Scuola, Università, futuro e salute: il neo assessore regionale alla Cultura Bray traccia le sue priorità col Rettore Limone

by Anna Maria Giannone

Prima uscita pubblica in Capitanata per l’assessore regionale alla Cultura e al Turismo Massimo Bray, direttore dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani ed ex Ministro della Cultura nel Governo Letta, ospite del format streaming e social dell’Università degli Studi di Foggia dedicato a Comunicazione&Identità.

A conversare con lui il Magnifico Rettore Pierpaolo Limone su istituzioni culturali, identità e social strategy. La chiacchierata mattutina durata circa un’ora è stata ricca di spunti e di possibili scenari culturali per città di Foggia e la sua provincia, ancora funestate dalla Quarta Mafia e teatro di una qualità della vita scadente, sancita da ogni classifica nazionale (ultima in ordine di tempo quella di Italia Oggi che colloca la Daunia all’ultimo posto piazzamento).

L’assessore nei scorsi giorni ha cominciato a tracciare le sue prime priorità. Con ArtLab a Bari ha riflettuto sulle 110 reti culturali europee, rappresentative dell’intero settore culturale e creativo, che hanno sottoscritto la proposta che il 2% degli stanziamenti dei Piani nazionali EU sia assegnato alla cultura, riprendendo la risoluzione del Parlamento approvata a larghissima maggioranza il 17 settembre che proponeva di destinare la stessa percentuale di Next Generation EU ai settori culturali e creativi. Molte associazioni e contest creativi a Bari, con l’avvio del partenariato stanno contribuendo a un dibattito pubblico, trasparente e inclusivo, sulla finalizzazione e sulle priorità nell’utilizzo delle ingenti risorse previste. L’idea è quella di seguire il percorso di redazione del PNRR da un confronto tra i diversi livelli di governo, nazionale, regionale locale, mettendo a fuoco le aspettative e i percorsi di definizione e di programmazione degli interventi.

In questi giorni l’intellettuale dalemiano è stato travolto dal da farsi: il partenariato sarà essenziale negli uffici della Fiera del Levante, dal momento che il settore culturale e turistico con la pandemia ha una fame generale, si tratta di realtà e di microimprese che hanno maggiore bisogno di attenzione e che in questi anni hanno contribuito non poco alla formazione del brand Puglia.

Stando ad alcuni rumors Bray potrebbe non essere anche assessore al Turismo, sebbene oggi il suo assessorato ereditato da Loredana Capone ne abbia ancora la dicitura. È tutto in divenire: di certo c’è la possibilità che sia scorporato il Dipartimento diretto da Aldo Patruno. Il governatore Michele Emiliano insieme ai suoi collaboratori di staff sta immaginando di spacchettare i dipartimenti. Un modo questo per dare spazio a tutti e per accontentare le tante anime della sua coalizione e soprattutto quelle liste, Italia in Comune, Senso Civico e Puglia Solidale e Verde, rimaste senza rappresentanza in Consiglio, per via del non raggiungimento del quorum.

Lo spacchettamento è già realtà nel dipartimento della Formazione Professionale, diviso in due: più aree e più dirigenti, questa pare la linea. Il sistema Maia che tanto ha caratterizzato il primo mandato di Emiliano- in bene con Patruno per Cultura, Turismo e Beni Culturali e in male per l’Agricoltura con Gianluca Nardone- potrebbe essere rivisto.

Tornando alla chiacchierata col Rettore più giovane d’Italia, di origini salentine, ma di casa a Foggia, il neo assessore Bray ha dettato 4 parole d’ordine per il dopo pandemia nella strutturazione delle proposte culturali: scuola, università, futuro e salute. In questi mesi, ha spiegato, tutti siamo stati investiti dal fenomeno dell’infodemia: una quantità impressionante di informazioni e di voci, di epidemiologi, virologi e medici, ci ha travolto, confuso, contraddetto nelle nostre certezze. Il ruolo di una Università, al pari di istituzioni come la Treccani, è quello di “fornire un linguaggio certo, certificato, autorevole”, senza però confondesi nel ruolo fondamentale dell’informazione e del giornalismo. A tal proposito si inserisce l’iniziativa del Rettore Limone che col suo staff coordinato dalla prof Rossella Palmieri, come ha ammesso oggi, sta lavorando alacremente alla creazione di una rivista interna crossmediale, come ce ne sono all’Università di Padova o alla Bocconi, per diffondere contenuti di alta qualità, interventi dei docenti e per creare una comunità positiva social, con video e altri contenuti “giovani” sulle varie piattaforme e reti sociali, che possa comunicare l’identità dell’Ateneo foggiano nei territori limitrofi e prossimi, da cui pescare nuovi iscritti.

Secondo l’idea di Limone, il futuro dell’Università sta anche nella co-gestione di alcuni spazi culturali pubblici, che i vari enti non riescono a mettere in rete. Il Rettore ha parlato di un intreccio virtuoso, per spazi pubblici come il Museo del Territorio, il Museo Civico, gli orti sociali. Il modello ancora una volta è la città del Santo, dove l’orto botanico gestito dall’Università ha sviluppato una serie di attività private che mai sarebbero sorte autonomamente.

L’assessore ha condiviso questo assunto, sottolineando che è necessario che le istituzioni di alta formazione coordinino “luoghi fisici di aggregazione”, dove fare “vera cultura” e non solo spettacolarizzazione. Bray ha infatti ironizzato sulle troppe mostre immersive, spesso poco colte o addirittura errate dal punto di vista bibliografico e non solo.

La cultura come esperienza, è questa la sfida del dopo pandemia.

“Quali sono le priorità del neo assessore?”, è stata la domanda di Limone.

Bray non si è sottratto, ogni sua parola è una lezione di sapere e di visione. Al primo posto c’è Taranto, la città dei due mari, il suo centro storico mozzafiato. La Magna Grecia.

“Abbiamo la necessità di riprendere un modello culturale per Taranto, non calato dall’alto, c’è bisogno di territorio per promuovere esperienza. Immagino dei luoghi culturali dove ci sia anche la valenza di ricerca sulle origini dei fenomeni. Ci sono luoghi in Puglia che hanno matrici antiche: è giusto che le grandi tradizioni siano studiate per farle conoscere. Molto è stato fatto, ma dobbiamo proseguire per portare un turismo più lento, un turismo intelligente che possa davvero destagionalizzare i flussi e sia rispettoso della cultura e dei valori del territorio”, è stato il suo commento.

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