Canale Acquarotta a Lesina, alla ricerca delle tecniche di costruzione degli anni Venti

by Antonella Soccio

Due ponti pericolanti, uno struggente lago costiero dalla biodiversità preziosissima, un canale dal nome profetico e la solita lottizzazione edilizia italiana, consumata tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta a modificare un ecosistema fragilissimo.

Tutto questo è il villaggio balneare Lesina Marina (o Marina di Lesina) nei pressi del Lago di Lesina nel Gargano Nord e dell’omonimo paese adagiato sulle acque rosa salmastre ricche di anguille, rimbalzato per mesi agli onori della cronaca anche perché sede del buen retiro meridionale, sull’istmo del Bosco Isola, dell’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini, che qui ha casa nella splendida villa dell’amico del Papeete Massimo Casanova.

Laguna e bonifica

Da anni il Canale Acquarotta pregiudica la tenuta dell’intero insediamento vacanziero di Marina di Lesina, per via di numerosissime infiltrazioni d’acqua che dal canale appunto raggiungono le fondamenta delle case e delle palazzine, creando un dissesto idrogeologico assai pericoloso e degli smottamenti nel terreno. Sinkhole, come sono definite in termine tecnico geologico, le voragini. A Marina di Lesina il fenomeno era noto soprattutto nel mare nei giorni più burrascosi, ma da almeno 10 anni le sinkhole si sono trasferite anche nell’abitato: le strade in alcuni punti lungo il canale sono sprofondate, seminando paura.

C’è da dire che a Lesina non si sono formate doline o inghiottitoi come in altre zone del pianeta, il fenomeno naturale di erosione della roccia, causata dalla miscelazione del canale di acqua marina e acqua dolce, è ridotto, ha creato solo delle infiltrazioni. Ma l’incertezza resta, il cedimento del suolo è imprevedibile. Ecco perché i lavori sul Canale sono attesi da anni.

Finalmente dopo tante polemiche e dopo la svendita del villaggio, dove residenti e proprietari di case temono per la propria incolumità e vivono una situazione di perenne disagio in un centro ormai additato solo per le voragini e per il dissesto, partiranno i lavori che agiranno proprio sul Canale Acquarotta.

Da un lato a settembre la ditta, la Gianni Rotice srl, che si è aggiudicata i lavori, nei prossimi giorni comincerà ad iniettare sotto terra nelle infiltrazioni sabbia, malta e resina per colmare le cavità che si sono create. Con un complesso sistema di iniezioni sotterranee si tenterà di mettere in sicurezza l’abitato.

Dall’altra parte invece lo studio di ingegneria Cavaliere&Associati non solo ricostruirà i due ponti oggi interdetti alla popolazione e alle auto, ma renderà impermeabile il Canale, riportandolo allo stato in cui era nel 1929, con un rivestimento di cemento armato.

Gli ingegneri in questi mesi si sono dedicati ad un profondo lavoro di studio delle tecniche idrauliche degli anni Venti del secolo scorso. Negli archivi della Biblioteca provinciale Magna Capitana di Foggia hanno scovato le foto dell’epoca, le scelte e anche alcuni discorsi parlamentari sulla bonifica delle aree paludose italiane, a cui anche Lesina appartiene.

Nel ’29 i tecnici avevano compreso, meglio di tante conferenze di servizi odierne, che l’osmosi presente tra l’acqua marina salata e quella dolce del lago creava, in quei 2800 metri di canale, un mix franoso per i gessi presenti nel terreno, tale da provocare lunghe infiltrazioni, capaci di aprire buchi disastrosi.

Paradossalmente i danni di oggi sono stati prodotti proprio dalla furia ambientalista del 1993, quando per motivi estetici e naturalistici, il cemento che rivestiva il Canale Acquarotta fu sostituito con delle gabbionate, sicuramente di minor impatto ambientale per un corso d’acqua in zona Parco del Gargano, ma inadeguate alle combinazioni chimiche tra le due diverse acque che si incontrano nel canale.

Il rivestimento del Canale Acquarotta a Lesina si inserisce nel corposo piano di Bonifiche e lavori pubblici, per il quale lo Stato fascista avrebbe provveduto alle opere fondamentali (risanamento di terreni paludosi, rimboschimenti, drenaggio e controllo delle acque, rete centrale d’irrigazione), così come fatto per l’Agro Pontino, lasciando ai privati il compito di completare a proprie spese le bonifiche, con piantagioni, dissodamenti, costruzioni rurali, allacciamento ai canali d’irrigazione, eccetera.

Insomma il Canale Acquarotta non smette di stupire: i lavori dureranno almeno fino all’inverno del 2020/2021. Serviranno due inverni per riportare il naviglio allo stato in cui era quando è stato progettato quasi un secolo fa.

Gli ingegneri infatti per non mandare il lago in anossia sono costretti a chiudere porzioni di canale e a realizzare un corso d’acqua parallelo artificiale in cui canalizzare le acque che dal lago vanno al mare e viceversa e che creano quella speciale fusione e salinità così essenziali per la flora e la fauna della zona lagunare.

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