La misteriosa banda criminale dei Pulcinella, un clan di zingari che operò seminando terrore nella Puglia dell’Ottocento

by Carmine de Leo

Qualcuno forse ricorda un vecchio film d’azione americano realizzato nel 1991, Point Break, Punto di rottura, della regista, sceneggiatrice e produttrice californiana Kathryn Ann Bigelow, ambientato nel mondo dei surfisti, in cui una banda di criminali utilizzava le maschere di plastica di vari presidenti statunitensi nel corso delle sue rapine a banche e portavalori.

Forse emuli dei protagonisti di questo film americano, molti rapinatori hanno compiuto negli anni azioni criminali con il volto coperto da maschere soprattutto in lattice: ora con quella di Berlusconi, oppure con maschere con la forma della zucca di Hallowen, o più semplicemente da clown, da befana e altri personaggi.

Ma la primizia del travestimento dei criminali ha origini molto più antiche, infatti, nelle Puglie e precisamente a Bitonto, in provincia di Bari sappiamo da antiche cronache giudiziarie che agiva una banda formata soprattutto da alcuni zingari divenuti stanziali in questa cittadina dell’entroterra, che si faceva chiamare: I Pulcinella.

Ancora oggi, peraltro, proprio in questa caratteristica cittadina, sorto al di fuori del percorso dell’antica cinta delle mura difensive del centro storico, esiste un quartiere originariamente abitato da una popolazione che viveva alla giornata, di espedienti, con lavori precari e piccoli crimini, chiamata i Truscianti, discendenti degli zingari che si stabilirono alla periferia di questo paese.

Sostantivo che nel corso degli anni è stato poi usato per indicare quei soggetti che vivevano di furtarelli e truffe.

Gli zingari bitontini adoperavano anche un particolare linguaggio, poi ereditato dai Truscianti, che utilizzavano per comunicare tra loro nel corso delle loro numerose azioni criminali, quando i componenti della banda dei Pulcinella, per non farsi riconoscere usavano travestirsi con questa maschera.

Non sappiamo di preciso se indossavano l’intero costume, oppure solo la maschera di Pulcinella, che gli copriva il volto per non farsi riconoscere.

Certo è che questo singolare sodalizio, o clan criminale di zingari bitontini, si era reso responsabile di numerosi episodi delittuosi in questa cittadina considerata ancora oggi una delle regine della produzione dell’ottimo olio pugliese.

Proprio le estorsioni ai produttori di questo prodotto erano le più diffuse e con minacce e danneggiamenti la banda dei Pulcinella operò le sue azioni criminali nel corso della prima metà dell’Ottocento, un avvocato del foro di Trani, tal Trerotoli, cittadina in quei tempi sede della gran Corte Criminale delle Puglie, parla nelle sue memorie della setta dei Pulcinella.

L’avvocato aveva difeso d’ufficio uno dei componenti di questa organizzazione criminale, salvandolo dalla pena di morte!

Il delinquente, narra il Trerotoli, una volta scarcerato, si recò poi presso lo studio di questo avvocato per ringraziarlo dello scampato pericolo.

Ma lasciamo il passo direttamente al testo delle memorie: Altra volta ebbi a difendere un Pulcinella (addetto cioè alla setta dei Pulcinella) condannato a morte in Lecce, e rimesso in Trani per revisione.

I componenti di questa organizzazione criminale, una specie di vera e propria mafia ante litteram, erano dediti a vari reati, iniziando da alcuni meno gravi, per arrivare fino all’assassinio!

Lo stesso Trerotoli scrive che i Pulcinella avevano iniziato la loro carriera nel mondo del crimine con: Piccoli dispetti sotto l’abito di Pulcinella in prima, poi furti, poi vendette, e risse ed uccisioni di nemici.

Pian piano, la setta dei Pulcinella si era sviluppata un po’ in tutta la Puglia, affiliando sempre nuovi delinquenti, che si sentivano meglio protetti dal vincolo associativo e godevano anche di appoggi anche influenti.

Nelle memorie dell’avvocato Trerotoli, infatti, è riportato pure che: tale setta era estesissima, politica, protetta da persone facoltose ed influente.

Ancora scrive il Trerotoli: Ebbi la sorte di salvarlo; fu messo in libertà; la difesa fu officiosa; Pulcinella in libertà venne a trovarmi in casa; e mi disse nei suoi ringraziamenti: – Pulcinella non paga perché Pulcinella – risi di cuore!

Dalle parole del delinquente emerge l’arroganza dei componenti della setta: Pulcinella non paga, con gli anni, però, questa associazione criminale fu smantellata e i suoi componenti superstiti furono assorbiti da altri sodalizi del malaffare.

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