Michele Emiliano e le ordinanze antiscuola

by Enrico Ciccarelli

Penso sia opportuno precisare che ritengo Michele Emiliano un concentrato di demagogia populista, di incompetenza e di ignoranza. Alla luce di questa mia prevenzione, comprenderete la mia riprovazione per l’ennesima ordinanza contro la scuola. Tuttavia, quando si tratta di pandemia, è sempre bene, nei limiti del possibile, far tacere le proprie convinzioni e pregiudizi e prendere in considerazione i fatti per come appaiono.

Cominciamo a stabilire che è odioso e ridicolo ritenere che le famiglie che vogliono mandare a scuola bambine e bambini delle scuole elementari e della prima media siano noncuranti, negazioniste e irresponsabili. Al tempo stesso non è giusto ritenere che genitori spaventati o preoccupati dal contagio siano da condannare o criminalizzare.

Quello che non è accettabile è lo scaricabarile camuffato da “libera scelta”. Ordinare alle scuole di garantire la didattica a distanza per chi ne faccia richiesta è un puro e semplice abuso di autorità. La scelta sarebbe libera se noi, assumendo e mettendo a lavorare più docenti, fossimo in grado di garantire un duplice insegnamento, in presenza e in remoto, lasciando alle famiglie la scelta sul servizio di cui usufruire.

Con il sistema Emiliano non facciamo altro che sfasciare sia la didattica in presenza che quella in remoto, costringendo gli insegnanti (non tutti; solo quelli bravi e coscienziosi, che sono tanti) a un superlavoro, alterando in modo grave le valutazioni (è la stessa cosa essere interrogati in classe o esserlo a casa, magari avendo di fronte e fuori dall’inquadratura il libro di testo?) e colpendo al cuore quella formazione, fatta anche e soprattutto di socialità e di condivisione, che è l’intima essenza della scuola dell’obbligo.
Se poi si considera che abbiamo fatto un giusto sforzo per vaccinare gli insegnanti, anche a scapito degli anziani e di altre categorie fragili, appare veramente beffardo e deplorevole questo trucchetto da dozzina che, pur non contraddicendolo formalmente, nei fatti aggira il decreto Draghi, con effetti devastanti.

Intendo dire che nessuna persona seria puà sostenere che le scuole elementari e le classi di prima media siano luoghi Covid-free. E se qualcuno di voi ne conosce, di luoghi Covid Free è pregato di farmelo sapere. Conosciamo solo luoghi più o meno rischiosi e pericolosi: pensiamo che gli stadi e le discoteche siano molto pericolosi, e che altri lo siano meno, In particolare le elementari e la prima media lo sono meno perché sono scuole di prossimità, che non richiedono lunghi spostamenti, e perché l’incidenza dei positivi in quella fascia di età è esigua.

Questo lo so io? No, è quello che apprendo dalla comunità scientifica, e me ne fido per la stessa ragione per cui indosso la mascherina anche se sono per strada da solo, per cui non esco dopo le 22, non prendo il caffè al banco e così via. Quindi, siccome credo che per mio figlio che fa la prima media la scuola e il rapporto con i suoi docenti e con i suoi compagni siano importanti, affronto un rischio che mi dicono essere ragionevole.

Arriva Emiliano e mi dice che non è vero, e gli tiene bordone uno che dovrebbe essere uno scienziato, il professor Pierluigi Lopalco. È un comportamento devastante, che dovrebbe essere motivato –e non lo è- da dati allarmanti dal punto di vista epidemiologico. Ma in realtà la Puglia è un luogo pericoloso non per il numero di contagiati, bensì per l’affanno della risposta del suo sistema sanitario, che ha vizi che sono certamente antichi, che però né sei anni di governo Emiliano né tantomeno la task force presieduta dal citato professor Lopalco al modico prezzo di 180mila euro ha sanato o migliorato.

L’impressione è allora che l’attacco alla scuola non abbia nulla a che vedere con la pandemia e con le preoccupazioni di contagio, e abbia invece molto a che fare con la manovra diversiva di chi, avendo fatto poco e male, cerca di recuperare strizzando l’occhio alle paure e buttando la palla in tribuna.

Facile: tanto più che la scuola, anche con l’ottusa complicità di parte del suo mondo, è il bersaglio più facile della diffidenza e del malanimo dell’Italia del rancore. Le avete mai viste le chat delle famiglie, in rivolta contro l’insegnante troppo severo o che dà troppi compiti o addirittura mette un cattivo voto al nostro intelligentissimo e preparatissimo rampollo? Cosa c’è di meglio, quindi, che additare i docenti come possibili, anzi probabili untori.

È spregevole? Sì, ma è anche politico. Perché l’attacco alla scuola –non bisogna stancarsi di ripeterlo- è l’attacco alla conoscenza e all’ascensore sociale che solo la conoscenza muove. Sono in tanti, e i vari Emiliano ne sono solo l’occasionale strumento, a volere per noi e i nostri figli un futuro di isolamento, di ignoranza e di conseguente schiavitù. La pandemia è da questo punto di vista un’ottima scusa.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.