Il barone inglese Riccardo Keppel Craven, in giro per l’Italia, un eccentrico viaggiatore ottocentesco, scrittore e musicista

by Carmine de Leo

Riccardo Keppel Craven, singolare figura di viaggiatore, scrittore e musicista inglese, figlio del sesto barone di Craven, si stabilì a Napoli verso il 1815 con la madre Elisabetta.

L’eredità paterna gli permise di acquistare nel salernitano un ex convento con vasta tenuta agricola nella valle del fiume Irno e qui, quando non era in viaggio, ospitò letterati ed amici connazionali.

Personaggio eccentrico, oltre che nel carattere, anche nell’aspetto, seppur brillante e colto, si presentava con strane divise, capelli lunghi non curati, grandi basette più da vetturino che da nobile barone!

Si recò in Puglia la prima volta nel 1818, raggiungendo da Napoli, in carrozza, la città di Benevento e proseguendo poi a cavallo con al seguito i suoi servi in divisa; fu a Foggia il giorno dell’arresto della banda di briganti Vardarelli.

Oltre che nei volumi di viaggio del Keppel, del suo transito a Foggia, abbiamo anche testimonianza nel manoscritto del Giornale Patrio Villani, che nel 1829 così riporta sul nostro barone: “giunse qui ieri l’altro, ritornando dopo molti anni a rivedere parte della Puglia. Nella sua breve dimora qui ha esaminato tutte le nuove opere pubbliche fatte e con particolarità il teatro, ove à assistito a delle recite, e la villa, che l’à trovata al di là di ogni aspettazione. Egli è ripartito per Napoli, sua ordinaria dimora”.

L’aspetto della comitiva di viaggio del barone Craven allarmò non poco le autorità locali ed in occasione del suo passaggio in Capitanata, fu anche arrestato dalla gendarmeria della vicina Troia.

In questa cittadina, come scrisse lui stesso nel suo volume: “A tour through the southern provinces of the Kingdom of Naples”, pubblicato a Londra nel 1821, l’uniforme insolita della sua scorta di servi ed il suo aspetto aveva creato sensazione e sorpresa mescolati ad allarme, tanto che i gendarmi di stanza in Troia, pensarono bene di arrestarli tutti scambiandoli per una piccola forza militare straniera.

Difficoltà ci furono anche per l’alloggio in una locanda, in quanto, scambiati sempre per militari, si temeva da parte dei proprietari di essere poi pagati solo con un pezzo di carta, il “biglietto d’alloggio per militari” emesso dal governo, difficilmente trasformabile in denaro contante!

Liberato dai gendarmi dopo aver chiarito l’equivoco, Keppel Craven si recò in visita a Lucera ed a San Severo e quindi a Foggia, ove al suo ingresso, come lui stesso scrive, scoppiò un vero e proprio tumulto tra la popolazione, allarmata anch’essa dall’aspetto della comitiva, i cui componenti, molto spaventati dall’ostilità della gente e stanchi anche del gran caldo, ebbero degli attacchi di febbre e furono inchiodati a letto per alcuni giorni in una locanda nei pressi del Piano delle Fosse Granarie, oggi detto Piano della Croce.

Il barone ne approfittò per recarsi a Manfredonia e dintorni, tornato a Foggia visitò le chiese e gli uffici pubblici della nostra città e si recò a cena dall’Intendente della Capitanata e poi da un misterioso canonico.

Questo prelato, che il Craven indica misteriosamente solo con la lettera – L – gli fece anche visitare un allevamento con annesso caseificio, forse presso il fiume Cervaro, che rendeva dai suoi allevamenti, oltre a molto latte, degli squisiti prodotti: ricotte, giuncate, provole, mozzarelle, latticini e vari formaggi.

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