Wwf Italia, addio Onlus, ora è un Ets. Parlano Direttore generale, Presidente, direttore scientifico e delegato Puglia

by Fabrizio Stagnani

L’Assemblea dei soci del Wwf Italia si è espressa, al fine di adeguare lo statuto dell’associazione al Decreto Legislativo 117/2017, ha votato a favore del passaggio da Organizzazione non lucrativa di utilità sociale a Ente del Terzo Settore.

Un altro cambiamento storico per la più importante realtà ambientalistica italiana, inserita attivamente nello scenario internazionale. Sabato 26 settembre, al Bioparco di Roma,  nella sala dei Lecci e quella degli Elefanti, non si imbucavano solo schede nelle urne per cambiare sigle, ma l’aggiornamento dello statuto, tra i tanti altri cavilli, proponeva anche la rinuncia dell’assemblea ad intervenire nelle decisioni del Consiglio. Aspetto che fino ad ora, pur risultando molto democratico, non aveva prodotto risultati, rendendo anzi farraginose decisioni importanti, che invece avrebbero richiesto un’entrata, o uscita, dai tavoli tecnici più celere. Il problema sollevato dai vertici del Wwf riguardavo proprio l’inutilità del dover attendere approvazioni per ogni decisione da un’assemblea che aveva già votato ed incaricato il direttivo.

A ribadirlo al termine dello scrutinio, Gaetano Benedetto, Direttore Generale: “Voglio sperare che questa riforma faccia vedere il monte di prospettive che abbiamo davanti. Avevamo un problema di disordine come sistema Wwf, dovuto dal fatto che gestiamo delle attività difficili da attuare all’interno di un regime Onlus. La Fondazione, la Società Oasi, che per altro fa trasformazione di prodotti agroalimentari, e le attività di viaggio. Vogliamo tornare ad essere un Wwf unito, con un’organizzazione che andrà ridisegnata secondo gl’indirizzi che il Consiglio deve ancora dare. Un Consiglio che dovrà leggere una società che è completamente cambiata in maniera molto accelerata negli ultimi dieci anni. – e chiude con una battuta fortemente marcata dal suo linguaggio – La grande battaglia, non solo del Wwf, ma un po’ di tutti, è passare da quella concezione in cui l’ambiente è sempre stato considerato un diritto, ad una nuova concezione che vede l’ambiente essere assolutamente un dovere.” 

Mentre interrogandolo sulle mozioni contrarie sollevate, da una netta minoranza dei soci, sul disappunto mostrato da questa, sottolinea: “E’ stato eccepito un problema sia formale che sostanziale sul tema dei regolamenti in capo all’assemblea dei soci. L’aspetto sostanziale, quello più importante, è da affrontare con logica non giuridica. Nel senso che chiunque può comprendere che un’assemblea dei soci risulta pazzesco che debba regolamentare il regolamento del consiglio nazionale che elegge, che debba regolamentare il regolamento dei probiviri che elegge, che debba regolamentare organismi che poi non controlla e di cui non è responsabile, come il comitato scientifico, il comitato giuridico. Debba regolamentare cose a divenire che noi ancora non sappiamo, tipo un coordinamento sulle cooperative che un domani potremmo fare sull’educazione ambientale.” Voltata pagina, serve fare un passo indietro.

Restano i volontari una spina dorsale dell’associazione?

“Questo non credo che sia mai stato messo in discussione. Credo però che non bisogna perdere di vista il perché stiamo assieme. L’associazione è un luogo in cui il rispetto della persona, le procedure democratiche, il meccanismo della partecipazione, sono essenziali e devono rimanere tali. Però noi siamo una associazione a carattere scientifico per la conservazione della natura, questo è l’obbiettivo principale. Quando l’attenzione, il cronometro, misura più tempo a misurare la burocrazia, che non a parlare di conservazione, qualche domanda è da porsi.” 

“Anche la Puglia ha partecipato all’Assemblea del Wwf, eravamo numerosi e convinti della bontà e della necessità della riforma statutaria. – ha affermato il delegato per la Puglia del Wwf Italia, Professor Nicolò Carnimeo, anche a seguito del personale intervento dal palco del Sala dei Lecci – Dal punto di vista emozionale è emerso che il Wwf è davvero una grande famiglia, ed è importante incontrarsi, rincontrarsi, sia dal vivo come in queste occasioni, ma anche periodicamente in videoconferenza, come ci ha insegnato a fare il covid19.” 

