Quella scultura testimone di eterno amore

by Carmine de Leo

Nel centro storico di Lecce una piccola scultura è murata nella cantonale di un antico palazzo gentilizio e rappresenta un bel volto femminile.

I tratti delicati di questo piccolo manufatto affascinano ed incuriosiscono il passante, essa è situata, non lontana dalla centralissima piazza Sant’ Oronzo, all’angolo di via Federico D’Aragona con il vico del Theutra, suggestiva stradina che prende nome da un antico corso d’acqua.

La piccola scultura è murata al primo piano di un vecchio edificio e da questa posizione privilegiata è visibile dal piano stradale e dai palazzi che la fronteggiano.

Proprio in una di queste dimore abitava un tempo un giovane protagonista di una sfortunata storia d’amore.

Le finestre ed i balconi sono stati nei secoli gli osservatori privilegiati per i giovani innamorati ed anche nei centri storici di altre città hanno prodotto storie vere e leggende a noi pervenute tramite la tradizione popolare.

A Lecce, in via Federico D’Aragona, questa piccola scultura che ritrae un volto femminile, rappresenta la testimonianza del grande amore di un giovane per una ragazza che abitava di fronte al suo palazzo.

Uno sguardo oggi ed uno domani, un affaccio, una spiata dietro antichi tendaggi ed ecco i primi sorrisi, i primi saluti ed è facile far sbocciare l’amore tra due giovani dirimpettai!

Questa leggenda, come altre, è dominata da Cupido, ma ha risvolti tragici, infatti, le famiglie cui appartenevano i due giovani innamorati, non erano affatto d’accordo che e loro figli si frequentassero.

L’amore sbocciato tra i due ragazzi intanto era andato avanti e con segreti messaggi fatti di cenni dalle finestre e piccoli foglietti scritti fatti recapitare da amici fidati, i due giovani erano arrivati anche ad incontrarsi furtivamente.

La città di Lecce in antico non aveva certamente l’estensione attuale e presto i giovani furono notati insieme; le voci sugli incontri segreti dei due innamorati non sfuggirono soprattutto al padre della ragazza, che era  il maggiore oppositore all’unione della figlia col giovane dirimpettaio.

Questi decise quindi di murare subito la finestra della stanza da cui la ragazza poteva vedere il suo innamorato e chiuse letteralmente la figlia in casa, non permettendole più di uscire.

Labili tracce di un’antica apertura murata pare si intravedano ancora oggi al primo piano dell’edificio dov’è murata la piccola testa appena svoltati nel vicolo Theutra.

La ragazza prigioniera della disperazione e in preda ad una profonda depressione a causa di come si erano messe le cose, decise di suicidarsi e mise presto in atto questa sua insana decisione lanciandosi giù da un’altra apertura finestra del palazzo ove abitava e stramazzando esamine al suolo.

Il suo giovane innamorato, vista la finestra murata attese anch’egli in preda alla disperazione alcuni giorni sperando d’incontrare per strada il suo amore, ma ebbe presto notizia della tragica fine della ragazza e decise allora di commissionare una piccola scultura in pietra che rappresentasse il volto della sua innamorata.

Realizzato il piccolo manufatto, in una notte buia senza la luna e senza stelle, alla sola luce di una piccola lanterna e con l’aiuto di alcuni suoi complici, provvide a murare la piccola testa femminile in prossimità della finestra da cui la ragazza era solita affacciarsi.

Il mattino seguente, il padre della giovane suicida,  dapprima meravigliato per la piccola scultura che ritraeva il volto della figlia, pentitosi presto della sua rigidità e per la tragica fine da lui provocata alla ragazza, decise di non rimuovere la testa di pietra dalla cantonale del suo palazzo e fu così che questo antico manufatto è giunto fino a noi per farci rivivere le romantiche suggestioni di un tragico amore!

Questa è la leggenda che aleggia sulla piccola testa del centro storico di Lecce, la storia vera ci insegna invece che molte piccole teste femminili, oppure di cavalieri e anche mostriciattoli e altre figure fantastiche, venivano murate agli angoli di vecchie edifici, o sulle chiavi di volta dei loro portali d’ingresso e sopra finestre e balconi in funzione scaramantica o anche come sfiatatoi.

Molti di questi piccoli manufatti di pietra, testimoni di un’arte minore, ma non meno bella, si possono ammirare ancora sulle pareti di tanti palazzi dei centri storici di altre città della Puglia e spesso la loro presenza è stato motivo della nascita di suggestive leggende.

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