“Sarebbe una sconfitta rinunciare ai luoghi simbolo della città”. L’assessora Anna Paola Giuliani immagina la fase 2 della Cultura

by Antonella Soccio

È l’instabile zona di mezzo che stiamo percorrendo: non la luce o le tenebre, ma la luce obliqua nelle tenebre; non la paura o il coraggio, ma il coraggio nella paura. Non potremmo più essere quello che siamo stati ma non sappiamo bene ancora cosa potremmo diventare.

Massimo Recalcati

“Foggia tornerà ad essere la città che abbiamo riempito di vita, torneremo ad abbracciarci, ad animare le strade, a festeggiare le nostre sante ricorrenze, a riempire le piazze con la nostra voglia di vivere”. È la parte recitante con cui il sindaco Franco Landella ha accompagnato per gli auguri di Pasqua 2020, in emergenza Covid-19, le immagini di una città viva, ricca di eventi e manifestazioni culturali, la stessa città che gli ha tributato nel maggio 2019 la vittoria e la riconferma al ballottaggio contro l’ingegner Pippo Cavaliere, unico sindaco di centrodestra di un capoluogo di Puglia.

L’assessora alla Cultura Anna Paola Giuliani insieme al suo staff e al dirigente Carlo Dicesare con la sue indubbie qualità di politica inclusiva è stata la principale protagonista della rinascita culturale foggiana, che oggi rischia di arrestarsi dinanzi al Coronavirus. Tornerà l’incanto? Che ne sarà ora di questa narrazione se nella fase 2 della pandemia saranno fortemente limitati concerti, kermesse all’aperto, spettacoli, street food e animazione orizzontale di creativi e videoartist?

“Non faccio fatica a confessarlo, è stato inevitabile non piangere davanti a quel video: quella è Foggia come la conosco io, questa è una Foggia silenziosa, questa è una Foggia che non si abbraccia, non c’è quel calore che ci rappresenta e che ci ha caratterizzato in questi anni”, spiega l’assessora a bonculture, commossa.

“I divieti sono seri, non ci stiamo vedendo, sento i miei collaboratori tutti i giorni, c’è un mondo che cerca risposte, pur nell’attesa. Fino a quando non si stabilizzano in maniera definitiva i contagi, non potremo pensare al dopo. La Puglia tiene, ha tenuto, ma rimane una tristezza troppo grande, l’amarezza e la sofferenza delle morti. Conosco un caro amico di Foggia, che ha superato il Coronavirus, è legato al mondo della cultura e se lui lo vorrà racconterà la sua esperienza. È un amico speciale, che ha vinto la sua battaglia. Ecco quando vincono loro è come se fossimo guariti tutti, questa malattia tende a lasciarti solo, ma allo stesso tempo ti fa sentire vicina a quei malati che non conosci, ti fa gioire. Sono stati i malati il simbolo di questa Pasqua, è una malattia che non guarda in faccia, tende a stroncarti in poco tempo, è dura. Inoltre insieme a questa grande incertezza, mi preoccupa la diffidenza nei confronti del prossimo, la paura è legittima è necessaria perché ci fa rispettare le regole e ci tiene lontani da sciocche tentazioni, ma allo stesso tempo ci divide. Ho sentito usare con troppa disinvoltura il termine untore”.

Quanto questa legittima paura accompagnerà anche la fase 2 l’assessora non riesce ancora a figurarselo. Non sono stati ancora immaginati, così dice, piani anti assembramento e possibili fruizioni col distanziamento sociale.

Pensate di utilizzare degli spazi precisi? Ci sono delle piazze, dei luoghi, come il Parco San Felice o anche i Campi Diomedei quando saranno ultimati che potrebbero essere più adatti di altri per applicare il distanziamento?  

“Il Foggia Estate è composto da spettacoli all’aperto, idealmente immagino e continuo a lavorare. Tutto quello che avevamo già prefigurato per gli eventi estivi lo metteremo a disposizione della collettività. Foggia è una città in cui percepisci sempre il calore, c’è anche la notte di Natale col gospel, che noi abbiamo inventato, è quello un bellissimo spaccato di comunità, gioiosa ancor più che festosa. Quando tutto questo finirà Foggia deve farsi trovare pronta. Gli spazi sono quelli, non riesco ad immaginare la cultura a Foggia fuori da quei luoghi che noi abbiamo eletto a simbolo della città. Occorre capire cosa ci consegnerà il prossimo mese, questo periodo ci dirà, sta molto alle nostre coscienze”.

La ristorazione è uno di quei settori che rischia di essere travolto dal virus. Potreste immaginare un Foggia Estate diffuso che metta in relazione socialità e aiuti agli artisti locali insieme alla necessità di riempire i locali nelle piazze, all’esterno? Potrebbero tornare in auge anche i drive in in autunno…

“Ci sono luoghi simbolo e sarebbe una grande sconfitta non poter organizzare lì degli eventi. Voglio essere scaramantica non voglio arrendermi e piegarmi”.

Alcune fronde interne della maggioranza hanno chiesto al sindaco di rimodulare la spesa per la cultura, lei ovviamente si è opposta a questa possibilità.

“Dobbiamo aiutare chi è in difficoltà e non possiamo non capire che è in difficoltà anche il mondo della cultura. È un indotto importante e grande. Tutti gli operatori sono fermi, non stanno guadagnando, il problema abbraccia tantissime professionalità. Operatori delle luci, del suono, del service, artisti, musicisti, attori, costumisti. Il lavoro è dignità, noi saremo dei buoni amministratori se riusciremo a far sì che questa gente non perda la propria dignità e la voglia di fare. La cultura è lavoro e come tale va riconosciuto e tra gli aiuti non possiamo far finta che quel mondo non ci sia è nostro preciso diritto aiutare tutti i cittadini”.

L’assessora vorrebbe chiudere gli occhi. “Spesso faccio finta che non è accaduto niente, mi serve per andare avanti, serve a non farti perdere la speranza e il contatto con le persone. Tanti mi stanno chiamando, le persone hanno bisogno di certezze, ma purtroppo nessuno di noi oggi è in grado di dare certezze a nessuno, ma loro sanno che non è cambiato nulla per me. È dura, la nazione sta soffrendo, non possiamo che affidarci alla divina Provvidenza”.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.