A coppie gli zampognari diffondevano le loro dolci melodie

by Carmine de Leo

Ogni anno, nuove musiche di singoli esecutori, piccoli gruppi oppure grandi orchestre, allietano con le loro note il nostro Natale, ma parecchi di questi motivi sono destinati poi ad essere dimenticati, mentre restano eterne alcune  antiche nenie, la cui origine si perde nella notte dei tempi!

Parecchie di queste antiche musiche risalgono al Seicento ed al Settecento; nel nostro territorio resistono al tempo le dolcissime nenie suonate dai caratteristici zampognari che, con il loro rustico aspetto di pastori vestiti di pelli di pecora, scendono ogni anno dalle montagne dell’Abruzzo nelle cittadine sparse nella vasta pianura della Daunia, come i loro antenati pastori transumanti, che svernavano nella nostra pianura con le loro greggi a partire dal giorno di Santa Caterina in Novembre e fino a Maggio.

Sempre in coppia, gli zampognari, quasi tutti abruzzesi, sono sempre più rari tra le strade di Foggia, uno con il flauto o la ciaramella e l’altro con la caratteristica zampogna.

Strumenti che venivano costruiti con le loro stesse mani e che da secoli allietano con il loro dolce suono il nostro Natale.

Tanto è radicata la presenza degli zampognari nella nostra tradizione popolare, che ci piace riportare un vecchio duetto dialettale sulla musica e sull’ allegria che, anche in passato, il suono dei loro particolari strumenti diffondeva per le nostre strade: I Ciaramelle. Cuncè, e vist èume so belle, – sont’ acalat i ciaramelle – venn p ‘ì cas’ addumannann ‘-u fa a nuvela pure quest’ anne? – ciaramelle – ca sunat a ninna nanna – quant’allegrjja ce purtate – pu Natal e a Mmaculata!

Dopo la lettura di queste simpatiche strofette, proviamo, a chiudere gli occhi e sognare   pian piano, con un po’ fantasia, ascolteremo anche noi il suono tanto dolce delle ciaramelle ed ecco gli zampognari davanti alla porta di casa o per le strade del nostro centro storico.

Tra le viuzze e sotto gli archi della città vecchia, questi musici ambulanti, usavano fermarsi,  soprattutto davanti alle caratteristiche edicole devozionali, in particolare quelle dedicate alla Madonna, cui i foggiani erano e sono particolarmente devoti.

Tornati al modo reale, l’origine di una delle più antiche musiche natalizie è collegata proprio alla Capitanata: Tu scendi dalle stelle; infatti, anche se nel cinquecento veniva suonato già un madrigale composto da tal Luca Marenzio, dal titolo: StrideI  faceva le zampogne all’aria dalla melodia simile, il testo moderno è attribuito a Sant’ Alfonso Maria dei Liguori, fondatore dei Padri Redentoristi,

Questo Santo fu ospite per vario tempo del Convento della Consolazione, in Deliceto, ove forse il silenzio meditativo dei boschi dei Monti Dauni, gli ispirò questa bellissima nenia, che poi trascrisse e cantò in una sera del dicembre dell’anno 1754 a Nola.

Sant’Alfonso, recatosi a Foggia dopo il terribile terremoto che aveva colpito la nostra città nel 1731, nella chiesa di San Giovanni Battista, fuori Porta Arpi, fu anche protagonista di un episodio miracoloso.

Il Santo, infatti, davanti ad un nutrito gruppo di fedeli oranti, sarebbe stato avvolto improvvisamente da un fascio di luce, mentre per breve tempo risuonò una musica celestiale, forse la sua stessa nenia !

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