Parola alla Direttrice Donatella Bianchi: “Ce l’abbiamo fatta con un ampio consenso dell’assemblea e con un’ampia partecipazione, questo il risultato più grande proprio perché ci dà il senso dell’attenzione che c’è nei momenti importanti per la vita dell’associazione. Si apre una nuova pagina ancora per il Wwf. Dobbiamo misuraci con un mondo che cambia e farlo avendo gli strumenti necessari per allinearci.”

Si è registrata qualche voce contraria a questo percorso.

“Come è giusto che sia c’è stato dibattito. Io richiamo sempre a quella relazione di fiducia che deve accompagnare il lavoro di noi amministratori, che siamo nominati dall’assemblea, che siamo nominati dai soci. Spero che i numeri del bilancio, i risultati di quest’anno – anch’essi approvati al voto – di questi anni di lavoro parlino chiaro rispetto a quella che è la serietà e la coerenza e l’attenzione con cui ci siamo mossi per arrivare qui oggi. Quando siamo partiti, nel 2014, sinceramente questa associazione era davvero in una condizione di grande pericolo, abbiamo veramente rischiato la chiusura dell’associazione, abbiamo rischiato la sospensione del marchio “Panda” da parte del Wwf internazionale, ci siamo dovuti misurare con una situazione debitoria terribile. Tutto questo fa parte del passato, siamo felici di essere arrivati qui oggi, da qui vogliamo ripartire in un momento difficile come questo, perché questa pandemia non aiuta certo il volontariato, ma noi siamo assolutamente certi che dobbiamo assolutamente muoverci, attivarci velocemente, per poter essere rapidi nelle decisioni, negli interventi e nelle azioni, perché non c’è più tempo da perdere. Così come non c’è più tempo da perdere per il pianeta ed il clima, come per l’inquinamento e tutto quello che succede all’uomo e all’umanità. Teniamo presenti le connessioni e cerchiamo di capire come andare avanti e soprattutto quale funzione, quale ruolo svolgere, in questo momento di grande importanza anche di rilancio economico per il paese che non può non tenere conto delle esigenze ecologiche. Una grande trasformazione culturale della quale il Wwf sarà protagonista.”

Questo cambiamento va a tutelare anche quello che è il patrimonio del Wwf Italia.

“Si, altrimenti, avremmo dovuto restituire cifre veramente molto importanti, che per altro nemmeno abbiamo in dotazione in questo momento, se non ci fossimo adeguati nei tempi e nei termini a quella che è la riforma del terzo settore. Per cui grande segnale anche di responsabilità. Qualche confronto interno, qualche dibattito c’è stato, ma è stato chiarito da molti pareri legali che abbiamo chiesto, quindi avvolte si cavillava su questioni che sinceramente erano già state affrontate con grande attenzione, ed anche con qualche investimento necessario, proprio per avere i pareri che i nostri soci richiedevano. Tutto questo fa parte dell’essere associazione. Dopo di che, però o prevale la fiducia nei confronti degli amministratori o altrimenti c’è qualcosa che non funziona. Questa assemblea ha dimostrato chiaramente che questa fiducia c’è, e quindi non tutti devono necessariamente essere d’accordo ed allineati a quello che è un progetto, non è scritto da nessuna parte, ma noi siamo questo, e forti dei numeri che abbiamo andremo avanti.” Come fatto con il Direttore Generale, risulta interessante approfondire l’inerente ai volontari alla base del Wwf, iconicamente colonna portante. “I volontari sono l’associazione, lo sono con i soci, con tutti quelli che finanziano l’attività, il lavoro, l’esistenza stessa dell’associazione. Tutti insieme, c’è un solo Wwf, questo grande Wwf è composto da giovani, anziani, militanti, non militanti, associati, donatori, che spesso noi non citiamo, ma sono quelli che ci consentono di esistere, e staff, perché che anche tanta gente che lavora sia nelle oasi che nella nostra sede centrale, e a tutti loro dobbiamo guardare con rispetto.” 

A chiudere il coro di voci entusiaste per l’aver visto voltare pagina al Wwf da Onlus a Ets, quella di Marco Galaverni, Direttore Scientifico: “Oggi abbiamo confermato una volta in più quanto sia importante cogliere l’opportunità legate a questo momento storico, in seno alla riforma del terzo settore, quanto proprio a quello che sta succedendo in questi mesi. Da un lato la catastrofe data dal Covid19, dall’altro la grandissima opportunità di renderci conto della strettissima dipendenza che abbiamo verso i sistemi naturali. Il Wwf ha un ruolo fondamentale a livello globale per fare capire sempre di più l’importanza di questa sfida.”  

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