Eravamo quattro amici al bar. Col sogno del basket

by Fernando Di Chio

Il titolo di questa canzone, ben si addice alla storia che voglio raccontarvi, uno spaccato di vita che avevo messo nel cassetto ma che è tornata alla luce grazie ad una persona a me cara, Franco Vernice.

Era il 1979, quell’estate allo stadio Zaccheria vennero Lucio Dalla e De Gregori per il mitico tour Banana Republic, ma in realtà non è di questo che voglio parlare, ma di un gruppo di ragazzetti che quell’estate, non poterono assistere al concerto perché impegnati ad inseguire un sogno.

Il sogno che realizzarono fu di riuscire ad arrivare alle finali nazionali di basket giovanile che si tennero a Viterbo nella Scuola Allievi Sottoufficiali, impresa mai raggiunta da nessuna squadra di basket foggiana.

A raccontarla oggi questa storia ricorda un film “Colpo Vincente” la cui trama parla di un dinamico ed attivo allenatore di basket, che viene chiamato in Indiana ad allenare una scadente e mediocre squadra di pallacanestro liceale. Dopo tante ed emozionanti vicende ed avventure, riesce a trasformare questa squadra in qualcosa di grande, tanto da riuscire a vincere anche un titolo.

In qualche modo quel gruppo di ragazzi, sono un po’ come i protagonisti del film, giocavano per divertirsi e per divertirsi si ritrovarono a disputare una finale nazionale con squadre blasonate per quei tempi, chissà magari in mezzo a tanti avversari ci saranno stati giocatori che hanno fatto la storia del basket italiano, ma anche in quel gruppo di ragazzini foggiani più di uno riuscì a portar lustro al basket foggiano.

Perché raccontare tutto questo? Perché ero anch’io uno di quei ragazzini e se oggi posso raccontare di questa esperienza epica è perché l’ho vissuta ed è tornata alla luce grazie ad un messaggio whatsapp inviatomi qualche sera fa dal mio ex allenatore Franco Vernice.

Quando dico impresa epica è perché ciò che la rese tale fu una partita disputata ad Avellino, era la gara interregionale che avrebbe permesso ai vincitori, l’accesso diretto alle finali di Viterbo, eravamo tesissimi ma il nostro allenatore ci confortò dicendoci “tutto ciò che abbiamo fatto finora nessuno lo ha mai fatto perciò abbiamo già vinto”, in realtà la partita si infiammò e a un secondo dal termine quando eravamo sotto di un punto, uno dei nostri giocatori, con un tiro preciso, contemporaneamente al fischio dell’arbitro, ci portò in vantaggio e ci consegnò la vittoria.

Il seguito fu un continuo susseguirsi di felicità e curiosità di ciò che ci aspettava, ma rimarrà sempre indelebile il ricordo di essere stato protagonista di un qualcosa che a pochi è permesso vivere e che un messaggio whatsapp ha tirato fuori da reconditi cassetti della memoria.

Tutto ciò non ha una morale, cosa che solitamente segue alla fine di ogni storia, ma è solo un sogno, ossia la possibilità di rivedere ancora una volta quel gruppo riformarsi, per poter rivivere insieme quei ricordi ed in qualche modo tutto ciò sarà come rivincere quella partita che ci portò in finale.

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