A Napoli c’è un Ospedale speciale che cura bambole e peluche

by Michela Conoscitore

Siamo nel 1895, a Napoli in via San Biagio dei Librai. Qui ha bottega Luigi Grassi, scenografo per i teatri di corte e per i teatrini dei pupi. Una mattina, una mamma disperata si rivolge a don Luigi per far riparare la bambola gravemente danneggiata della figlia. Per quanto quello non fosse il suo mestiere, l’artigiano accetta l’incarico. Qualche giorno dopo, la signora torna dal Grassi, e la sua felicità è immensa quando vede la piccola bambola tornata come nuova.

La voce nel quartiere, e in tutta Napoli, si diffuse velocemente e molte mamme con i figli portarono i giocattoli rotti da riparare a Luigi Grassi. Un passante, scrutando un giorno don Luigi a lavoro esclamò: “Me pare proprio o’ spitale d’è bambule!”. Don Luigi ascoltò divertito il commento dell’uomo e gli balenò in mente un’idea: prese una tavoletta di legno e ci disegnò sopra una croce, come quella degli ospedali veri, scrivendoci sotto ‘Ospedale delle Bambole’, e la affisse fuori alla bottega, come insegna.

Tuttora la famiglia Grassi prosegue con quest’attività, accogliendo tra i propri pazienti anche peluche e le statuette del presepe.

Forse noi contemporanei non comprendiamo bene la necessità di una simile attività, così presi dal consumismo. Decenni fa, i giocattoli dei bimbi erano oltre che costosi, delle vere e proprie opere d’arte che quando incappavano in un ‘infortunio’ dovevano essere riparate per ovviare al danno, affettivo ed economico. Ed è così che molti di quei giocattoli, anche grazie all’Ospedale delle Bambole di Napoli, sono giunti fino a noi sfidando il tempo e raccontandoci favole d’infanzia e i teneri sogni dei bambini di primo Novecento.

Oggi, le bambole da riparare che arrivano a Napoli, provengono da tutto il mondo e l’attività della famiglia Grassi ha incluso anche un museo, nella sede di Palazzo Marigliano. Vi suggeriamo di non perdervi questa visita, quando potremo tornare a scoprire luoghi magici come questo.

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