Il primo centenario della nascita di Cristanziano Serricchio. Con Monte Sant’Angelo “Mio paese”

by Bibliostorie

Il 20 giugno 2022 Cristanziano Serricchio, poeta candidato al premio Nobel, avrebbe compiuto cento anni. È morto a novant’anni. Parte della sua vita l’ha trascorsa a Monte Sant’Angelo, la città che gli ha dato i natali. E da questa città natale ha tratto spunti e sollecitazioni per alcuni dei suoi scritti in prosa e in versi: il paesaggio aspro, roccioso, il castello erto sulla rupe e la grotta dell’Arcangelo scavata profondamente nella montagna.

Con la poesia “Mio paese” descrive un paesaggio di estrema bellezza e con l’aggettivo “mio” sembra appropriarsi della città: Se prendo a narrarti vedo/il tuo profilo nel cielo/rotto da mille comignoli accesi/e rosse le case dopo il tramonto,/quando, presso il castello, fanciullo/scalavo con mani inesperte/la roccia scoscesa.//La campana chiama ancora la sera/e il giorno discende con passo/di lento pastore la valle./ Salgono l’ombre e lontana/sfuma l’infanzia.//Tra le bianche facciate/non resta che nebbia/e il vento sfalda le rupi./Lasciamo, tra nugoli di polvere,/indietro sguardi d’amici/festosi e vanno lontano.//

Anche se il romanzo “L’Islam e la Croce” ha avuto un grande successo che gli ha consentito di uscire fuori dai confini locali e nazionali, è il romanzo “Il Castello sul Gargano” il suo primo romanzo che ha messo in luce le sue capacità narrative.

È orgoglioso di essere nato a Monte Sant’Angelo, città ricca di monumenti, di storia, di tradizioni e dove veglia “l’Angelo degli avi” che è “Angelo di verità e di parola”.

Serricchio durante la sua vita ricorda si sente protetto dall’Angelo d’Oriente: “Angelo d’Oriente, tu che infrangi coi sassi i molti crimini e spandi la tua voce dalla più alta cima, serrami sotto le tue limpide ali, Angelo degli avi, nemico da sempre dell’altro che schiacci, decaduto dal cielo e impastato di tutti i mali della terra, guida la mia mente e i passi, tu che sei Angelo di verità e di parola”.

Serricchio chiude il suo lungo percorso letterario a novantenni e lo chiude, pochi mesi prima di morire, con il dramma “La regina Giovanna”, opera rimasta incompiuta. Questa opera è la dimostrazione che la città natale è sempre nel suo cuore e nella sua memoria.

Serricchio non ha dimenticato la sua città natale e la sua città natale non ha dimenticato un suo figlio che con gli altri personaggi illustri ha dato lustro alla città.

Serricchio, avendo partecipato alla Seconda Guerra Mondiale e avendo assistito alla ricostruzione dell’Europa distrutta dalla guerra, è un uomo di pace e un europeista convinto. È convinto che solo una politica unitaria non solo in Europa ma nel mondo può vincere gli ostacoli che impediscono di andare incontro ai veri bisogni della gente, che in gran parte soffre la fame e le privazioni, laddove c’è una minima percentuale che guazza nella ricchezza e nel lusso.

Colpito dal crollo delle torri gemelle, dal terrorismo, dallo scontro fra popoli e religioni, dalle guerre, dai kamikaze, ricorre alla sua arma, l’arma della parola, la parola poetica che punge, punge, perché aspira alla pace, all’amore, a quell’amore che può venire solo da Dio: “Solo Colui che ha l’occhio/ per scrutare le tenebre/ove sopra dimore di cieli/ vanno stupori di stelle/ e dai recessi del tempo/ode continua l’eco del dramma/ che si perpetua in grido// solo Colui si chinerà/ senz’odio sopra noi/ e l’anime ignude/vestirà d’amore”/.

Serricchio non chiede al Signore “la fionda” per combattere “gli errori dei superbi della terra,  ma “l’umile cetra delle parole, il canto dell’arpa,/ il frullo d’ali nell’aria del mare e delle foglie”/.

E l’implorazione diventa protesta, protesta che, specialmente nell’ultima raccolta poetica “Il vento di Praga”, assume i tratti della poesia civile. Con questa pubblicazione e con il romanzo “L’Islam e la Croce” Serricchio, il poeta del Gargano, letto e apprezzato da critici famosi, diventa poeta internazionale.

