Donna Ippolita e i baronetti di Novoli e marchesi di Trepuzzi. Storia scandalosa di un matrimonio annullato con buona pace di tutti

by Carmine de Leo

Nel Settecento le grandi casate gentilizie per conservare e, molte volte arricchire, il loro patrimonio familiare, erano d’uso combinare matrimoni d’interesse, dove l’amore era solo un miraggio.

In tal modo ai giovani rampolli ed alle fanciulle di questo o quel casato erano imposti mariti e mogli molte volte non affatto graditi.

La storia delle nobildonna Ippolita Malvezzi Locatelli Leoni è una testimonianza di questo malvezzo e scusate il gioco di parole!

Il malvezzo, ovvero la cattiva abitudine di questi matrimoni d’interesse aveva fatto ancora delle giovani vittime in quel di Trepuzzi, un piccolo centro abitato nei pressi di Lecce, feudo all’epoca dei fatti, ovvero verso la metà del Settecento, di don Francesco, barone e poi duca di Carignano e marchese di Trepuzzi.

Questo nobiluomo aveva combinato per suo figlio primogenito, don Giulio Cesare, il matrimonio con una ricca e procace nobildonna bolognese, di nome Ippolita Malvezzi, figlia del conte della Selva Giuseppe Ercole.

Quest’ultima, però, nel periodo di fidanzamento aveva conosciuto anche il fratello minore del suo futuro marito, don Giovanni Carlo Battista e se n’era innamorata perdutamente, peraltro anche ricambiata da quest’ultimo giovane.

Don Giulio, del resto, anche dopo il matrimonio, non era neppure tanto attratto dall’esuberante donna Ippolita e trascurava i suoi doveri coniugali per dedicarsi alla preghiera.

I mesi passavano e per la procace bolognese donna Ippolita la sopportazione di un marito non voluto che la trascurava pure, diventava sempre più pesante, tanto che si decise infine a chiedere l’annullamento del suo matrimonio con il marchese Giulio.

Secondo altre fonti fu lo stesso don Giulio a richiederlo in quanto intendeva farsi sacerdote.

Siamo nel Settecento e una richiesta del genere scandalizzò non poco molti benpensanti; fatto strano, però, non la famiglia dei duchi di Carignano, né il padre don Francesco e ne l’altro suo figlio don Giovanni.

Sparsasi la voce, tutti si chiedevano quale sarebbe stato l’esito della richiesta di annullamento, fu presto aperta un’istruttoria dalle autorità ecclesiastiche competenti al caso e il pontefice Benedetto XIV, Prospero Lorenzo Lambertini, bolognese e conterraneo della Malvezzi, incaricò direttamente l’allora vescovo di Lecce, monsignor Alfonso Sozy Carafa, di accertare i fatti posti a motivazione della richiesta di annullamento del matrimonio.

Don Giulio fu sottoposto a visita da alcuni medici, mentre donna Ippolita fu esaminata da alcune levatrici e dopo aver letto l’esito di un rapporto riservato stilato dal vescovo di Lecce, il pontefice concesse finalmente l’annullamento del matrimonio.

Ma questa storia dal sapore boccaccesco non finisce qui!

Don Giulio andò poi via dalla Puglia e si trasferì a Roma, ove pare che dopo un po’ di tempo si risposò, mentre altri cronisti riportano che divenne sacerdote.

Donna Ippolita, invece, scandalo nello scandalo, dopo pochissimo tempo dall’emanazione della sentenza di annullamento del suo matrimonio, convolò a nozze con don Giovanni, fratello minore del suo ex marito.

Don Giulio, intanto, aveva anche rinunziato anche ai titoli ed ai diritti di primogenito in cambio di una rendita e il fratello Giovanni acquisì quindi in un sol colpo i feudi paterni e l’amata sua ex cognata donna Ippolita!

Un matrimonio andato infine a buon porto, a titolo di curiosità, un figlio di don Giovanni e donna Ippolita, Giuseppe, trasferitosi a Napoli, sarà poi ministro delle finanze del Regno delle Due Sicilie e primo sindaco della città partenopea.

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