Aria di Natale

by Carmine de Leo

Aria di Natale… e si pensa subito alle tante melodie e bellissime musiche in tema natalizio, ma l’aria di Natale è anche quella che si respira con gli occhi, con la mente nei giorni che precedono questa importante ricorrenza!

Infatti, proprio nelle settimane di dicembre, prima delle festività natalizie, ecco che una magica atmosfera si impadroniscono delle nostre emozioni.

E’ davvero una magia!

realizzata da una serie di circostanze, anzi, per meglio dire, da atmosfere, sensazioni ed emozioni che ci catturano in questi giorni particolari.

Le luci, i profumi, le immagini, le musiche e i luoghi rappresentano gli attori protagonisti di questo splendido scenario.

Fra tutti emergono soprattutto alcuni luoghi più in particolare, che ricreano e alimentano nella nostra mente le atmosfere del Natale di una volta. si tratta più in particolare dei centri storici.

A Foggia, nella Puglia, il borgo antico della città è uno di questi posti che affascinano il visitatore.

Tra le viuzze, gli archi, i piccoli e più grandi slarghi e piazze, la cui scena è dominata da antiche chiese dalle facciate barocche e vecchi palazzi gentilizi, qualcosa di arcano, di misterioso, ci attrae più che altrove.

In particolare è forse la condizione di abbandono di molti di questi angoli della città vecchia, il suo spopolamento graduale, che facilità una solitudine silenziosa.

Ma è proprio questo silenzio che contribuisce a creare un’atmosfera magica che aiuta il raro passante a viaggiare con la fantasia nel tempo che fu.

Tra le vecchie stradine un tempo tutte ciottolate, gli archi e le caratteristiche scalinate che salgono verso la città vecchia superando l’antico terrapieno delle mura cittadine, si coglie quasi il lento passo cadenzato dei pastori abruzzesi, che un tempo affollavano Foggia nei mesi invernali durante  transumanza.

Ecco, nel silenzio di queste viuzze, ci pare di ascoltare ancora, fermi davanti ad una piccola edicola della Madonna addobbata a festa, una coppia di pastori con i loro caratteristici costumi, che suonano dolci nenie con le loro zampogne e piccoli pifferi artigianali.

E’ l’amico vento che ci ripropone queste musiche del cuore, dopo averle conservate misteriosamente per tanti secoli chissà dove!

Chiudiamo gli occhi ed ecco innanzi a noi i due caratteristici zampognari, riviviamo con emozione questo viaggio immaginario nel Natale di un tempo.

Eccoli con i loro vestiti di pelle di pecora, con i cappellacci e i calzari che suonano le loro dolci melodie natalizie con i loro antichi strumenti.

Dolci? si, ma non solo le melodie!

Anche questi non mancano ed ecco che svoltato un vicolo si apre davanti a noi una piccola piazza dominata dalle vetusta mura di un convento e qui ben presto le nostre narici sono invase da squisiti profumi, cosa sarà, da dove provengono?

In un attimo la nostra memoria ci ricorda come in questi monasteri, nei giorni che precedono il Natale, veniva aumentata la normale produzione di prelibati dolcetti tipici: cartellate, calzoncelli, struffoli, dolci realizzati con pasta di mandorle, mostaccioli ed altri.

Tra le severe mura dei loro monasteri, alle povere suore, l’unico peccato concesso, era quello della gola!

Famosi erano a Foggia i conventi di Santa Chiara e gli scomparsi conservatorio di Santa Teresa e monastero delle monache Redentoriste della beata suor Maria Celeste Crostarosa.

Proprio quest’ultima suora, nata a Napoli nel Seicento e vissuta per vari anni a Foggia, ove il suo corpo si conserva ancora miracolosamente intatto, fu tentata dal diavolo con una profumata guantiera di gustosissime sfogliatelle a infrangere il digiuno.

Le brave monache nelle settimane prima del Natale aumentavano notevolmente la loro produzione di pasta e soprattutto di dolci, destinati alla vendita per finanziare i loro monasteri.

Ma continuiamo la nostra passeggiata nel caratteristico centro storico ed ecco che nelle vecchie chiese incontriamo vari presepi, che alla luce fioca di piccole lampade colorate ci fanno rivivere la nascita del Santo Bambinello!

E’ il piccolo Gesù, che protagonista di tante storie vere e fantasiose collegate ai presepi, una volta molto più diffusi nelle vecchia dimore del centro storico, pare che ci saluti con una sua manina augurandoci buon Natale!

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