“Teatri chiusi: lo sconforto ti assale, ma c’è grande dignità in questo mondo. Tuteleremo gli artisti, non saranno soli”. Parola di Anna Paola Giuliani

by Antonella Soccio

Il Teatro Giordano a Foggia a differenza di altri pochi contenitori culturali italiani non aveva ancora cominciato la sua attività con stagioni teatrali o incontri culturali. Solo domenica aveva ospitato il primo appuntamento, già saltato durante il lockdown della kermesse Musica Civica animata dalla direttrice d’orchestra Gianna Fratta.

L’assessora Anna Paola Giuliani aveva fatto sapere che quest’inverno, in teatro, ci sarebbero stati soprattutto gli artisti locali.

Ora con la clausura della cultura a novembre sancita dal Ministro Franceschini ogni programmazione è nuovamente rinviata.

“Il problema non è la messa in sicurezza dei luoghi, capisco città come Roma, Milano o Napoli, ma in provincia ognuno raggiunge il teatro col proprio mezzo privato. Il Giordano non è il Piccolo Teatro di Milano, verrebbe da dire, qui ci si sposta con i propri mezzi, non usano il tram, ma capisco che Franceschini dovesse uniformare i territori, è uno molto attento ho grande simpatia per lui. Ma dovremmo calarci nelle diverse realtà. Vanno osservate le regole, ma c’è uno sconforto peggiore della prima volta”, rimarca l’amministratrice della Giunta Landella del Comune di Foggia a bonculture.

Chi ha sentito in queste ore assessora?

Ho sentito via messaggio tanti nostri operatori Roberto Galano, Gianna Fratta, Gabriella Cianci, Pino Bruno, che avrebbe dovuto avviare tra pochi giorni il Foggia Film Festival con ospite la Finocchiaro, c’è grande grande sconforto, ho sentito Gianna Fratta, ci siamo scritte, avevamo cominciato a recuperare le serate di Musica Civica. Gli Amici della Musica avrebbero ripreso con metà dei posti, anche meno di 250 posti, però c’era l’entusiasmo della ripresa, un artista senza pubblico, un artista che non ha il piacere di andare in scena non riesce più ad essere in streaming.

Questa volta sarà difficile anche solo proporlo lo streaming, l’altra volta lo spirito era un po’ diverso, si aveva la sensazione di coesione, dopo mesi di lutti c’erano timidi speranze, oggi è difficile proporre qualunque cosa. C’è chi aveva investito sulla nuova stagione”.

Non si può proporre qualche spettacolo alle tv, come dice il Ministro?

Anche lì se parliamo delle grandi città, si può fare, ma qui non siamo una grande realtà, le tv che resistono hanno già loro qualche difficoltà, oltre al danno c’è anche la beffa. Va bene compriamo cultura, ma questo dovrebbe valere 365. Noi dobbiamo mettere gli artisti nelle condizioni di poterla fare, facciamo sì che chi vive di questo possa continuare a vivere della propria arte, che è un mestiere. Io ho la sensazione che di qui a poco queste persone non potranno continuare a fare gli artisti. Mi sento scoraggiata, nonostante sia la prima che rispetta le regole, però mi rendo conto che non va strumentalizzato il momento, è facile parlare dall’esterno degli ospedali. C’è la rabbia, che non è solo legittima ma sacrosanta. Dobbiamo adeguarci a quello che c’è, non voglio far polemiche inutili, ma ho il dovere di stare vicino a questo mondo, che vive oggi di mancati introiti, mancato lavoro, è un mondo fermo in questo momento, io in qualità di amministratore devo stare loro accanto. Stiamo cercando capire come concretamente aiutarli.

Avete in mente misure particolari?

Molti di loro avranno anche la ripresa dei laboratori che non sarà facile, per questione di spazi, avremmo dovuto inaugurare la pinacoteca che sarebbe stato un altro spazio per la cultura. Ci ingegneremo tutti per venire incontro, il Comune dovrà sentire le istanze degli artisti e delle associazioni per capire come poter andare loro incontro: faremo fronte comune. Fare fronte comune essere tutti insieme e tutti uniti.

Il Giordano a differenza del Petruzzelli non s’era ancora avviato, c’erano delle programmazioni fissate?

C’erano già compagnie che si erano prenotate. Col TPP ci sarebbe stata la ripresa, avremmo ripreso quei 7 spettacoli dell’abbonamento che erano saltati con un doppio turno il sabato e la pomeridiana della domenica. Poi ci sarebbero state Musica Civca, Daunia Classica, compagnie il teatro soprattutto cole il Teatro dei Limoni e anche gli altri. Ora col TPP tutto è rinviato a febbraio, ma ho quasi paura di parlare di date. Il sindaco è d’accordo con me: bisogna dare la priorità agli artisti di casa nostra, che vivono una precarietà e una sofferenza che ci lascia tutti profondamente dispiaciuti e addolorati. Siamo tutti con loro, lo sconforto ti assale, ma c’è grande dignità in questo mondo. Sono stati colpiti 2 volte, loro sono precari già normalmente e adesso ho toccato con mano la rabbia, l’amarezza, la tristezza, la paura di dover abbassare i sipari. Non lo possiamo consentire e non lo vogliamo, soprattutto perché i mesi estivi ci avevano fatto comprendere quanto la cultura è essenziale: più di 14mila spettatori, laboratori, un clima di armonia, cominciavano a vedere una timida luce, c’è un mondo enorme che gira attorno ad un palco. Costumisti, fonici, scenografi, sarti, tecnici luci; ho parlato con Diego di Shangrillà. Tutti sono in attesa. Una cosa è certa: noi ci siamo, ci saremo e loro hanno la priorità, vanno tutelati, non saranno soli”.

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