Charles Manson e i Beach Boys, la verità sul legame tra le due “famiglie

by Andrea Silvestri

Padri della cosiddetta surf music degli anni ’60, i Beach Boys li ricordiamo tutti per il sound divertente e ritmato, che li ha resi uno dei più grandi successi commerciali della storia musicale, oltre che icona di un’intera generazione. Non tutti però sanno che i Beach Boys sono stati anche una delle band più eccentriche e autodistruttive della storia e che dietro alcuni loro testi apparentemente divertenti, si cela in realtà ben altro. Come nel caso del capolavoro Pet sounds in cui Brian Wilson, il genio di famiglia, ha saputo mettere sotto la cenere con miracolose invenzioni musicali un sottotesto pieno di livore e conflitti.

Infatti i fratelli Wilson –Brian, Dennis e Carl, il cugino Mike Love e l’amico Al Jardine sono spesso giunti allo scontro per questioni di leadership. Sì, proprio loro,quelli di Surf in USA e California girls, canzoni di divertimenti estivi e leggerezza.

In una ipotetica classifica della follia dei Wilson proprio Brian sarebbe da collocare al primo posto, con i suoi epici collassi mentali e i suoi camaleontici sbalzi di peso. Invece, a vincere a mani basse è Dennis, ovvero il più bello tra i Wilson, anche l’unico della famiglia ad aver risalito la corrente su una tavola da surf longboard. Perché? Vi chiederete. Perché Brian è ancora vivo? No, una risposta troppo semplice. La causa della sua vittoria è l’incredibile, per quanto vera, storia della sua amicizia con Charles Manson, un ex delinquente divenuto poi il leader della setta sanguinaria The Family, organizzatore della strage in casa dell’attrice Sharon Tate (neosposa e in attesa di un figlio del regista Roman Polansky), che mise fine all’amorevole innocenza del movimento hippie.

Nel recente Once upon a time in Hollywood (2019), Quentin Tarantino lo cita in una breve sequenza: Manson suona al campanello di una villa e va ad aprirgli Jay Seibring , famoso parrucchiere delle star. Manson si presenta come amico di Dennis, proprio quel Dennis Wilson dei Beach Boys e gli chiede di poter incontrare Terry Melcher e Candice Bergen, ma Jay gli risponde che non vivono più lì, che quella casa ora è abitata dai coniugi Polansky (Jay sarà una delle vittime della celebre strage).

Ma come si erano conosciuti Charles Manson e Dennis Wilson? Il primo approccio con la Family avvenne sulla Malibu Highway dove Dennis, a bordo della sua spider, notò due belle figliole flower power in cerca di un passaggio. Dennis, invischiato in un matrimonio non proprio felice, le lasciò salire con la speranza di un pomeriggio lascivo, cosa che puntualmente avvenne. Le due tipe, che si erano presentate con i soprannomi di Marnie e Yellerstone, erano in realtà Patricia Krenkiwel e Ella Bailey, due ragazze di Charlie. Reduci dal solito giro tra i cassonetti alla ricerca di avanzi di cibo e cianfrusaglie da riparare e poi rivendere, gli parlarono del loro amico speciale definendolo un filosofo, un musicista, un Maestro. Dennis, incuriosito, si dichiarò disponibile ad un incontro. Incontro che, a sorpresa, avvenne quella stessa notte. Dopo una session col gruppo, si ritrovò la casa invasa da una trentina di persone al seguito di Manson, quasi tutte donne, quasi tutte nude. La Family aveva trovato un rifugio e Manson gli disse subito: “Puoi avere ognuna di queste donne”. A Dennis piacque subito quel tipetto dallo sguardo intenso che cantava canzoni strampalate accompagnandosi con una chitarra scordata regata e ipnotiche e che trovava ogni tipo di droga con incredibile facilità.

Dennis si convinse anche che Manson meritasse una chance nella musica. Lo portò nello studio della Brother Record, l’etichetta di famiglia, per registrare alcuni pezzi con la supervisione di Terry Melcher. Melcher, figlio di Doris Day e compagno dell’attrice del momento Candice Bergen, nonché produttore dei Beach Boys e dei Byrds, era uno cresciuto a pane e showbiz e non si lasciò di certo incantare dal carismatico ex galeotto. Anzi, lo trovò ributtante e incapace, un musicista dilettante. Evitò però di dirlo a Manson, al quale aveva addirittura promesso un contratto da autore.

Preoccupati per l’ormai prolungata presenza di Charlie nella vita di Dennis, alcuni suoi amici, tra i quali il cugino Stan Love, padre poi della star del basket Nba Kevin Love, riuscirono nell’impresa di fargli aprire gli occhi. Manson lasciò la villa. Dennis, nel frattempo, aveva pagato le spese mediche del “gregge” che, intollerante al sapone e ai contraccettivi, si era beccato una fastidiosa gonorrea galoppante. Spesa: 100.000 dollari.

Sembrava finita lì, ma Dennis fece un errore imperdonabile: prese un pezzo di Manson, Cease to exist, gli cambiò il testo, lo presentò al gruppo e lo registrò spacciandolo per suo, col nuovo titolo di Never learn to not love. A questo punto, non senza un filo di ragione, Manson si agitò di brutto: voleva essere pagato per la sua canzone. I classici raid notturni delle cosidette “ombre di Charlie” cominciarono a infestare la casa dove Dennis, terrorizzato, era tornato a vivere insieme alla moglie. Manson si presentò più volte negli studi della Brother, armato. Una volta disse a Dennis: “Mi vuoi denunciare? Ok. Io ,però, ti farò saltare in aria”.

Melcher tentò una riconciliazione e andò di persona allo Spahn Ranch, il terreno della Death Valley dove tutta la Family si era spostata, gentilmente ospitata da un vecchietto di 82 anni invaghito dalle attenzioni di cotanta gioventù poco vestita. Melcher offrì a Manson la bellezza di 50 dollari, peggiorando di brutto la situazione. Charles, infatti, spostò la sua attenzione su Melcher e la villa da lui affittata al 10050 Cielo Drive di Los Angeles, uno degli indirizzi più famosi del mondo. Qui, il 9 agosto 1969, avverrà il sanguinario omicidio di Sharon Tate e dei suoi amici da parte di quattro membri della Family: Susan Atkins, Charles “Tex” Watson, Patricia krenwinkel, Linda Kasabian( sì, la band brit -pop le ha preso il nome).

È probabile che Manson sapesse del trasloco di Melcher, in fuga dopo le continue minacce, e che la casa fosse stata riaffittata da Polansky. È altrettanto probabile che, nella follia di quell’uomo, una strage in quella casa potesse risuonare come un avvertimento per Melcher e per Dennis Wilson. Il primo ,paralizzato dalla paura, testimoniò comunque al processo. Dennis non parlò mai più della cosa ,forse per un senso di colpa mai sopito. Morirà a soli 39 anni.

P.S.:per chi volesse approfondire, oltre al citato Once upon a time in Hollywood, c’è un altro ottimo film che racconta la vita all’interno di una comune chiaramente ispirata alla Family: in Italia è passato con il titolo La fuga di Martha (2011). John Hawkes fa Charlie, canzoni incluse.

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