Tanti i riconoscimenti durante la vita, eppure egli per modestia o ironia, pensando al suo centenario, scrive questa poesia: “Nel 2022” Nel duemila e ventidue/forse ricorderà qualcuno/il centenario e il giorno/della mia nascita d’uno/segnato col mio nome,/venti giugno, un venerdì,/nel segno dei Gemelli/in bilico fra due stagioni/d’aria e di terra.// [….]

Il centenario di Serricchio sicuramente non sarà ricordato da qualcuno, ma da tanti che lo hanno conosciuto, letto e stimato. La città natale lo ha ricordato già con un Convegno al quale hanno partecipato, oltre i soci del Centro Studi, Ettore Catalano e Davide Rondoni; ha consentito agli alunni delle Scuole Superiori di partecipare al Concorso provinciale di poesia “Haiku”; sta pubblicando una raccolta di scritti su Monte Sant’Angelo.

Il Centro Studi, per il centenario di Serricchio, sta organizzano un Convegno intitolato “Il canto di Diomede”. Il Convegno si svolgerà a San Marco in Lamis in data da stabilire. Inoltre gli vuole rendere omaggio con un itinerario letterario che comprende Monte Sant’Angelo, San Marco in Lamis e Manfredonia, i tria corda di Serricchio. Per la realizzazione di tale progetto sono sicura che la città natale non farà mancare il suo sostegno. Cristanziano Serricchio, poeta, romanziere, drammaturgo, saggista, storico e archeologo, protetto dalle ali dell’Angelo d’Oriente, l’Angelo che bambino toccava sul comò della nonna, non morirà mai.

ASSESSORE PALOMBA: “DUE PUBBLICAZIONI DEDICATE A SERRICCHIO”

“Monte Sant’Angelo celebrerà il centenario dalla nascita di Cristanziano Serricchio con diverse iniziative” – annuncia l’Assessore all’istruzione, cultura e turismo della Città di Monte Sant’Angelo, Rosa Palomba, che aggiunge – “Nel 2018 abbiamo inaugurato la prima edizione della nostra Settimana dell’Educazione che proponiamo con gli istituti scolastici proprio con un convegno dedicato al grande poeta a cui hanno preso parte importanti studiosi e ora ci apprestiamo a pubblicare gli atti. Inoltre, inaugureremo anche una collana editoriale del Comune e dedicheremo uno dei primi numeri proprio al rapporto tra ‘Serricchio e la sua città natale’”. “Sul filo degli anni. Omaggio a Cristanziano Serricchio” è stato il convegno tenutosi l’8 novembre 2018 in apertura della prima edizione della Settimana dell’Educazione. Nella pubblicazione vi saranno gli interventi di Ettore Catalano, Nunziata Quitadamo, Rossella Palmieri, P. Mario Villani Ofm, Matteo Coco, Marco Trotta, Michele Vigilante, Paolo Cascavilla, Vittorio Marchesiello, Raffaella la Torre, Matteo la Torre, Pio Pazienza e Davide Rondoni. Gli atti del convegno – finanziati dal Comune – saranno pubblicati da Andrea Pacilli Editore.

NEL 2022 MONTE SANT’ANGELO CELEBRERÀ I 150 ANNI DALLA NASCITA DI GIOVANNI TANCREDI E I 100 DALLA NASCITA DI SERRICCHIO

Monte Sant’Angelo celebrerà nel 2022 due figure centrali dal punto di vista storico e culturale: il centenario della nascita di Cristanziano Serricchio ma anche il 150esimo anniversario della nascita di Giovanni Tancredi. Nato il 2 settembre del 1872 ha fondato la prima biblioteca, la “popolare” (1906), la Casa dei bambini (1920), il gruppo folkloristico “La Pacchianella” (1923), il Museo delle arti e delle tradizioni popolari del               Gargano (1925) e nel 1938 ha pubblicato il “Folclore Garganico”.

A lui è stato dedicato il primo numero di Bibliostorie in occasione della Settimana dell’Educazione promossa con gli istituti scolastici. Così si chiude un cerchio, tra Serricchio, Tancredi e Settimana dell’Educazione: nel 2018, infatti, la prima edizione della Settimanadedicata a “storia, cultura e tradizioni tramandate alle nuove generazioni” fu dedicata proprio a questi due giganti della cultura della nostra città.

Nunziata Quitadamo

* Presidente Centro Studi “Cristanziano Serricchio”

https://bit.ly/3L07qPs

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