi fatti col decreto liquidità non determineranno un accantonamento patrimoniale nel nostro bilancio”.

Il Fondo di Solidarietà prevede la possibilità di sospendere il pagamento delle rate per un periodo massimo di 18 mesi ed interviene in presenza di cessazione del rapporto di lavoro subordinato ad eccezione delle ipotesi di risoluzione consensuale, di risoluzione per limiti di età con diritto a pensione di vecchiaia o di anzianità, di licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo, di dimissioni del lavoratore non per giusta causa, con attualità dello stato di disoccupazione; di cessazione dei rapporti di lavoro e di morte o riconoscimento di handicap grave, ovvero di invalidità civile non inferiore all’80%.

Quante richieste sono arrivate?

“Tantissime, siamo stati sommersi dalle richieste più disparate, abbiamo diverse migliaia di richieste di sospensione di mutui. Una cosa anomala che sta accadendo è che anche il dipendente pubblico, che fino a prova contraria non dovrebbe aver subito shock finanziari dal Covid-19, sta chiedendo la sospensione del mutuo, stiamo notando una corsa all’utilizzo del beneficio, stiamo vedendo di tutto”.

Che motivazioni economiche dà a questi comportamenti irrazionali? “C’è stata l’illusione che la sospensione fosse gratis, certo non prevede nessun costo istruttorio, ma non è gratis. La sospensione per 6 mesi comporta che maturino gli interessi e quelli vanno pagati. Si è creata una falsa illusione. Oggi il ruolo delle banche è quello più complesso: abbiamo la grossa responsabilità di capire quali sono le reali esigenze delle aziende, esistono le situazioni più disparate, conoscere i clienti sarà fondamentale: ovviamente la banca locale, che conosce tutti i suoi clienti è più avvantaggiata. C’è una produzione normativa svariata e dobbiamo comprendere quale misura sia più adatta per ciascun cliente. È ed è stata n’emergenza sanitaria, ma è già di fatto un’emergenza economica, che sarà sempre più consistente se l’emergenza sanitaria dovesse durare ancora a lungo. Il perno attorno al quale il Governo ha varato le sue misure è il pernio bancario: ci ha individuato come fulcro attorno a cui girano tutta una serie di pacchetti, ma non c’è nessun automatismo nella loro esplicazione”.

I SETTORI

Al Sud e in Puglia in particolare ad essere più colpite saranno le imprese turistiche e tutto il comparto agricolo che hanno delle caratteristiche totalmente diverse, tra di loro. Le prime si trovano a dover gestire una marea di disdette, mentre le imprese agroalimentari sono state chiamate ad un surplus di produzione.

“Sarà fondamentale il ruolo di filtro delle banche, è fondamentale che le banche continuino a fare credito, anche in presenza degli ammortizzatori per il personale tutto a carico dello Stato. C’è un livello di costo che non è sopprimibile come le utenze. I costi fissi di struttura un’azienda non li può prorogare. È chiaro che questi finanziamenti saranno utili quanto più l’impresa sarà lungimirante. L’impresa deve guardare ai prossimi 2 anni, comincerà a restituire il denaro tra due anni, ma dovrebbe utilizzare questo denaro per fare investimenti”.

Il Decreto Liquidità non potrebbe essere un’occasione per investire o riconvertire il proprio business? “Certamente è un’occasione, le imprese che hanno la possibilità stanno ampliando la loro capacità produttiva, soprattutto nel settore agroalimentare. Ma quando lo Stato allarga i cordoni della borsa, arriva di tutto, il ruolo della banca onesta in un momento in cui è chiamata a gestire fondi pubblici è filtrare le richieste”.  

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