Cosa si nasconde dietro il mondo dei Samurai. L’intervista a Shinya Tsukamoto

by Ines Pierucci

“Il Cinema ha il potere di far interrogare lo spettatore sui temi del mondo che viviamo”. E’ quello che pensa Shinya Tsukamoto il regista del famoso film horror fantascientifico Tetsuo (1989), premiato a Venezia dalla Giuria Orizzonti con il film Zan e ospite della rassegna Registi fuori dagli Schermi di Luigi Abiusi promossa da Apulia Film Commission. Lo abbiamo incontrato prima dell’incontro con il pubblico al Cineporto di Bari. Sceneggiatore, attore, montatore, direttore della fotografia, produttore cinematografico e scenografo, l’artista giapponese, che mette in scena storie a metà tra surrealismo e futurismo, è considerato capofila del cinema cyberpunk nipponico.


Nel film Zan (Uccidere) il samurai Tsuzuki (interpretato da Sousuke Ikematsu) non riesce ad accettare l’idea di uccidere qualcuno. Eppure, spesso, la violenza dilaga più facilmente di quello che si pensa.

Ho girato tanti film sulla violenza e in molti pensano che voglia girare soltanto film su questo tema ma il messaggio che vorrei trasmettere è un altro. L’essere umano nonostante le influenze storico-sociali, per natura, non è propenso alla violenza infatti il samurai protagonista del film ha difficoltà ad uccidere. Nel film ho voluto raccontare questo contrasto per suscitare questa riflessione nello spettatore.


Perché nei suoi film decide di riservare per se alcune parti da attore ed in base a cosa sceglie di interpretare alcuni personaggi?

Innanzitutto io amo recitare, spesso mi capita di interpretare ruoli che da una parte sono costretto a interpretare ma quello del cattivo, a pensarci bene, quando ero piccolo alle scuole elementari ho interpretato il ruolo del tira gamba del ruolo principale, che tormenta il protagonista e sin da allora mi colpì molto per la difficoltà e particolarità dell’interpretazione, tanto da essere rimasto nel tempo il mio ruolo preferito.

Nel film Nobi, invece, ambientato negli 40, ha esplorato l’orrore della guerra mostrandola in tutta la sua crudezza. Esistono diversi tipi di violenza?

E’ una domanda molto interessante. Ogni situazione è diversa. La violenza, specialmente durante la guerra, non lascia scelta. Nel film Nobi, infatti, non è scontato che chi ammazza il prossimo verrà ammazzato. A volte uccidere è una necessità legata alla sopravvivenza, inoltre in Giappone esiste la violenza da suicidio, poi esiste una forma di violenza da gradimento masochista. Oggi che la società va verso una preoccupante deriva volevo porre questo interrogativo su come gli esseri umani si pongono di fronte ad occasioni di violenza che si ritrovano a subire e non a causare.

I suoi film vengono visti soltanto ai festival, è una scelta quella della mancata distribuzione?

I miei film non sono commerciali o da multisala. Preferisco avere più libertà artistica per trasmettere attraverso i miei film liberamente quello che penso. Anche in Giappone spesso sono piccole sale ad ospitare i miei lavori. Pertanto sono molto grato a questo tipo di manifestazioni come Registi fuori dagli schermi che permettono la distribuzione internazionale.

Lei ha più volte affermato di avere dei debiti nei confronti di David Cronenberg, è così?

Ho sempre affrontato i temi dell’alienazione, dell’identità e del rapporto uomo-macchina e nonostante all’epoca non fosse conosciuto il cyberpunk David Cronenberg è da sempre il padre di questo genere artistico, al quale mi sono sempre ispirato e che apprezzo molto.

Cosa si nasconde dietro il mondo dei Samurai?

In Giappone c’è un classicismo epico sui Samurai che nei miei film cerco di capovolgere. Tendo piuttosto a creare una situazione anomala come quella del film Zan nella quale cerco di riflettere su come è possibile uccidere e provocando una sorta di frustrazione nello spettatore su come va il mondo.

E’ la seconda volta che viene in Puglia. Pensa di girare un film qui?

Ho sempre girato in ambienti fuori dalla città. Mi sento molto attratto dal paesaggio pugliese straordinariamente bello. Può darsi che un giorno possa girare un film in questa regione.

*Si ringrazia Luca Pellicani per la gentile collaborazione

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