Sostenibile ed inclusiva. L’Unifg del professor Nunzio Angiola

by Antonella Soccio

Professore di Economia e Amministrazione delle Aziende Pubbliche, Nunzio Angiola dopo cinque anni anni in Parlamento da deputato non ha rinunciato alla corsa per il Rettorato dell’Università degli studi di Foggia.

Bonculture lo ha intervistato.

Come giudica la frammentazione dell’Ateneo e le tante candidature al Rettorato?

Io sono convinto che la più larga condivisione sia condizione di efficacia della futura azione di governo della nostra Università. Ecco perché mi sono candidato, prima di tutto per contribuire ad una discussione partecipata, ad un momento di crescita collettiva. È ovvio che coltivo la speranza di essere eletto, sarei un ipocrita se non lo ammettessi. Ma il primo obiettivo resta – come ho detto – un altro! Credo che anche gli altri colleghi siano animati in generale dalla stessa motivazione.

Secondo la mia opinione, rischiamo di immiserire la qualità dei nostri ragionamenti se pensiamo che i candidati siano semplici numeri e che non siano invece importanti per il loro impegno e la loro professionalità, per la loro capacità di coinvolgimento e promozione del senso di appartenenza all’Istituzione e al territorio. Sarebbe come dire ad un candidato sindaco di non candidarsi, perché ce ne sono tanti altri di candidati più o meno forti, sottovalutando che oggi se c’è una cosa di cui si avverte un grande bisogno è proprio quella di recuperare la rappresentanza e dare un senso alla rappresentanza. Si tratterebbe di una prospettiva che, oltre ad essere umiliante verso i docenti candidati, risulterebbe miope, in quanto in questa epoca la partecipazione democratica e il confronto sono la nostra vera priorità.

Se penso poi per un attimo al fermento che stiamo vivendo, mi persuado sempre più del fatto che l’attuale numero di candidati non sia il sintomo di una frammentazione, ma l’espressione della voglia di dare un contributo serio e di qualità alla progettazione del futuro della nostra Università e del nostro territorio.

Se poi Lei mi dovesse chiedere se personalmente penso che, fino al giorno delle elezioni, alcuni candidati possano ritirarsi, io non mi sento assolutamente di escluderlo, anzi lo ritengo probabile, nel senso che qualcuno potrebbe ritenere esaurito il suo compito e il suo obiettivo prioritario di stimolare un’ampia discussione partecipata. Non è il caso mio, io farei un passo indietro solo se, insieme ai colleghi, al personale tecnico amministrativo e agli studenti che mi sostengono, mi rendessi contro che c’è una forte convergenza su un candidato più adeguato e più gradito.

Foggia è una città universitaria o Unifg è ancora un corpo esterno ed estraneo? 

Io penso che con queste parole, ossia “Foggia città universitaria”, si sia un po’ abusato, fino a banalizzarne il contenuto. Io stesso sono caduto in questa trappola, non lo nascondo. Certamente nella nostra Università si sono laureate 30.300 persone, ma di qui a dire che Foggia sia una città universitaria ce le vuole. C’è tantissimo ancora da fare. Per questo nelle mie linee programmatiche mi esprimo in termini molto diversi e parlo di “Foggia laboratorio-Unifg”, perché di questo si tratta, di avviare un laboratorio, perché in tutti gli ambiti, da quello culturale a quello sociale, da quello economico a quello della legalità, l’Università deve essere quotidianamente presente. Perché tale laboratorio possa vedere la luce, occorre stipulare un patto economico e socio-culturale con la città di Foggia e i territori di riferimento, a partire dalla nostra provincia. Ritengo possa essere utile prevedere l’istituzione di un Centro che abbia la funzione di assicurare il dialogo tra università e società.

Corpo esterno o estraneo? Credo che in non pochi casi e da non poche persone l’Università sia considerata un corpo esterno e non estraneo. Per questo l’Università di Foggia deve scendere in mezzo alla nostra gente, condividere le sue ansie, le sue passioni e le sue speranze, ma anche i suoi successi e i suoi fallimenti. Si può e si deve fare di più, senza nulla togliere al lavoro di qualità che il precedente rettore, l’amico Pierpaolo Limone, ha svolto.

