La costituzione americana sequestrata dalla polizia borbonica del 1818

by Carmine de Leo

In tutto l’antico regno delle Due Sicilie, dopo il ritorno nel 1815 dei Borbone sul trono di Napoli, si diffusero a macchia d’olio le sette carbonare, diretta filiazione, il più delle volte, di logge massoniche.

I rituali delle sette carbonare, a differenza di quelli più complessi delle logge, erano molto più semplici e prevedevano per la maggior parte solo tre o due soli gradi di affiliazione.

Anche nella città di Foggia ed un po’ in tutta la Capitanata, proliferarono varie sette carbonare, ma anche qualche associazione reazionaria.

La gendarmeria borbonica, insomma, aveva il suo bel da fare e numerosi episodi curiosi e singolari caratterizzarono i rapporti di polizia di quegli anni del nostro Risorgimento.

Foggia, città che anche dopo la perdita della Regia Dogana e di tutti i benefici economici che l’attività di questa istituzione arrecava al nostro territorio, restava comunque un centro di notevole importanza commerciale, tanto che già il re Giocacchino Murat vi aveva destinato la sede di un Tribunale di Commercio, magistratura speciale con competenza appunto nel campo degli scambi commerciali.

Questa particolare connotazione commerciale ne faceva una città molto frequentata da vari stranieri, che hanno citato più volte Foggia nelle loro cronache di viaggio; molti di essi erano anche dei veri e propri agenti commerciali.

La circolazione di notizie ed informazioni era quindi molto favorita da questo andirivieni di cittadini di altri paesi ed in tutto il regno di Napoli la gendarmeria borbonica era molto vigile, soprattutto nel sequestro di giornali e bollettini che potevano contenere informazioni di carattere politico.

Proprio dai numerosi rapporti di polizia ottocenteschi a noi pervenuti veniamo a conoscenza che a Foggia ed in altre località della Puglia e dell’Abruzzo, nel 1818 erano state diffuse tra i liberali alcune copie della costituzione degli Stati Uniti d’America ed altre copie stavano per essere distribuite in altre regioni del regno di Napoli.

Infatti, in quell’anno giunse all’Intendente di Capitanata Nicola Intonti, che rappresentava il governo centrale a Foggia ed in tutta la sua provincia, una nota ministeriale riservata in cui veniva avvisato che il ministero, da suoi informatori del servizio segreto, i cosiddetti agenti invisibili, era venuto a conoscenza di attività contro il governo da parte di alcuni cittadini del centro Abruzzese di Barrea.

I nomi di questi soggetti erano: Potito De Laureto, Francesco De Sanctis e Leonardo Dorotea, i quali si erano recati a Foggia per procurarsi copia della Costituzione americana dai liberali di questa città.

Il testo della Costituzione degli Stati Uniti d’America era giunto a Foggia probabilmente attraverso i non pochi commerci marittimi attivi nel vicino porto di Manfredonia, allora molto più operoso che oggi.

Proprio a Manfredonia, del resto, erano attive numerose rappresentanze diplomatiche estere, fra cui, oltre a quella della Repubblica di Venezia, della Repubblica di Ragusa, oggi Dubrovnik, dello Stato della Chiesa, anche quella degli stessi Stati Uniti d’America, nuova nazione che aveva conquistato l’indipendenza solo pochi decenni prima.

Gli Stati Uniti d’America, infatti,  già dal 1796 avevano istituito una sede diplomatica nel regno di Napoli, sede tra una le più antiche d’Europa, testimone dei non pochi rapporti tra queste due nazioni.

L’intendente, o governatore della Capitanata, Nicola Intonti ordinò subito l’arresto dei tre abruzzesi presso la locanda foggiana ove avevano preso alloggio

Perquisite le loro stanze, i gendarmi non trovarono il testo della Costituzione degli Stati Uniti d’America, ma vari pezzi di carta, di cui alcuni ritagli addosso ad uno dei tre, Leonardo Dorotea;  ritagli che, una volta messi insieme dai gendarmi, erano parte di un diploma di appartenenza alla carboneria, le carte carte erano state forse ingoiate o distrutte in tempo!

In prigione, i tre Abruzzesi, negli interrogatori della polizia non fecero i nomi degli liberali coinvolti nella vicenda.

Forse il loro arresto era avvenuto troppo presto e sarebbe stato più opportuno da parte della gendarmeria borbonica pedinare i tre Abruzzesi, per scoprire quali carbonari foggiani detenevano le copie della costituzione americana!    

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