Ralph De Palma, a Biccari un murales di 100 metri quadrati per il concittadino campione dell’Indianapolis

by Teresa Rauzino

Un post del giovane sindaco di Biccari Gianfilippo Mignogna su FB ha attirato la nostra attenzione: «#biccari terminato il grande murales dedicato a Ralph de Palma, il pilota campione biccarese capace di ispirare #ferrari, di trionfare ad #indianapolis, di non arrendersi neanche di fronte a sconfitta certa e di diventare l’uomo più veloce del mondo. Una storia potentissima di emigrazione, riscatto, identità, sport, orgoglio che oggi è patrimonio di tutti, che è diventata un libro grazie a Maurizio de Tullio e Arcangelo Renzulli, una mostra, un emozionante docufilm grazie a Antonio Silvestre, ora un’opera di oltre centro metri quadri realizzata dagli artisti biccaresi Giuseppe Eildipintomaivisto Catalano Art, Ilaria Molle, Anna De Girolamo, Giulia Gadaleta, Silvio Borrelli e poi chissà ancora cos’altro (#nospoiler)! Grazie a tutti loro, per aver resto Biccari ancora più bella e colorata e grazie al “nostro” Ralph che ancora oggi ci insegna e ricorda che “la gente che viene da dove vengo io non si arrende mai”!».

Vogliamo qui raccontare ai nostri lettori l’avvincente ricerca di Maurizio De Tullio (Ralph de Palma. Storia dell’uomo più veloce del mondo che veniva da Foggia, Agorà, 2006) da cui è iniziata la bellissima avventura che ha restituito alla Capitanata l’immagine di un eroe, Ralph De Palma, da tutti oggi quasi ignorato, che rese grande l’automobilismo, divenendo, ai suoi tempi, l’icona vivente del “grande sogno americano”.

Vissuto a Biccari fino all’età di dieci anni, da bambino non aveva mai visto il mare: solcherà per la prima volta l’Oceano Atlantico con la sua famiglia per raggiungere “Lamerica”, e precisamente la Grande Mela. Raffaele De Palma era nato il 19 dicembre 1882 a Biccari, un paesino del Subappennino dauno decimato dall’emigrazione transoceanica. La famiglia De Palma, alla ricerca di quel riscatto sociale così difficile da realizzare in patria, a differenza di tante famiglie di emigranti, realizzerà il suo sogno.

Oltreoceano, quel bambino, che non aveva mai giocato con le macchinine, riuscirà – come scrive De Tullio – a far sognare milioni di persone. Con auto vere. De Palma seppe comunicare agli spettatori proprio quello che essi si aspettavano da un pilota: emozioni, passione, grinta, coraggio.

Le sue straordinarie gesta sportive (2557 vittorie su 2889 corse effettuate nel corso della sua lunghissima carriera) lo imposero all’attenzione planetaria: per milioni di emigrati italiani sparsi per il mondo egli divenne l’eroe internazionale di cui andare fieri.

De Palma riuscì ad affermarsi in un’epoca in cui gli italiani erano considerati all’ultimo livello della scala sociale statunitense: erano i paria della società, un po’ come sono ritenuti oggi gli extracomunitari. Ecco perché, nelle prime biografie apparse sui giornali dell’epoca, alcuni dati, a partire dal nome americanizzato in Ralph, furono modificati per accreditare un’origine sociale più accettabile agli occhi dei fans. Sulla sua tomba, il campione farà apporre soltanto le date di nascita e di morte, senza accenno al luogo d’origine italiano.

I De Palma vivevano a Brooklyn, uno dei più poveri quartieri newyorkesi. Ralph cominciò ad aiutare il padre nella barberia di famiglia, poi lavorò come pony express di un negozio di frutta e verdura. La bicicletta diventò la sua prima grande passione e nel 1899 egli vinse la sua prima gara ciclistica. Nel 1902 esordì nel ciclismo professionistico; le gare si svolgevano allora al chiuso di un velodromo con piste in legno e curve molto inclinate.

De Palma esordì nella carriera automobilistica nel 1908, e la concluderà nel 1934. Il campione italo-americano guidò le auto delle migliori ditte dell’epoca: Fiat, Mercer, Simplex, ma legò il suo nome soprattutto alla Mercedes. Partecipò alle mitiche corse di Vanderbilt Cup, alle 500 miglia di Indianapolis, al Gran Premio di Francia. Indianapolis, a quasi un secolo di distanza, colpisce l’immaginario collettivo degli appassionati per alcune epiche gesta che l’hanno segnata fino a consacrarla definitivamente come il Tempio della velocità. Ralph de Palma abbinò il suo nome a questa corsa, lunga e massacrante, sin dalla seconda edizione, quella del 1912, vincendo l’edizione del 1915.

Quando gli Stati Uniti entrarono nel primo conflitto mondiale, tutte le attività sportive agonistiche vennero sospese. De Palma si arruolò nell’aviazione, dopo aver conseguito il brevetto di pilota a Daytona. Dopo la guerra, nel 1919, ritornò in questa città alla guida di una potentissima Packard 905 bianca, la mitica vettura con motore V12 su auto prodotte in serie. Sulla sabbia di Daytona Beach, toccò la fantastica velocità media di 149,87 miglia orarie (oltre 241 km all’ora). Divenne l’uomo più veloce del mondo!

Una carriera longeva, la sua, nel segno dell’agonismo e della lealtà sportiva: Ralph dimostrò che le gare si potevano vincere usando l’intelligenza.

Ralph De Palma riposa oggi all’Holy Cross Cementery di Culver City, nei pressi di Los Angeles, in California. Sulla lapide della sua tomba compaiono solo gli anni di nascita e di morte: 1882 e 1956. L’epigrafe ricorda “il campione automobilistico prediletto vincitore della corsa di Indianapolis del 1915 (Bloved automobile racing champion 1915 Indianapolis speedway winner)”.

foto murales by Giuseppe Vietro

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