Ricordando Nicola Malerba, il sindacalista minatore

by Gennaro Tedesco

Il Novecento, dal punto di vista dell’impegno civile, è stato un secolo straordinario, non solo nella grande storia ma anche nelle micro storie, nelle piccole patrie. Uomini e donne che meritano di essere ricordati per la loro tenacia, il loro modo di operare, per il contributo che hanno dato per la trasformazione della nostra società. Complessivamente la storia della miniera di bauxite di San Giovanni Rotondo è una storia straordinaria che rappresenta, innanzitutto dal punto di vista economico e sociale, una prima e importante trasformazione per il territorio, per il Gargano.

Il 5 settembre, nell’iniziativa organizzata dalla UIL di Foggia e dal Comune di San Giovanni Rotondo, racconteremo la storia di un sindacalista, Nicola Malerba, che ha lavorato nella miniera di bauxite fino al 1970, nel 1973 la miniera venne chiusa tra le proteste dei minatori. Racconteremo le sue sensazioni, appuntate con una grafia perfettamente leggibile, le inquietudini e i desideri. Malerba non ha mai condiviso la chiusura della miniera. È nato il 18 maggio 1920 a San Giovanni Rotondo,è deceduto il 14 aprile del 2002. Nel 1938 inizia la sua attività di minatore.

Furono anni difficili, in cui la figura dell’operaio e del minatore acquisì, grazie anche al suo impegno, progressivamente coscienza del proprio stato sociale e delle proprie condizioni di vita. Nel 1954 è stato eletto, come indipendente, nella Commissione interna nelle liste della CGIL, nel 1959 è il fondatore della Sezione Minatori e Cave di San Giovanni Rotondo della UIL. Ha lavorato in miniera dal 1938, in qualità di aiuto minatore in sotterraneo,si lavorava in coppia, poi dopo la seconda guerra mondiale, dal 1949, in qualità di elettricista in sotterraneo grazie ad alcuni corsi che aveva seguito durante il servizio militare. Attraverso i numerosi documenti che Malerba conservava con cura è stato possibile ricostruire la sua vita e il suo impegno sindacale e politico. Dalla sua candidatura nella lista della CGIL alla nascita della Sezione Minatori e Cave di San Giovanni Rotondo della UIL, da lui fondata.

Ha fatto del sindacato e della politica la sua vita. Inoltre, è stato fondatore del Partito socialdemocratico, di cui è stato consigliere comunale e amministratore, non hai mai smesso di svolgere attività sindacale, dedicandosi in particolare all’assistenza e tutela dei pensionati e a far nascere le prime cooperative e organizzarle in forma di Consorzio. Nel 1963 è stato anche candidato alla Camera dei Deputati. Il suo ultimo intervento pubblico in merito alla miniera è del 1973, quando, in rappresentanza del Comune di San Giovanni Rotondo, partecipò alla conferenza nazionale Mineraria a Cagliari. “La Montecatini chiude provvisoriamente e semplicemente perché il minerale greggio , importato dall’estero, costa meno di quello estratto a San Giovanni Rotondo, a causa di forti oneri di trasporti sostenuti. Una politica in tal senso è soltanto sfruttatrice e umiliante, in quanto,per il momento, alla Montedison conviene sfruttare i minerali esteri e tenere come riserve quelli di San Giovanni Rotondo”. In quel discorso emerge tutta la passione dell’uomo, tutto il suo impegno affinché la miniera non chiudesse. Le sue battaglie principali erano legate alla riduzione dell’orario di lavoro e alla qualità del lavoro dei minatori. La miniera è stata anche sangue, la contraddizione, che ci portiamo ancora dietro, della scelta tra il diritto alla vita e il diritto al lavoro era evidente. Persero la vita 27 minatori.

L’incidente più grave avvenne nel 1951, tre minatori furono travolti, nella notte del 27 luglio, da un violentissimo nubifragio, Alberto Consoli, Matteo Lepore e Michele Ritrovato. Avvenne perché non era possibile avvisare i minatori, che quella notte erano a lavoro nel pozzo, che si stava verificando un nubifragio. Ricostruire l’attività politica di Malerba è stato come ripercorrere gli anni nella miniera in tutte le sue sfumature: assemblee, ordini del giorno, proteste, divisioni sindacali, visioni differenti su come condurre la lotta. Un viaggio con il privilegio di leggere la storia dal punto di vista di chi l’ha vissuta, ha preso appunti, ha detto la sua. “Un forestiero a San Giovanni Rotondo”, lo ricordano in molti così, forse per i suoi modi, per la sua intraprendenza rara, forse perché non omologato nelle abitudini paesane, forse perché non allineato nel coro dei sempre presenti chiacchieroni che affollavano e affollano i nostri paesi. Il Malerba che traspare dai suoi documenti è innanzitutto un uomo, con un carico di grandi responsabilità e di aspettative.

Chi scrisse “Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi” forse sbagliava, gli eroi, soprattutto quelli semplici, servono per dirci che nella vita la lotta, la passione politica servono per migliorare l’esistenza di tutti, anche quando apparentemente si perde.

GENNARO TEDESCO, l’autore, ha scritto il reading musicale “il Sindacalista e la Miniera”, che leggerà in piazza il 5 settembre durante l’iniziativa “Il Tempo della Miniera” organizzata dalla UIL di Foggia e dal Comune di San Giovanni Rotondo.

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