I maccheroni alle corna, una storia boccaccesca di un tradimento finito male

by Carmine de Leo

Nella storia della gastronomia molte volte le ricette prendono nome dai particolari ingredienti utilizzati, oppure da alcuni episodi considerati davvero singolari, fatti di cronaca, che per la loro particolarità, hanno suggerito nomi strani o, ancora, da personaggi storici, come ad esempio la salsa detta alla besciamella, inventata nel XVII secolo da Louis de Bechamel, marchese di Nointel, gran ciambellano alla corte francese di Re Luigi XIV.

Ma veniamo ai fatti, fra i tantissimi episodi di cronaca nera riportati tra le colonne dei diversi giornali ottocenteschi che venivano pubblicati a Foggia ed in provincia, uno di quelli più singolari ci colpisce per la curiosissima sequenza degli avvenimenti e la particolarità dei suoi protagonisti, lo chiameremo pertanto: “i maccheroni alle corna

Penserete subito, quindi, ad un speciale ricetta realizzata con chissà quali ingredienti e con la fantasia sarà molto facile sbizzarrirsi in questa o quella ipotesi e desiderare di gustare questa singolare pietanza, ma presto, dati gli ingredienti boccacceschi dell’episodio, rimarremo un po’ delusi da punto di vista del palato, ma scoppieremo letteralmente dalle risate per l’ironia della sorte di questo episodio.

Nulla di speciale, quindi, negli elementi della vera ricetta di questo piatto, realizzato con pochi e genuini ingredienti quali il tradizionale sugo di carne mista e maccheroni fatti in casa in maniera artigianale, come si usava un tempo; unica singolarità forse il tempo di amalgama del sugo con i maccheroni, cucinati per il pranzo, ma consumati poi a notte fonda  e forse per questo più appetitosi !

La particolarità del nome della ricetta è dettata da un episodio a dir poco boccaccesco accaduto nel lontano 1898 nella città di Foggia e riportato nella cronaca locale di un giornale che si stampava con periodicità settimanale in quegli anni: Il Foglietto.

Certamente il 1898 può essere definito benissimo un anno di fame, molto noto è l’episodio, accaduto proprio in quell’anno, di una terribile rivolta popolare causata dall’aumento del prezzo del pane e sviluppatasi innanzi al vecchio municipio di Foggia, allora ubicato presso palazzo Arpi, ossi sede del museo civico.

Nell’occasione fu assalito un gabbiotto del dazio, ove erano conservati vari sacchi di grano, da parte di una nutrita schiera di donne inferocite da una terribile fame e dalla più nera miseria.

La fame, quindi, era protagonista della società di fine Ottocento e davvero le pance vuote erano proprio tante in quegli anni.

In questo ambiente nasce l’episodio dei maccheroni alle corna e questa la storia: un marito, come viene riportato nel già citato periodico, con un mestiere poco pulito, ovvero quello di ladruncolo, era costretto ad operare naturalmente soprattutto di notte.

Poverina, la bella moglie, nelle sue nottate passate in completa solitudine nel talamo nuziale, cercava di consolarsi ed arrotondare il bilancio familiare con qualche suo, diciamo amichetto.

Nel profondo di una di queste notti di mezza estate, quando i bollori sono davvero tanti, vuoi per il clima caldo, che per l’insoddisfatta voglia di compagnia, la mogliettina del ladruncolo, mentre questi era al lavoro,  era in dolce compagnia del suo amante.

Ma ecco all’improvviso, in piena notte, dei forti rintocchi alla porta di casa.

Chi poteva essere a bussare in piena notte?

Dopo aver sbirciato fuori la mogliettina scoprì che era proprio il suo povero marito!

Ma cosa ci faceva a quell’ora di notte? non era al lavoro?

Tanti furono gli interrogativi che si accavallarono in pochi secondi nella mente della mogliettina.

La fame lo aveva … tradito … i suoi crampi erano sempre più forti e l’uomo, sospesa per un po’ la propria attività notturna di ladruncolo, aveva pensato bene di far ritorno brevemente a casa sua per ripulire un piatto di maccheroni avanzato dal pranzo di mezzodì e già ne pregustava il sapore ed una dolce acquolina iniziava a spandersi nella sua bocca.

Ma, purtroppo, il ladruncolo non poteva certo immaginare che questa pietanza, i maccheroni tanto desiderati,  gli andranno completamente di traverso e la sua bocca gusterà subito un sapore molto amaro!!

Bussa e ribussa, di fronte ai rintocchi sempre più forti del marito sul portone d’ingresso, fracasso che poteva svegliare anche il vicinato ed allargare ad una serie di sempre pronte pettegole lo scandalo che si stava per consumare, la mogliettina, ignorando pure la ragione del ritorno del marito, fu costretta infine ad aprire, dopo aver nascosto il suo amante in un piccolo ripostiglio ricavato a un incavo del muro di casa.

Disgrazia volle che in questo stesso ripostiglio erano conservati in un piatto anche i maccheroni avanzati, a quell’epoca non vi erano ancora i frigoriferi; aprì quindi la porta di casa al marito, ignorando la vera ragione del ritorno a casa del coniuge.

Il povero becco, appena rientrato,  rivelò alla moglie che era tornato a casa per consumare i maccheroni avanzati dal pranzo di mezzodì, in quanto una tremenda fame lo aveva assalito nel corso della notte.

La moglie, terrorizzata, cercò dapprima di tergiversare affermando che non era avanzato nulla, ma il marito insistette dicendo che lui stesso personalmente aveva conservato il piatto con gli avanzi nel ripostiglio a muro della casa e li si recò presto nonostante le bugie della moglie, mal gliene incolse, perché in quel bugigattolo trovò l’amante nascosto!

Apriti cielo, grida ed urla dei due uomini e pianti disperati della donna ed ecco che il marito, passatagli la voglia di maccheroni, con l’amaro in bocca, tira fuori dalla tasca dei pantaloni un coltellaccio.

L’amante, più veloce del povero cornuto, aveva già in mano un affilatissimo stiletto e con minacce e spintoni si fece subito strada per raggiungere la porta di casa e fuggire via seminudo insieme alla donna del ladruncolo tra l’ilarità generale di tutto il vicinato a cui, ormai sveglio perché messo in allarme dalla urla e dal baccano provocato, non pareva vero di assistere alla scenetta boccaccesca.

Prima di varcare la soglia di casa verso la libertà il marito riuscì a ferire con il suo affilato coltellaccio, comunque non in modo grave, i due amanti.

Fin qui la cronaca tragicomica di questa ottocentesca notte di mezza estate, ma il cronista  del periodico Il Foglietto pensò bene di terminare il suo articolo con un utile suggerimento: Moralità: I maccheroni bisogna mangiarli tutti la mattina.

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