Il mistero dei Giapponesi a Foggia e la grande attrice Kamako

by Carmine de Leo

Alcuni Giapponesi, nei loro caratteristici kimono, appaiono seduti nei pressi di un antico monumento a Foggia, nell’attuale piazza Federico II di Svevia, in una vecchia istantanea risalente ai primi anni del Novecento.

In una rarissima fotografia di Foggia, presumibilmente scattata nei primi anni del secolo scorso,  appaiono ritratti alcuni Giapponesi in costume tradizionale; essi sono seduti sul bordo di un piccola aiuola che circonda il monumento al patriota e pittore foggiano Saverio Altamura.

Questo monumento, era più comunemente chiamato dal popolino u capacchion per la grandezza della sua testa rispetto al busto.

Attualmente non è più in questa piazza, perché fu rimosso nel 1928 e trasferito presso i giardini pubblici, al suo posto fu ricostruita una fontana ispirata allo scomparso Pozzo Rotondo che, secondo la tradizione, l’imperatore Federico II di Svevia aveva fatto costruire nei pressi del suo palazzo imperale; infatti, questa piazza era chiamata un tempo: Slargo del Pozzo Rotondo.

La fotografia in questione, riprodotta in una cartolina d’epoca risalente ai primi anni del secolo scorso ha rappresentato per molti tempo fra gli appassionati di storia locale sempre un piccolo mistero!

Tutti si sono chiesti più volte cosa ci fanno dei Giapponesi a Foggia e, soprattutto, in un’epoca in cui gli scambi commerciali e turistici con il lontano regno del Sol Levante non erano certo agevoli.

Oggi si è in grado, finalmente, di sciogliere questo piccolo rebus, perché abbiamo scoperto che  la sera del giorno 6 Dicembre del lontano 1910, più di un secolo fa quindi, si esibì proprio presso il teatro della città di Foggia, a quei tempi chiamato: Dauno una importate compagnia teatrale, addirittura quella del teatro imperiale della capitale del Giappone, Tokio.

Alcuni giornali locali, come il periodico satirico: Il Grilletto ne danno infatti notizia in prima pagina aggiungendo che la compagnia del teatro giapponese era diretta dalla famosa attrice Kamako che, a dire dell’articolista, forse deluso dalla sua prestazione, restava famosa solo per loro, ovvero i Giapponesi!

Il cronista foggiano aggiunge che, stimolato dalla fama che aveva preceduto la venuta a Foggia di questa distinta artista si recò presso l’albergo Milano per intervistarla.

L’inviato de Il Grilletto, nell’occasione, suggerì anche a tal Saverio, il maitre di questo hotel di Foggia, a porre un cartello accanto alla stanza della famosa attrice con la seguente scritta: Albergo Milano . Qui Kanako riposò una notte.

Davanti ad un folto pubblico riunito nel teatro Dauno, oggi dedicato al musicista foggiano Umberto Giordano, la sera della rappresentazione, lo spettacolo della compagnia Giapponese durò circa due ore e si articolò in due sketch teatrali dal titolo: Otake e In una casa da the.

Purtroppo, però, gli attori giapponesi dovettero recitare senza le scene mobili; infatti l’arrivo di questo importate materiale era in notevole ritardo e l’idioma giapponese fece il resto.

Il pubblico accorso dalla novità di poter vedere all’opera una compagnia giapponese dov’è accontentarsi di comprendere la rappresentazione solo dalla mimica degli attori.

In conclusione, senza scenografia di contorno e senza una traduzione dei loro dialoghi, seppur notoriamente bravi, l’attrice Kamako ed i suoi colleghi del teatro imperiale del Giappone, dovettero rassegnarsi infine ad un vero e proprio fiasco della serata da loro tenuta presso il teatro di Foggia, dove non fecero più ritorno!

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