Luca Sofri, direttore del Post, uno dei migliori giornali online italiani, ha scritto in un articolo che siamo passati dal tempo della post-verità a quello della post-logica, tempo nel quale non solo facciamo affermazioni contrarie al vero, ma ne traiamo conseguenze insensate.
Direi che nell’attuale dibattito politico italiano la post-logica la fa da padrone. Io, essendo un iscritto a Italia Viva e un sostenitore di Matteo Renzi, non pretenderò di essere imparziale, e vi faccio grazia della mia opinione per cui è ridicolo non prendere i soldi del Mes per una loro inesistente condizionalità e poi prendere invece il Recovery Plan, che ne ha di molto più pesanti, è insensato insultare tutti i giorni più volte al giorno un esponente politico e il suo partito, ma pretendere che stia zitto e buono in maggioranza. Questo fa parte della legittima diversità dei punti di vista, e ognuno la pensa come vuole. Ma mi fa impazzire l’affermazione per la quale è incredibile o irresponsabile aprire una crisi di Governo proprio in questo momento.
Perché –si argomenta- la pandemia è come una guerra, e quindi non permette divisioni. È vero, e c’è una ragione per cui durante le guerre si fanno i gabinetti di guerra, con governi bipartizan. Perché la pandemia, proprio come la guerra, colpisce tutti. Il Covid uccide con equanime imparzialità leghisti e grillini, dem e fratelli d’Italia, berlusconiani e renziani, comunisti o fascisti. Fosse una patologia che colpisce il cervello, si potrebbe immaginare di alcune immunità –diciamo così- di categoria, ma colpisce i polmoni, e quelli siamo costretti a usarli tutti.
In una situazione di emergenza, nella quale non siamo ancora in grado di stabilire se sia più grande il disastro sanitario o quello economico, si imporrebbe un Governo di alta responsabilità istituzionale, sostenuto o almeno non osteggiato dalla totalità delle forze presenti in Parlamento. Ne abbiamo fatto uno a metà degli anni Settanta, il Governo di solidarietà nazionale, in condizioni assai più rosee delle attuali. È quello che fece il Regno Unito, quando Neville Chamberlain lasciò il posto di Primo Ministro a Winston Churchill. Perché c’era la guerra, e la Gran Bretagna sapeva che la stava perdendo.
Sì, perché, indipendentemente dalle posizioni politiche, è davvero difficile sostenere che questo Governo stia facendo bene. Certo, stiamo andando benino con i vaccini, sui quali pure pesa la grande incognita dell’approvvigionamento; non mi pare che si stia andando bene per quanto riguarda ristori, sussidi e ammortizzatori sociali, malgrado incrementi del deficit a undici zeri; si sta facendo sicuramente un disastro sulla scuola, dove grida vendetta al cielo il mezzo miliardo di euro speso per gli inutili banchi a rotelle. Vedete, quando una squadra di calcio sta affrontando un campionato molto impegnativo, e il gioco latita, e i risultati consegnano quella squadra alla retrocessione o gliela fanno rischiare in modo serissimo, io non ho mai sentito qualcuno che dica “è irresponsabile cambiare l’allenatore”, anche se certamente non è tutta colpa dell’allenatore. E non credo che dopo Caporetto qualcuno abbia ritenuto sconsiderato sostituire Luigi Cadorna con Armando Diaz. In questo momento è irresponsabile pensare che serva un altro Governo? Se non ora, quando? Direbbero i movimenti femministi. Alla prossima.
Benché la politica italiana sia dominata dalla post-logica, secondo la definizione di Luca Sofri, è davvero bizzarro sostenere che non si può fare una crisi di Governo “in questo momento”. Anzi, proprio la pandemia e l’emergenza fanno ritenere che un nuovo Esecutivo, con la maggioranza più ampia possibile, sia urgente e necessario. La terza puntata di “Strettamente personale”, la rubrica del giornalista free lance Enrico Ciccarelli, in collaborazione con www.bonculture.it