Isabella d’Aragona e Bona Sforza due donne al potere fra Bari e la Polonia

by Carmine de Leo

Isabella d’Aragona, figlia di Alfonso II e vedova di Gian Galeazzo Sforza, dopo la morte, avvenuta in giovane età, del proprio marito e legittimo erede del ducato di Milano, fu estromessa con i suoi tre figli Francesco, Ippolita e Bona, dal governo di questo ducato suo cognato Ludovico il Moro e le fu concesso nell’aprile del 1500 il ducato di Bari dal re di Napoli Federico d’Aragona.

Perso il figlio Francesco e la figlia Ippolita, restò sola con la piccola Bona con cui si recò in Puglia per governare i suoi nuovi possedimenti, che comprendevano anche altre borgate intorno a Bari.

Al ducato di questa città pugliese si aggiunse anche il principato i Rossano in Calabria.

Iniziò così per Isabella e per Bari una pagina nuova di storia, infatti la duchessa si impegnò subito per migliorare le condizioni economiche e sociali del suo ducato.

La sua residenza fu l’antico castello Normanno – Svevo della città pugliese, maniero che nei primi anni di governo del suo ducato, Isabella d’Aragona provvide a restaurate adattandone le mura e le torri alla difesa dalle nuove e più potenti armi da fuoco in dotazione agli eserciti del tempo.

La duchessa non mancò neppure di favorire i commerci e le arti in una città in cui la maggior parte dell’economia ruotava intorno al suo porto, che divenne, dopo quello di Venezia, il più importante di tutto il mare Adriatico.

Un governo, quello di Isabella e della figlia Bona, considerato dagli storici, seppur autoritario, che favorì comunque la popolazione barese, che fu anche esentata da vari dazi.

Alla prosperità economica del ducato contribuirono anche con il loro trasferimento in quegli anni nella città di Bari numerose famiglie di commercianti veneziani, milanesi e di altre regioni italiane, attratte dai privilegi concessi dalla duchessa per favorire lo sviluppo commerciale ed economico del suo ducato.

A Bari proliferarono anche l’istruzione pubblica e le arti, la duchessa amava circondarsi nella sua corte nel castello di Bari di poeti, scrittori ed artisti e proprio durante il governo del ducato fu stampato il primo libro in questa città pugliese.

Isabella per favorire l’istruzione ordinò che tutti i conventi fossero obbligati ad affidare l’insegnamento della scrittura alla popolazione a due frati, cui i monasteri dovevano anche concedere gratuitamente l’alloggio.

Nonostante una maggiore pressione fiscale, il ducato di Bari prosperò sotto il governo di Isabella.

Alla duchessa era rimasto intanto la sola figlia Bona Sforza e quindi cercò per lei una matrimonio che poteva portare anche vantaggi economici, ma anche solide alleanze politiche al proprio ducato.

Pertanto, Bona Sforza, nonostante avesse solo ventisette anni, fu destinata ad unirsi in matrimonio con Sigismondo I Iagellone, re i Polonia, vedovo cinquantenne molto più grande d’età della giovane Bona.

La nuova regina di Polonia, fu descritta da uno dei suoi istitutori, Crisostomo Colonna, che portò avanti anche le trattative per il suo matrimonio, come: molto colta, di temperamento sanguigno, di altezza media, né troppo magra né troppo grassa, di buona indole…scrive e parla in modo particolarmente dotto,

Il matrimonio avvenne per procura nel 1518 a Napoli, presso Castel Capuano e famoso restò nelle cronache del tempo il pranzo di nozze per la sua notevole quantità e varietà degli alimenti offerti agli invitati

Raggiunta la Polonia, a Cracovia Bona Sforza fu incoronata regina e ben presto, appresa la lingua polacca iniziò a visitare il regno e non disdegnò di occuparsi anche degli affari di governo.

Divenuta anche duchessa di Bari dopo la morte nel 1524 della madre Isabella, regnò anche su questo ducato con suoi rappresentanti continuando la politica illuminata della madre.

Re Sigismondo I, affascinato dall’intraprendenza della giovane sposa, lasciò che Bona si interessasse anche della politica interna della Polonia combattendo lo strapotere dei grandi feudatari, di cui evitò l’elezione allora in uso e l’approvazione da parte nobili polacchi del nuovo re, incoronando sovrano di Polonia suo figlio Sigismondo II già all’età di soli dieci anni.

Nel 1548 la morte del re Sigismondo I la rese vedova e iniziò allora il suo declino presso la corte polacca, in contrasto con il figlio, roso dal sospetto che la madre avesse avvelenato la sua seconda moglie, Barbara Rdziwitt, bellissima lituana sposata segretamente ed invisa alla corte polacca, Bona Sforza decise nel maggio del 1556 di tornare nella capitale del suo ducato italiano, a Bari, per governare questo suo feudo fino ad allora amministrato da suoi funzionari.

Ma solo un anno dopo il suo ritorno in Puglia, la regina era destinata a perdere la vita, forse avvelenata dal suo stesso amante, il diplomatico G. L. Pappacoda nel novembre del 1557.

Fu seppellita nella basilica cattedrale di Bari dedicata a San Nicola in un sontuoso mausoleo di marmo su cui domina una sua statua che la raffigura in ginocchio ed in preghiera.

Questo monumento sepolcrale le fu eretto dalla figlia Anna e domina ancora oggi un po’ tutta la basilica di San Nicola, sorgendo sopraelevato dietro il ciborio; infatti, la statua di Bona Sforza è immediatamente visibile da tutti i fedeli che entrano nella chiesa.

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