Un nuovo Governo. Se non ora quando?

by Enrico Ciccarelli

Luca Sofri, direttore del Post, uno dei migliori giornali online italiani, ha scritto in un articolo che siamo passati dal tempo della post-verità a quello della post-logica, tempo nel quale non solo facciamo affermazioni contrarie al vero, ma ne traiamo conseguenze insensate.

Direi che nell’attuale dibattito politico italiano la post-logica la fa da padrone. Io, essendo un iscritto a Italia Viva e un sostenitore di Matteo Renzi, non pretenderò di essere imparziale, e vi faccio grazia della mia opinione per cui è ridicolo non prendere i soldi del Mes per una loro inesistente condizionalità e poi prendere invece il Recovery Plan, che ne ha di molto più pesanti, è insensato insultare tutti i giorni più volte al giorno un esponente politico e il suo partito, ma pretendere che stia zitto e buono in maggioranza. Questo fa parte della legittima diversità dei punti di vista, e ognuno la pensa come vuole. Ma mi fa impazzire l’affermazione per la quale è incredibile o irresponsabile aprire una crisi di Governo proprio in questo momento.

Perché –si argomenta- la pandemia è come una guerra, e quindi non permette divisioni. È vero, e c’è una ragione per cui durante le guerre si fanno i gabinetti di guerra, con governi bipartizan. Perché la pandemia, proprio come la guerra, colpisce tutti. Il Covid uccide con equanime imparzialità leghisti e grillini, dem e fratelli d’Italia, berlusconiani e renziani, comunisti o fascisti. Fosse una patologia che colpisce il cervello, si potrebbe immaginare di alcune immunità –diciamo così- di categoria, ma colpisce i polmoni, e quelli siamo costretti a usarli tutti.

In una situazione di emergenza, nella quale non siamo ancora in grado di stabilire se sia più grande il disastro sanitario o quello economico, si imporrebbe un Governo di alta responsabilità istituzionale, sostenuto o almeno non osteggiato dalla totalità delle forze presenti in Parlamento. Ne abbiamo fatto uno a metà degli anni Settanta, il Governo di solidarietà nazionale, in condizioni assai più rosee delle attuali. È quello che fece il Regno Unito, quando Neville Chamberlain lasciò il posto di Primo Ministro a Winston Churchill. Perché c’era la guerra, e la Gran Bretagna sapeva che la stava perdendo.

Sì, perché, indipendentemente dalle posizioni politiche, è davvero difficile sostenere che questo Governo stia facendo bene. Certo, stiamo andando benino con i vaccini, sui quali pure pesa la grande incognita dell’approvvigionamento; non mi pare che si stia andando bene per quanto riguarda ristori, sussidi e ammortizzatori sociali, malgrado incrementi del deficit a undici zeri; si sta facendo sicuramente un disastro sulla scuola, dove grida vendetta al cielo il mezzo miliardo di euro speso per gli inutili banchi a rotelle. Vedete, quando una squadra di calcio sta affrontando un campionato molto impegnativo, e il gioco latita, e i risultati consegnano quella squadra alla retrocessione o gliela fanno rischiare in modo serissimo, io non ho mai sentito qualcuno che dica “è irresponsabile cambiare l’allenatore”, anche se certamente non è tutta colpa dell’allenatore. E non credo che dopo Caporetto qualcuno abbia ritenuto sconsiderato sostituire Luigi Cadorna con Armando Diaz. In questo momento è irresponsabile pensare che serva un altro Governo? Se non ora, quando? Direbbero i movimenti femministi. Alla prossima.

Benché la politica italiana sia dominata dalla post-logica, secondo la definizione di Luca Sofri, è davvero bizzarro sostenere che non si può fare una crisi di Governo “in questo momento”. Anzi, proprio la pandemia e l’emergenza fanno ritenere che un nuovo Esecutivo, con la maggioranza più ampia possibile, sia urgente e necessario. La terza puntata di “Strettamente personale”, la rubrica del giornalista free lance Enrico Ciccarelli, in collaborazione con www.bonculture.it

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