Nella sua esperienza da parlamentare qual è stato l’apporto di Unifg ai temi dello sviluppo del territorio?

Ho trovato una Università attenta ai temi della legalità, attenzione che ha voluto esplicitare con la creazione al suo interno dell’Osservatorio permanente sulla legalità, con i protocolli sul bullismo e il cyberbullismo, ma anche ospitando a Foggia il presidente Mattarella e diversi ministri. Molta è stata l’attenzione dedicata ai ragazzi più piccoli dai 9 ai 14 anni e alla didattica a distanza. Di interventi più concentrati sull’economia ce ne sono stati e penso ai vari Patti territoriali dell’alta formazione che poi hanno portato a nuovi corsi di laurea come Biologia, ma penso anche al lavoro che porterà al riconoscimento del “DOP Pomodoro di Puglia”. Sui temi infrastrutturali non ho registrato interventi di rilievo.

La terza missione funziona?

La Terza missione sicuramente funziona, ma non è stata in questi anni come dicono gli inglesi game changer, non èstata cioè in grado di invertire una rotta in modo deciso. L’Università di Foggia, usando un gergo calcistico, non ha saputo reinterpretare il campo di gioco e innovare le regole. Qualche volta dà l’impressione di fermarsi davanti all’impossibile. E questo lo dico guardandomi intorno. La nostra Università insiste su un territorio dove i tassi di occupazione sono inferiori alla media nazionale, dove la percentuale degli studenti che appartiene al quintile socio-economico più basso supera il 20%, dove ci sono tassi di dispersione scolastica tra i più alti d’Italia, dove il reddito pro-capite della provincia è molto al di sotto della media nazionale, dove il comune capoluogo è commissariato per mafia, dove la provincia si colloca al 104esimo posto nella graduatoria del Sole 24 Ore sulla qualità della vita. Bastano queste motivazioni per spiegare il mio punto di vista?

I grandi progetti edilizi, condivide quanto maturato dal Rettore Limone? 

Pierpaolo passa alla storia per l’acquisizione della Caserma Miale, progetto inizialmente voluto dal rettore Volpe e poi abbandonato dal rettore Ricci. All’epoca dicemmo che Ricci aveva perduto un’occasione irripetibile. Grazie a Pierpaolo l’occasione si è di nuovo materializzata ed è stata colta. Chapeau!

Quanti e quali nuovi corsi pensa di attivare?

Io credo che dobbiamo concentrare tempo, risorse finanziarie e attenzione più sulla qualità dei corsi di studio che l’Università di Foggia fornisce e sulla capacità di accoglienza nei nostri Dipartimenti, che non sulla varietà e la quantità dei corsi. Che ben venga il nuovo corso di ingegneria informatica, in quanto ritengo che possa dare reali sbocchi lavorativi.

Qual è la sua idea di Ateneo?

Il mio sogno che voglio con voi condividere è quello di una università Sostenibile, inclusiva, grande e volano di sviluppo: sostenibile perché non ci deve essere nulla che non si ponga in un rapporto armonioso con il territorio, la società e l’ambiente; inclusiva perché si oppone a qualsiasi forma di discriminazione, non ultima l’omotransfobia; grande perché non si culla sugli allori delle 4.690 matricole, ma va oltre collocandosi stabilmente tra gli atenei medio-piccoli; volano di sviluppo perché deve essere in grado di fare crescere il territorio a tutti i livelli. Da tutti i punti di vista possiamo e dobbiamo fare di più.

Andrà avanti con la sua candidatura? È vero che le hanno chie sto di ritirarsi? Cosa intende fare e quali alleanze è disposto a sottoscrivere?

Non intendo ritirare alcuna candidatura. Alcuni colleghi hanno adombrato questa ipotesi, una minoranza a dire il vero in un consiglio di dipartimento che conta 53 componenti. Quei colleghi hanno piuttosto lamentato una mancanza di condivisione a monte, che mi risultò materialmente impossibile, visto che solo all’ultimo momento decisi di sciogliere la riserva. Nel consiglio di dipartimento che si svolse, l’ipotesi da loro adombrata non ebbe alcun seguito. Come già le ho detto, io farei un passo indietro solo se, insieme ai tanti colleghi che mi sostengono, mi rendessi contro che c’è una forte convergenza su un candidato più forte.

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