Un Manifesto contro spopolamento e desertificazione delle aree interne. Le idee dei giovani di Innesti Monti Dauni

by Anna Maria Giannone

LETTERA A CHI NON C’ERA

Tu non eri qui quando il paese

aveva tutte le sue case aperte:

ogni vicolo era vivo

come una piazza,

il paese sapeva di sudore

e di terra,

galline sui ciottoli e uccelli

sui rami,

il sonno freddo dell’alba

sul dorso dei muli,

i padri di quarant’anni

che sembravano vecchi.

C’era una volta la desolazione

della miseria.

Ora c’è la miseria

della desolazione.

Franco Arminio

Non tutto è perduto nell’Osso d’Italia dei Monti Dauni. Ci credono i ragazzi e le ragazze di Innesti, che al Palazzo D’Auria di Lucera, con i loro rappresentanti Sara Nazzaro e Angelo Tosches, hanno illustrato il loro Manifesto per tentare di non dover morire di spopolamento ed emigrazione. Ad Innesti Monti Dauni credono che si possa ancora vivere nei paesi delle aree interne del Sud, senza elemosinare un posto di lavoro al potente di turno o accontentarsi di un destino senza sogni e ambizioni.

In questi mesi hanno espresso sulle varie piattaforme e sui social molto entusiasmo, per una “generazione che pensa alla prossima”, cercando di aprire un processo largo e partecipativo. Chi ha detto che non può cambiare mai niente? È uno dei loro interrogativi, tutt’altro che retorici.

I dati però sono impietosi e lo scrivono nel manifesto.

“Nei Monti Dauni, la popolazione giovanile (fino ai 29 anni) è il 28% della popolazione totale. In 5 anni la popolazione totale è calata del 7,51%. La popolazione giovanile invece è calata dell’11,7%. Il dato che abbiamo preso in considerazione è quello che riguarda gli anni dal 2016 ad oggi, con riferimento alle residenze anagrafiche, che quindi potrebbe non riflettere la reale situazione corrente, e sicuramente non riflette la situazione di ogni periodo dell’anno: basti pensare, banalmente, al gran numero di studenti fuori sede che pur non avendo cambiato residenza passano buona parte dell’anno nelle proprie sedi di studio e di lavoro. Il che rende le cose decisamente più preoccupanti. Non possiamo accettare che un’intera generazione sparisca dalla nostra terra. Arrendersi allo spopolamento significa condannarsi a scomparire. Oggi abbiamo bisogno di un piano organico di politiche giovanili per i Monti Dauni, che sappia dare alla nostra generazione nuove prospettive per il futuro”.

Spopolamento, transizione digitale e verde, contrasto all’emigrazione giovanile. Sono queste del resto le grandi questioni che i Monti Dauni e tutto l’Appennino dovranno affrontare, insieme a lavoro, formazione e politiche giovanili. Il Covid ha insegnato che non si può vivere di turismo e di filiere dominate dalla ristorazione.

I giovani di Innesti, che in alcuni casi si sono trovati di fronte all’ostruzionismo dei Comuni nel fornire dati e numeri demografici ed economici, propongono un po’ di idee concrete ai vari Comuni dei Monti Dauni Meridionali e Settentrionali, lontanissimi ancora tra di loro, per la mancata realizzazione della decennale regionale 1, di cui si attende ancora la progettazione, da poco bandita e vinta col Contratto di sviluppo di Invitalia.

Anzitutto i ragazzi propongono di mettere a valore le aree pip dei Comuni, per lo più zone desertificate, abbandonate e caratterizzate, se va bene, solo dal latrato dei cani.

Sono pochissimi i lotti che funzionano, qualcosa a Candela, Ascoli, Pietra, Bovino, Biccari, Motta e Troia. Ma si è assistito negli ultimi anni ad un progressivo indebolimento delle aree industriali e degli incentivi ad aprire attività manifatturiere e artigiane nelle aree pip, nonostante le ingenti risorse assegnate ai Gal. C’è poi tutto il tema della banda larga e del South working insieme a quello di un maggiore ruolo propulsivo proprio dei Gal per la transizione ecologica e l’agricoltura sociale e sostenibile.

I ragazzi chiedono anche di poter gestire e utilizzare gli spazi pubblici, attraverso il coinvolgimento in consulte e forum, per creare sale di consultazione, sale studio, biblioteche, laboratori di arti e mestieri.

Non mancano anche le proposte sulla formazione, con l’idea di una partnership tra le università, con Unifg in testa, per la creazione di poli di innovazione e ricerca, in modo da legare i Monti Dauni ad una precisa forma di cultura e patrimonio immateriale. Perché non prevedere delle Summer School nei Monti Dauni immaginandoli come sede di master e corsi di perfezionamento che possano ripopolare di utenti le strade dei paesi?

C’è molto da fare, anzitutto riunire i sindaci e le varie amministrazioni in una community vera, che valichi appartenenze e primogeniture presunte, senza personalismi o successi isolati e temporanei.

Scarica il manifesto

https://drive.google.com/file/d/1pebZ1PfDWuLrt39rgU5oTJT5F57WvCnC/view?fbclid=IwAR04T-iqr6I0qhkBvCQ1idxShNC15UeoZkyiYKANyDLYyMy-hvOSkqIQHwY

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