Ninna nanne del tempo che fu con Sante Nicole, il Santa Klaus protettore dei bambini del mondo

by Carmine de Leo

Passate ormai di moda, le ninna nanne, o semplicemente nenie, oppure filastrocche che le nostre nonne cantavano e recitavano ai loro pargoli, figli dapprima e poi nipotini, restano un ricordo sbiadito nella memoria delle generazioni moderne.

Attirate, quest’ultime, ormai più dalla tecnologia che ha invaso il nostro stile di vita quotidiano ed ecco che, al posto della dolce voce della mamma o della nonna, un piccolo carillon elettronico, o anche, per i più grandicelli, ecco venirci in aiuto i cartoni animati preferiti da vedere prima di andare a letto.

Sfogliando però vecchi libri polverosi e riviste del secolo scorso, non è poi tanto difficile imbattersi ancora  in qualche antica ninna nanna, che le nostre nonne canticchiavano la sera per assicurarci un dolce dormire.

Di queste piccole reliquie in versi ve ne erano diverse; ma in questi giorni, dato il periodo natalizio, una ninna nanna, più in particolare, ha attirato la nostra attenzione.

Si tratta di alcuni singolari e curiosi versi che venivano canticchiatti soprattutto nel periodo delle feste natalizie.

Il protagonista di questi versi è il famoso San Nicola, ovvero Santa Klaus, protettore dei bambini, che salvò miracolosamente dalle brame di un truce oste turco, questo Santo fu identificato col tempo con il nostro moderno Babbo Natale!

Il culto per San Nicola di Myra, città dell’antico impero Bizantino, poi sotto l’impero Ottomano,  in territorio Turco, protettore dei bambini, è molto diffuso in Puglia ed in tutto il mondo.

Questo Santo, vissuto nel III° secolo dopo Cristo, è raffigurato con alcuni pargoletti per ricordarci che egli è il loro protettore, San Nicola, infatti, smascherò un malefico oste turco che uccideva i minori per servirne poi le teneri carni nella sua taverna.

Furono alcuni marinai pugliesi che, passata la città di Myra sotto il dominio mussulmano, nel 1087, recatisi in questa cittadina posta nelle vicinanze del porto di Smirne, trafugarono le reliquie di questo Santo per condurle fino in Puglia, a Bari.

Il suo culto, da questa città portuale italiana, fu diffuso dai marinai pugliesi ben preso un po’ in tutti i porti dell’Europa e poi del mondo e presto San Nicola divenne nei paesi nordici Santa Klaus protettore dei bambini, in ricordo del suo salvataggio dei piccoli dall’orco della città di Myra.

In Italia ed in particolare nelle Puglie il culto di San Nicola è ancora oggi molto diffuso e numerosi altari e chiese sono dedicati al Santo di Mira.

Oltre che per via mare, da Bari a Foggia, lungo tutta la Puglia, il culto si diffuse presto anche  lungo le vie del commercio e della transumanza, per risalire attraverso la penisola e poi in tutta l’Europa.

Alcuni versi di una bella ninna nanna sono testimoni dell’affezione al culto di San Nicola, almeno fino alla fine dell’Ottocento, essi furono pubblicati in un libello anonimo di quell’epoca.

Questa raccolta di versi, che qui ci piace trascrivere, viene attribuita comunque al poeta dialettale foggiano Filippo Bellizzi, singolare figura di sacerdote e studioso del nostro dialetto.

Ecco i versi sussurrati in una dolce ninnananna di cui purtroppo non conosciamo la musica, ma che possiamo senza dubbio adattare a qualsiasi dolce motivetto:

Sante Nicole nem bulève menne:

Vulève carte, calamar e penne !

Sante Nicole ‘m buleve mennuzze:

Vuleve turceniell’ e ppanettuzze !

Sante Nicole m.buleve canzune:

Vuleve patrennuost’ e rrazzijune !

Ripetuta infinite volte questa piccola nenia aiutava il sonno dei più piccoli; simpatiche pure le parole che venivano canticchiate soprattutto nel periodo natalizio e con chiaro riferimento anche alla nostra gastronomia locale.

Infatti, nelle poche strofette del testo dialettale di questa minuscola ninna nanna sono citate dapprima le menne intese come mandorle e poi: turceniell ovvero i noti involtini di budella ed i ppanettuzze, piccoli pani.

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