Vittoria Guevara dei Duchi di Bovino…Un’amica di Casanova

by Carmine de Leo

Giacomo Casanova è un nome che richiama certamente molte fantasie, rocambolesche avventure ed amori più o meno segreti e tantissimi singolari episodi. Il noto seduttore veneziano, infatti, è famosissimo per la sua vita galante, che si snoda nelle sue memorie, scritte nell’età matura e ci racconta di decine di amanti, tra signore mature, vergini innocenti ed anche monachelle senza seria vocazione, belle o brutte, pare di scorrere il catalogo di un altro famoso seduttore, il don Giovanni ideato da un altro italiano, il librettista Lorenzo Da Ponte e poi musicato dal famoso Wolfgang Amadeus Mozart.

Non mancano nelle memorie di Giacomo Casanova avventurosi episodi di duelli, bisticci, fughe strategiche per evitare peggiori conseguenze e, perché no, anche storie di figli più o meno legittimi disseminati un po’ per tutta l’Italia e l’Europa!

Sono passati molti decenni dalla scomparsa di Giacomo Casanova, che, stanco poi di tante avventure, passò gli ultimi anni della sua vita lavorando serenamente come bibliotecario presso il sontuoso castello del conte Joseph Charles Emmanuel di Walstein, a Duchcov, nella bellissima Boemia, cuore dell’Europa.

In questo magnifico luogo Casanova scrisse le sue memorie, la cui materia ha contribuito nei secoli successivi ad immortalarne il nome dell’autore come sinonimo di grande seduttore.

Ancora oggi, comunque, la lettura di questi scritti lasciati da Giacomo Casanova e la scoperta di nuovi documenti poco conosciuti ci permettono di conoscere sempre nuove avventure galanti di questo seduttore veneziano.

Una di queste nuove, si fa per dire, curiosità storiche, è l’amicizia tra Giacomo Casanova e l’avvenente donna Vittoria Guevara, dei Duchi di Bovino, dell’omonimo casato gentilizio napoletano originario della Spagna, ove possedeva delle contee nella regione della Castiglia e giunta nel Regno di Napoli verso il Quattrocento al seguito del re Alfonso I di Aragona. 

In Italia, i Guevara possedettero numerosi feudi e donna Vittoria dei marchesi del Vasto, ampolla del casato dei Guevara, di cui in Capitanata, oltre all’omonima residenza di campagna chiamata ancora oggi: Torre Guevara, si ricorda il governo feudale del ducato di Bovino, viene descritta come una bellissima dama, seppur molto rigida.

 Lo stesso Giacomo Casanova nelle sue memorie descrive questa nobildonna come:  “femme charmante”, ma molto rigida e soprattutto parecchio  altezzosa, forte del suo titolo nobiliare e della sua bellezza.

La duchessa

Infatti, il Casanova nonostante l’amicizia per la bella duchessa, scrive, suo malgrado, nelle sue memorie che infine “l’abbandonnai à son orgueil”, l’abbandonò al suo orgoglio donna Vittoria!

Giacomo Casanova sappiamo che fu a Napoli nel 1743 ospite dei nobili Carafa, duchi di Maddaloni e nella capitale partenopea gli fu offerta la possibilità di fare da precettore al piccolo duchino Carlo Carafa, che allora aveva solo 10 anni, ma il nostro seduttore preferì non accettare questo incarico da lui ritenuto noioso.

Il nostro Giacomo incontrerà poi il duchino Carlo nel 1751, a Parigi e ne diventerà  subito amico di bisbocce.

Grazie a questa consolidata amicizia, il giovane Carlo Carafa lo invitò in seguito  a Napoli per una visita nei suoi vasti e ricchi feudi.

Carlo Carafa, ormai adulto, ricco e viziato si dilettava, tra una rappresentazione teatrale e l’altra nella città partenopea a recitare lui stesso impersonando molto bene la parte dell’innamorato, ruolo che, come scrive lo storico Benedetto Croce, il duca sapeva interpretare anche molto bene con sciolta recitazione che gli procurava spesso gli applausi dell’attento pubblico napoletano.

Ritratto di Giacomo Casanova

Nonostante tutto, però, nella sua vita privata, al duca Carlo Carafa pare che la parte dell’innamorato non gli calzava molto bene, causa una debole passione sessuale!

Infatti, narrano le cronache del tempo che egli, sposatosi verso il 1755 con la bellissima nobildonna Vittoria Guevara dei duchi di Bovino, ricco feudo in Capitanata, non riusciva ad avere figli.

La grazia, se così possiamo chiamarla, arrivò dopo alcuni anni dal matrimonio col duca Carlo e scatenò, naturalmente e come era facilmente prevedibile, mille storie e facezie sulla bella duchessa Vittoria.

Della bella nobildonna di casa Guevara, sottovoce, ma neppure tanto, negli incontri dei salotti buoni della Napoli dell’epoca le supposizioni erano tante e la caccia al nome del segreto amante della bella Guevara era diventata quasi una lotteria!

Palazzo Carafa a Napoli in una stampa d’epoca

Ed a questo punto ecco entrare in scena, giusto per restare in quel grande teatro della vita napoletana del Settecento, quel grande seduttore di Giacomo Casanova, che, onorando la promessa parigina della visita al duca Carlo, si recò a Napoli ed a Maddaloni per vistare i vasti feudi dei Carafa, ospite nel palazzo napoletano di don Carlo.

Durante la permanenza nell’antico palazzo dei duchi Carafa di Maddaloni, che ancora oggi, con la sua decorosa ed elegante facciata, si erge a Napoli a testimone di una sfarzosa architettura nell’omonima via Maddaloni, Giacomo Casanova ebbe modo di conoscere e frequentare la moglie del duca, la bellissima ed altezzosa donna Vittoria Guevara, di cui, nonostante il difficile carattere, il seduttore divenne presto amico.

Passavano le settimane tra feste e ricorrenze nel sontuoso palazzo dei Carafa, allora capolista delle residenze sfarzose e lussuose della Napoli settecentesca ed un giorno, fu mostrato il figlioletto del duca al Casanova.

Il seduttore, memore dei pettegolezzi sulla nascita di questo pargolo, molto galantemente, in presenza dei duchi e di un gruppo di nobiluomini loro amici, riferì che il fanciullo era davvero molto somigliante al padre e con un sorriso che la diceva lunga sul vero pensiero, non riuscì a tacere ed affermò pure che la splendida duchessa Vittoria aveva saputo fare bene …. Il suo miracolo!

L’allusione, naturalmente, era mirata a sottolineare quanto tutti vociferavano a Napoli, ovvero che la duchessa avesse concepito il bambino con qualche suo amante.

Apriti cielo, la terribile gaffe era compiuta e donna Vittoria Carafa, nonostante le tardive scuse del Casanova, non apprezzò affatto la galanteria dell’avventuriero e ne ruppe immediatamente l’amicizia!

Avrebbe forse potuto anche dimenticare la battuta ironica del Casanova e l’increscioso episodio, ma il suo carattere molto orgoglioso non le permetteva certo di perdonare questo seduttore!

Giacomo Casanova, dopo pochi giorni dovette salutare il duca e lasciare in fretta e furia il palazzo Maddaloni e la città di Napoli, per continuare la sua vita avventurosa verso altre contrade, altre avventure e seduzioni, in giro per altre città della penisola italiana e le maggiori capitali europee, quasi il nostro Giacomo fosse un precursore dell’Europa unita, almeno nelle alcove!

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